Eni: 1Q in linea con stime, aumenta guidance e buyback

Avvio volatile a Piazza Affari per il titolo Eni, nonostante i conti in linea con le attese, la revisione al rialzo della guidance e l’ampliamento del piano di buyback a €1,6 miliardi. Ecco tutti i dettagli sui risultati del primo trimestre e le previsioni per il 2024 del colosso italiano dell’energia, in attesa della conference call di oggi pomeriggio.
Eni rispetta le attese sull’utile netto adjusted
Eni, tra le prime società di Piazza Affari a pubblicare i risultati, ha chiuso il primo trimestre del 2024 con un utile netto adjusted di 1,58 miliardi di euro, in calo del 46% su base annua ma sostanzialmente in linea con le previsioni degli analisti (1,57 miliardi secondo il consensus di Bloomberg).
Sulla flessione hanno pesato in parte il deterioramento del prezzo del gas europeo, il risultato meno positivo della divisione GGP, il peggioramento dei margini di raffinazione e la debolezza del business petrolchimico di Versalis.
Ebit adjusted sopra le stime nelle divisioni E&P e GGP
L’utile operativo proforma adjusted è pari a 4,12 miliardi, in flessione del 30% su base annua. A livello di singole business unit, l’utile operativo adjusted del segmento Exploration & Production si è attestato a 3,32 miliardi, rispetto alle stime di 2,42 miliardi, e quello della unit Global Gas & LNG Portfolio a 325 milioni, contro 298 milioni previsti.
Sopra le attese la produzione del settore E&P, pari a 1,74 milioni di barili equivalenti di petrolio al giorno (boe/d), a fronte di 1,69 milioni attesi.
L’utile netto del gruppo è pari a 1,21 miliardi di euro, in calo del 49% su base annua (consensus 1,56 miliardi)
Per quanto riguarda la generazione di cassa, il flusso di cassa netto da attività operativa si riduce del 36% a 1,9 miliardi, rispetto a 3,26 miliardi delle aspettative.
Le nuove guidance di Eni per il FY 2024
Per quanto riguarda l’intero esercizio, Eni ha rivisto al rialzo le previsioni annuali di EBIT proforma adjusted e di flusso di cassa adjusted prima della variazione del circolante a oltre €14 miliardi (su quest’ultimo erano pari a 13,5 mld).
Il Gruppo ha confermato la previsione di produzione annua di idrocarburi del segmento E&P nell’intervallo di 1,69 -1,71 mln di boe/g (assumendo un prezzo del Brent rivisto da 80 a 86 $/bbl) e la stima di un EBIT proforma adjusted del segmento GGP pari a €0,8 miliardi.
Per quanto riguarda Enilive e Plenitude, viene confermata la previsione di Ebitda proforma adjusted di €1 mld per ciascun business, con una capacità installata di energia rinnovabile prevista a 4 GW a fine 2024, più circa 2 GW di progetti organici in costruzione.
Invariata anche la stima di investimenti organici per circa €9 miliardi (7-8 miliardi al netto degli incassi dal piano di dismissioni).
Piano buyback rivisto al rialzo
Il piano di acquisto di azioni proprie è stato incrementato a €1,6 miliardi, in aumento del 45% rispetto a €1,1 mld annunciati nel Capital Market Update di marzo.
Questa variazione è in linea con la politica di remunerazione che attribuisce il 30-35% del flusso di cassa da attività operativa attraverso dividendi e buyback e che prevede di destinare all’acquisto di azioni proprie fino al 60% dei flussi di cassa incrementali rispetto alle previsioni del management.
La decisione è soggetta all’approvazione di un piano di acquisto fino a €3,5 mld nell’Assemblea del 15 maggio. Gli azionisti voteranno anche sul dividendo 2024 di €1 per azione, che rappresenta un aumento del 6% rispetto al 2023, con pagamento in quattro tranche a partire da settembre 2024.
L’ultima rata trimestrale del dividendo 2023 di €0,23 per azione sarà pagata il 22 maggio 2024, con stacco cedola il 20 maggio 2024.
L’aumento del debito non convince gli analisti
Nonostante i risultati perlopiù in linea con le stime e l’aumento del buyback, le azioni Eni hanno invertito la rotta dopo un avvio di seduta positivo, complici le preoccupazioni degli analisti per l’aumento del debito, evidenziate sia da Rbc sia da Morgan Stanley.
L’indebitamento finanziario netto ex-IFRS 16 è aumentato a €12,9 mld, con un leverage pari a 0,23. L’incremento del debito è dovuto in parte a un deflusso di capitale circolante pari a 2 miliardi di euro, oltre a flussi di cassa netto da attività operativa adjusted per €3,9 mld, investimenti per €2 mld, dividendi per 1,2 miliardi e ad acquisizioni/disinvestimenti per 1,7 miliardi.
Per Equita Sim, i principali Kpi di Ebit adjusted, utile netto e flusso di cassa operativo sono migliori delle attese. “A livello divisionale, il segmento E&P ha battuto più significativamente le stime”. Nel complesso, il set di risultati può avere “implicazioni positive per il titolo, grazie all’incrementato buyback e l’outlook più forte”.