Ecco l’ETF Bitcoin made in USA, prospetto da bollino rosso sui rischi. Riflessi su domanda e prezzi (spunta target 168.000$ entro fine anno)
Dopo un’attesa decisamente lunga, è arrivato anche negli Stati Uniti il tanto atteso via libera alla quotazione del primo ETF sul Bitcoin che debutta oggi.
L’attesa per l’arrivo del primo ETF sulla criptovaluta numero uno al mondo ha spinto i prezzi del Bitcoin ad avvicinare ulteriormente i livelli record, superando ieri quota $62.600, sempre più vicini al massimo di sempre testato lo scorso aprile a $64.896. Se da un lato ci si aspetta che un fondo negoziato in borsa attirerà ancora più interesse da parte degli investitori che preferiscono acquistare un prodotto regolamentato, dall’altro c’è chi prospetta il rischio che il materializzarsi della notizia tanto attesa della quotazione del primo ETF porti con sè anche un corposo ‘sell on news’.
L’aumento del 43% circa del Bitcoin nelle prime settimane di ottobre ha spinto la criptovaluta in territorio di ipercomprato, secondo i dati dell’indice di forza relativa, e anche chi è bullish sulle criptovalute come il gestore di hedge fund, Mark Yusko, ritiene possibile gli investitori prenderanno profitto dopo il forte rally della criptovaluta. Yusko rimane comunque positivo sulle prospettive delle criptovalute e non esclude l’ipotesi che entro fine anno il bitcoin arrivi alla soglia dei 100.000 dollari con un target di $ 250.000 in cinque anni.
Funzionamento dell’ETF
A inaugurare l’era degli ETF sulle criptovalute è un prodotto proposto da ProShares che non investirà direttamente in bitcoin ma in futures bitcoin, ovvero a quei contratti che conferiscono al detentore la possibilità di acquistare o vendere l’asset in una data futura a prezzo stabilito, piuttosto che dare un’esposizione diretta alla criptovaluta numero uno al mondo. L’ETF ProShares Bitcoin Strategy “aprirà l’esposizione al bitcoin a un ampio segmento di investitori che hanno un conto di intermediazione e sono a proprio agio nell’acquistare azioni ed ETF, ma non desiderano affrontare la seccatura e la curva di apprendimento di aprire un altro account con un fornitore di criptovaluta e creare un bitcoin wallet o temono che questi provider possano essere non regolamentati e soggetti a rischi per la sicurezza”, ha affermato il ceo di ProShares, Michael L. Sapir.
Occhio ai rischi
La Securities and Exchange Commission (SEC), autorità dei mercati in Usa, non ha mancato di avvisare circa la rischiosità dell’investimento in questo nuovo asset. “Prima di investire in un fondo che detiene futures sul Bitcoin, accertatevi di valutare attentamente i potenziali rischi e benefici”, ha scritto la Consob Usa sul suo canale Twitter.
Anche nel prospetto dell’ETF ProShares Bitcoin Strategy si fa esplicito riferimento ai “rischi unici e sostanziali” dell’investimento in bitcoin e a come storicamente è stato soggetto a una significativa volatilità dei prezzi. “Il valore di un investimento nel Fondo potrebbe diminuire in modo significativo e senza preavviso, anche fino a zero. Dovresti essere pronto a perdere l’intero investimento. La performance dei contratti future bitcoin e quindi la performance del Fondo possono differire in modo significativo dalla performance di bitcoin”, si legge nel prospetto registrato presso la SEC.
In rampa di lancio per la quotazione negli Stati Uniti ci sono anche altri ETF sul Bitcoin, tra cui quello di VanEck. In Europa gli ETF sulle criptovalute sono già presenti da tempo
ETF Bitcoin e possibile impennata della domanda di cripto
Secondo Tom Lee, fondatore di Fundstrat e appassionato di criptovalute, il lancio del primo ETF statunitense potrebbero far aumentare i prezzi. Fundstrat stima che 93 milioni di famiglie possiedano azioni, mentre 40 milioni possiedono bitcoin, con saldi medi dei conti per famiglia a circa $ 10.000 per bitcoin. Le criptovalute rappresentano circa l’1% delle attività liquide allocate. Una percentuale che potrebbe crescere, in vista degli afflussi nel nuovo ETF. Lee ipotizza che la domanda di ETF sul bitcoin potrebbe aumentare la domanda di $ 50 milioni al giorno. Lee ha sostenuto che in base all’offerta attuale, con i minatori che producono $ 10 milioni in bitcoin al giorno, l’appetito per la criptovaluta numero uno al mondo porterà il prezzo a $ 168.000 entro fine anno (+170%).