Notizie Notizie Italia Eni, in settimana i conti del 3° trimestre. Resta nodo Plenitude

Eni, in settimana i conti del 3° trimestre. Resta nodo Plenitude

25 Ottobre 2023 11:08

A Piazza Affari occhi puntati su Eni, con il titolo che si mantiene poco sopra la parità a quota 15,4 euro, in attesa dei conti trimestrali in uscita venerdì prima dell’apertura delle negoziazioni. Nell’attesa vediamo cosa si aspettano gli analisti per il Cane a sei zampe.

Preview sui conti del terzo trimestre

I conti del terzo trimestre di Eni saranno presentati questo venerdì (27 ottobre) prima dell’apertura dei mercati, con il Consiglio di Amministrazione della società che commenterà alle 10:00 (27 ottobre) i risultati del trimestre.

Le attese, pubblicate sul sito della società, indicano che gli analisti si aspettano mediamente un utile netto rettificato trimestrale di 1,6 miliardi di euro, in calo del 15% rispetto al trimestre precedente. Anche gli analisti di Equita, che confermano su Eni la raccomandazione di acquisto (rating buy) e un target price di 19,5 euro, si aspettano un calo degli utili operativi di circa il 16% rispetto il trimestre precedente.

L’utile per azione (Eps) per il 3° trimestre è visto dagli analisti a quota 0,51 euro, in calo rispetto allo 0,57 realizzato nel trimestre precedente. I ricavi trimestrali (su Bloomberg) sono stimati a quota 29,38 miliardi di euro, in deciso incremento rispetto ai 19,5 messi a segno nel trimestre precedente, ma in deciso calo rispetto ai 37 miliardi del medesimo periodo dell’anno scorso.

Per quanto riguarda i flussi di cassa, le attese sono mediamente per un Cash Flow From Operations (CFFO) rettificato di circa 3,5 miliardi di euro. Da questo punto di vista, Equita si aspetta flussi di cassa per 3,2 miliardi di euro, con investimenti che dovrebbero attestarsi a 2,2 miliardi.

“Il ramo downstream di Eni è atteso in recupero dopo che ha perso terreno negli ultimi trimestri”, commentano gli analisti di Bloomberg. Ricordiamo che per downstream si intende l’insieme dei processi operativi che comprende i processi di trasformazione del petrolio (raffinazione) allo scopo di ottenere i prodotti derivati destinati al commercio e la loro distribuzione.
Sul fronte upstream, ovvero l’insieme dei processi operativi da cui ha origine l’attività di produzione di gas naturale e petrolio, gli analisti si attendono un miglioramento su base trimestrale degli utili.

La leva finanziaria (leverage) è vista stabile ed entro le linee guida al 10-20%, 15% a metà anno (IAS-17), “come risultante della forte generazione di cassa compensata dalla remunerazione degli azionisti nel trimestre tramite dividendo”, commenta Equita.

I target per il 2023

Secondo gli analisti di Equita, i target di Eni per il 2023 risultano “piuttosto conservativi” (Ebit 12 miliardi, CFFO rettificato 15,5-16 miliardi). Secondo Equita, infatti, Eni nel 2023 potrebbe battere le attese sui target per l’anno in corso, con gli analisti che ora si aspettano un Ebit per 13,9 miliardi e CFFO rettificato 16,2 miliardi di euro.

Secondo gli analisti di Bloomberg, “la performance globale del gas e del GNL potrebbe rallentare grazie all’elevata ottimizzazione degli asset e all’acquisizione di valore commerciale nell’ultimo trimestre; anche se Plenitude & Power potrebbe continuare a fornire utili e crescita della capacità, a fronte di una maggiore guidance del segmento a metà anno”, conclude l’analista.

Il nodo Plenitude, il satellite green di Eni

Secondo alcune dichiarazioni del Ceo di Eni Descalzi, Eni sarebbe impegnato in “interlocuzioni anche avanzate con un investitore strategico” per quanto riguarda Plenitude. Negli scorsi mesi, infatti, era emerso che Eni sarebbe in trattativa con il fondo svizzero Energy Infrastructure Partners (EIP) per la cessione di una quota del 10%-15% di Plenitude e l’obiettivo successivo di quotazione (IPO) sarebbe centrato sul 2024.

Nel 2022 Plenitude aveva generato un margine operativo lordo (Ebitda) di circa €600 mln e questo nonostante il contesto di mercato sfidante, con un obiettivo 2023 a €800 milioni e a €1.8 miliardi nel 2026. “Il modello satellitare di Eni prevede la creazione di entità indipendenti (come Plenitude e Sustainable Mobilità) e che possono essere valorizzati tramite cessioni di quote di minoranza liberando risorse per accelerare la transizione energetica“, commentano gli analisti di Equita in attesa dei conti.

Le società satellite di Eni includono attività e investimenti a basse emissioni di carbonio che “avrebbero valorizzazioni superiori a quelli di Eni e che permetterebbero l’ingresso di investitori a cui è preclusa la partecipazione nel settore oil & gas”. In questo contesto, gli analisti di Equita ritengono “che il processo di valorizzazione, se realizzato, possa essere un catalizzatore positivo sul titolo”.

Eni: verso i livelli del 2019

A Milano andamento positivo per Eni, che oggi si trova sopra la parità, portando così il bilancio da inizio anno ad un +15%; +25% rispetto i prezzi di un anno fa. Al rialzo, i livelli di resistenza che potrebbero ostacolare un’avanzata dei prezzi si trovano sopra area 15,7 euro, massimi di periodo raggiunti settimana scorsa.

Ecco che se Eni dovesse superare al rialzo e con volumi di contrattazione in aumento quest’area di resistenza, i successivi livelli da monitorare si trovano a quota 16 euro, prezzi di marzo 2019.

Al ribasso, l’area supportiva più importante rimane quota psicologica dei 15 euro, area di prezzo da cui transita la media mobile a 50 periodi (linea gialla). Come vediamo la tendenza rialzista di Eni è confermata dalla posizione dei prezzi al di sopra della trendline costruita dai minimi del 2020 (linea blu), ma anche dalla posizione dei prezzi sopra la fondamentale media mobile a 200 periodi (linea arancione).

Altre aree supportive di rilievo sono 14,3 e area 14 euro.

Grafico giornaliero di Eni. Fonte Bloomberg

Il parere degli analisti su Eni

Guardando al consensus su Bloomberg vediamo come la maggioranza degli analisti (19) che seguono il titolo hanno una visione rialzista (“Buy”) su Eni. In 12 dicono di mantenere il titolo in portafoglio (rating hold), mentre nessuno indica una raccomandazione di vendita (Sell).

Il prezzo obiettivo a 12 mesi è sopra quota 17 euro, il che implicherebbe un rendimento potenziale dell’11% dai prezzi attuali a Piazza Affari.