Notizie Notizie Mondo Elezioni Usa: Trump o Clinton? Puntare comunque su biotech e infrastrutture (analisti)

Elezioni Usa: Trump o Clinton? Puntare comunque su biotech e infrastrutture (analisti)

8 Novembre 2016 11:51

Wall Street vive l’Election Day su livelli vicini ai massimi storici: l’indice S&P 500 ha infatti chiuso ieri sera a 2.131 punti, non lontano dai top di sempre toccati a 2.194 punti. Senza dimenticare che il ciclo economico americano è in crescita dal 2009. “Il Cyclically Adjusted Price-Earnings del mercato americano sta a 27x, ben al di sopra della sua media storica lasciando poco spazio di guadagno per un investitore di medio periodo”, è il commento di Stefano Reali, Fund Manager di Pharus Management.

Il balzo di ieri di Wall Street, con gli indici che hanno registrato la migliore performance giornaliera dallo scorso marzo, lascia presagire che i mercati stanno scontando una vittoria di Hillary Clinton, mentre gli analisti temono un’iniziale instabilità in caso di vittoria di Donald Trump. “Il settore dei servizi finanziari e le industrie del petrolio, carbone e gas naturale potranno beneficiare di una regolamentazione meno stringente proposta dai repubblicani; mentre energie rinnovabili e tech saranno avvantaggiati da un presidente democratico”, spiega Stefano Reali.

Sono due i settori che potrebbero beneficiare sia in caso di vittoria di Trump sia di successo di Clinton. “Rimaniamo positivi sul settore pharma&biotech in quanto l’asset class sta già incorporando un elevato livello di incertezza. Continuiamo a mantenere una view costruttiva soprattutto nei confronti del comparto biotecnologico, in quanto i fondamentali rimangono solidi e le valutazioni hanno raggiunto livelli estremamente interessanti”, commenta il Fund Manager di Pharus Management.

L’altro settore è quello delle infrastrutture in quanto, secondo Stefano Reali, sia i democratici che i repubblicani pensano che la spesa in quest’ambito debba essere aumentata in modo consistente: le infrastrutture americane sono state installate per la quasi totalità tra gli anni ’50-’70, per poi limitare gli investimenti da quel momento in avanti.