Eni, utile record nel 2022, Q4 sotto le attese. Descalzi conferma le priorità: investimenti e decarbonizzazione
Nel 2022, il gigante energetico di Piazza Affari, Eni ha registrato un utile record grazie ai prezzi elevati del petrolio e del gas, pur mancando le stime di Bloomberg per il quarto trimestre. Il titolo prosegue al ribasso a Piazza Affari (-1,1%) a quota 13,96 euro per azione.
Nel dettaglio, la blue chip ha chiuso l’anno con un utile operativo adjusted (Ebit adjusted) di €20,4 miliardi, raddoppiato rispetto al 2021, riflettendo l’eccellente andamento dei settori E&P (Exploration and Production), GGP (Global Gas & LNG Portfolio) e del business R&M.
L’utile netto adjusted di competenza degli azionisti per l’esercizio 2022 è pari a €13,3 mld, in aumento di €9 mld rispetto all’esercizio 2021 grazie agli eccellenti risultati della gestione industriale e al notevole contributo delle partecipate valutate con il metodo del patrimonio.
Esaminando i risultati di Eni al 31 dicembre 2022, l’AD, Claudio Descalzi ha commentato: “Nel 2022 ci siamo fortemente impegnati non solo nel progredire nei nostri obiettivi di sostenibilità ambientale, ma anche nel garantire la sicurezza energetica all’Italia e quindi all’Europa, costruendo una diversificazione geografica e delle fonti energetiche. I risultati operativi e finanziari che abbiamo raggiunto sono stati eccellenti, così come la capacità di garantire in tempi rapidi forniture stabili all’Italia e all’Europa e il progresso nei piani di decarbonizzazione.”
Inoltre, il numero uno di Eni ha confermato le priorità strategiche: “continueremo a investire per assicurare la stabilità e regolarità delle forniture per soddisfare il fabbisogno energetico e per decarbonizzare le nostre attività e l’offerta ai clienti, mantenendo la disciplina finanziaria indispensabile per garantire ritorni attrattivi agli azionisti.”
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Eni, utile del IV trimestre sotto le stime
Per quanto riguarda i numeri del quarto trimestre, l’Ebit adjusted di gruppo si è attesto a €3,6 mld (inferiore alle stime di Bloomberg, pari a €4,1 mld), con una flessione di €0,2 mld rispetto al corrispondente trimestre 2021 per effetto della riclassifica di Azule Energy (attività Eni E&P in Angola) nelle partecipazioni, della minore produzione di idrocarburi e dei proventi one-off 2021 di GGP, in parte compensati dal robusto andamento dell’attività R&M.
L’utile netto adjusted del quarto trimestre 2022 è stato pari a €2,5 mld (sotto il consensus di Bloomberg, pari a 2,6 mld), registrando un aumento di quasi il 50% rispetto al corrispondente periodo 2021, quindi un incremento di €0,8 mld, per effetto dei maggiori risultati delle società valutate al patrimonio netto che riflette in parte l’avvio dalla JV Azule, più che compensando il minore risultato operativo.
Il flusso di cassa operativo adjusted del Gruppo prima del capitale circolante al costo di rimpiazzo è stato di €4,1 mld. Su base annua ha raggiunto €20,4 mld, al netto di €8,5 mld di imposte pagate, con un incremento del 60% rispetto al 2021.
L’indebitamento finanziario netto ex-IFRS 16 (International Financial Reporting Standards) al 31 dicembre 2022 è pari a €7 mld, in diminuzione di €2 mld rispetto al 31 dicembre 2021. Il leverage di gruppo a 0,13, rispetto allo 0,20 al 31 dicembre 2021.
Capitolo Plenitude
Per quanto riguarda Plenitude, la società benefit del mondo dell’energia controllata al 100% da Eni, Claudio Descalzi ha Dichiarato: “Plenitude ha raggiunto 2,2 GW di capacità rinnovabile, il doppio dello scorso anno, e sarà affiancata dalla neo costituita Eni Sustainable Mobility nel portare avanti il piano di azzeramento delle emissioni dei clienti. Questo veicolo, facendo leva sulla forte presenza nel settore dei biocarburanti, offrirà soluzioni per una mobilità sempre più decarbonizzata ai clienti in Italia e in Europa.”