Notizie Notizie Italia Eni lavora su trasformazione della governance, intanto titolo mostra quadro tecnico critico

Eni lavora su trasformazione della governance, intanto titolo mostra quadro tecnico critico

15 Maggio 2019 15:06

L’assemblea degli azionisti di Eni ieri ha approvato il bilancio 2018 che si è chiuso con utile pari a 3,17 miliardi e deliberato il dividendo relativo all’esercizio 2018 che si determina tra acconto (0,42 euro) e saldo (0,41 euro) in 0,83 euro per azione (che per Cdp e Mef si traducono in due assegni, rispettivamente, da 777 milioni e 131 milioni). L’assemblea ha inoltre autorizzato il cda a procedere all’acquisto di azioni proprie fino all’1,84% circa del capitale sociale di Eni, per un periodo massimo di 18 mesi.

 

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, durante l’assemblea si è riaperto il cantiere di una possibile trasformazione del sistema di corporate governance di Eni con l’obiettivo di approfondire due innovazioni, il cosiddetto staggered board (la scadenza differenziata degli amministratori) e il modello monistico di amministrazione e controllo, in linea con quanto avviene nel mondo anglosassone e in Italia nel settore bancario e assicurativo.

 

I tempi per un’eventuale modifica, riporta il quotidiano finanziario, non saranno brevi anche perché l’adeguamento dell’assetto dovrebbe essere comunque preceduto da una doppia modifica normativa, del codice civile e del Testo unico della finanza (almeno per quanto riguarda lo staggered board), e puntellato poi, a valle, da un cambio dello Statuto.

 

“Lo staggered board – ha spiegato la presidente di Eni, Emma Marcegaglia – assicura la conservazione delle competenze e delle esperienze maturate nel tempo, che possono essere compromesse dal rinnovo integrale dell’organo di amministrazione, specie in società complesse come Eni”.

 

Quanto al sistema monistico, che sostanzialmente porterebbe a riunire in un unico organo l’attuale cda e il collegio sindacale, “è oggetto di attenzione – ha chiarito la manager – sia perché è il sistema più simile a quello delle altre compagnie e quindi più facilmente comprensibile dal mercato, sia perché appare più efficiente, integrando i controlli nella gestione e razionalizzandoli”.

 

Un modello in cui l’organo di controllo è un’articolazione del cda “può funzionare bene in società come Eni, dotate di strutture interne di controllo molto forti” ha sottolineato la stessa Marcegaglia che punta quindi “ad aprire un dibattito per verificare se sussiste il necessario consenso per poi passare, eventualmente, alla fase propositiva”.

Nuova scoperta a olio leggero e ok al progetto Rovuma

In attesa di nuovi sviluppi su questo fronte, Eni continua comunque ad ottenere importanti risultati. Il gruppo ieri ha annunciato un’altra importante scoperta a olio leggero nel Blocco 15/06 nel deep offshore angolano. Il pozzo è stato perforato sul prospetto esplorativo denominato Ndungu. La nuova scoperta è stimata contenere fino a 250 milioni di barili olio leggero in posto con ulteriore potenziale.

 

Sempre ieri Eni ha incassato il via libera del governo del Mozambico al piano di sviluppo del progetto Rovuma Lng per la produzione, liquefazione e commercializzazione di gas naturale da tre giacimenti del complesso Mamba situati nell’Area 4, nell’offshore del Bacino della Rovuma, due dei quali straddling con l’Area 1.

 

Tornando, infine, all’assemblea, il confronto ha offerto al management l’occasione per puntualizzare alcuni degli obiettivi fissati nell’ultimo piano strategico. “Noi non controlliamo i prezzi del petrolio che sono estremamente variabili per fatti geopolitici, tensioni, dazi, accordi tra Opec e paesi non Opec – ha spiegato l’ad di Eni, Cluadio Descalzi -. Quello che dobbiamo fare, quindi, è continuare a crescere con una cash neutrality molto bassa: dobbiamo bilanciare disciplina finanziaria e crescita sostenibile di lungo termine”.

Il titolo tenta di arrestare lo scivolone in area 14,3 euro

Oggi Eni che arretra dell’1,64% a 14,36 euro. Il profilo tecnico di Eni è in peggioramento. Dopo aver rotto in primis il livello chiave dei 16 euro e successivamente la parte bassa del canale ascendente di medio periodo, il titolo ha iniziato a scendere infrangendo diversi supporti importanti come quello in area 15 euro e il ritracciamento di Fibonacci del 61,8% a 14,63 euro.

 

Ora i corsi stanno fronteggiando il supporto collocato a 14,32 euro che se rotto potrebbe provocare una caduta verso i 14 euro. Si consiglia cautela per un approccio rialzista perché RSI è ancora vicino al livello di ipercomprato. In caso di recupero, il primo ostacolo da superare è quello a 14,62 euro che potrebbe aprire la strada verso i 15 euro.