Notizie Notizie Italia Eni vola a Londra per il piano strategico, continua a scendere la produzione in Libia

Eni vola a Londra per il piano strategico, continua a scendere la produzione in Libia

9 Marzo 2011 10:16

I fari del mercato sono puntati su Eni che domani presenterà a Londra il nuovo piano strategico. Il colosso petrolifero si presenta all’appuntamento forte dei risultati 2010, ma con la grana Libia. Questa mattina, in un’intervista al Financial Times, il Ceo Paolo Scaroni ha dichiarato che la produzione nel Paese nordafricano ha subito un’ulteriore flessione a 100 mila barili al giorno rispetto agli oltre 270 mila prima dello scoppio della rivolta anti Gheddafi. La produzione è principalmente gas utilizzato dal mercato libico per gli impianti di power generation, ma le esportazioni di greggio non sono del tutto ferme. Scaroni ha quindi difeso la decisione di rimanere in Libia e continuare a produrre, precisando però che “se la comunità internazionale ci dirà di non produrre in Libia, allora fermeremo la produzione”.


La crisi libica ha sicuramente creato qualche grattacapo al gruppo di San Donato Milanese, visto che Tripoli è il primo fornitore di petrolio dell’Italia. Eni ha inoltre in programma un piano d’investimenti in Libia da 28 miliardi di euro per i prossimi 25 anni. Gli esperti ritengono comunque limitato il rischio di una revisione negativa dei contratti di lungo termine, visto che gli accordi sono decisamente favorevoli alle autorità libiche: Eni paga nel Paese il 70% di tasse. La società guidata da Paolo Scaroni si presenta all’appuntamento londinese spinta da un report di BofA Merrill Lynch, che vede il titolo Eni a 25 euro ovvero sui livelli di metà 2008.


Secondo il broker americano gli elevati prezzi del petrolio controbilanceranno l’esposizione in Nord Africa. “Eni rimane sottovalutata rispetto ai competitor e alle controllate quotate (Snam RG e Saipem), di riflesso ai dubbi del mercato sulla crescita della divisione E&P e sulla debolezza del mercato europeo del gas”, ha scritto BofA aggiungendo che queste preoccupazioni verranno meno grazie “all’avvio di nuovi campi nel 2012 e al recupero della profittabilità del business gas”.


Focalizzando l’obiettivo sul piano strategico, Eni si aspetta un 2011 ancora caratterizzato da incertezza e volatilità, soprattutto a causa della domanda depressa di gas sul mercato europeo. La produzione di petrolio è invece vista in lieve crescita rispetto agli 1,95 milioni di barili registrati nel 2010. Il colosso oil procederà inoltre a ritmo sostenuto sul piano dismissioni. Le prime partecipazioni ad essere cedute saranno probabilmente il 49% detenuto nel gasdotto Tenp e il 46% posseduto nel gasdotto Transitgas. Due cessioni che rientrano negli impegni presi lo scorso anno con la Commissione Europea. Le due dismissioni dovrebbero portare nelle casse di San Donato circa 1,5 miliardi di euro.


Gli investitori chiederanno inoltre notizie sul timing della cessione del 33% detenuto da Eni nella portoghese Galp, dopo che lo scorso mese era saltata la trattativa con Petrobras. Uno stop dovuto soprattutto ad uno scontro sul prezzo: il gigante brasiliano aveva offerto 3,3-3,5 miliardi di euro, 1 miliardo in meno della cifra richiesta da Eni. Scaroni ha dichiarato più volte di non avere fretta di vendere la partecipazione in Galp, visto che dal 2000 ha generato per Eni un ritorno di circa 1 miliardo di euro. Scaroni, infine, non potrà sottrarsi alle inevitabili domande sul rinnovo del board previsto per metà aprile. La partita è aperta ma il top manager dovrebbe rimanere saldamente alla guida del colosso petrolifero italiano.