Ecofin: intesa raggiunta su ‘fallimento ordinato’ banche
Accordo raggiunto tra i 27 ministri delle Finanze dell’Unione europea sulle regole da applicare nel caso di crisi delle banche, una delle tappe dell’Unione bancaria. Nella notte l’Ecofin ha infatti trovato l’intesa su come verrà ripartito il costo delle future crisi bancarie. In sostanza si passa dal salvataggio da parte degli Stati alla ripartizione delle perdite all’interno della banca stessa. La situazione cambia in maniera radicale: se un istituto di credito fallisce il nuovo piano prevede che le perdite vengano fronteggiate prima dagli azionisti, poi dagli obbligazionisti, e infine da coloro che hanno dei depositi, esclusi quelli sotto i 100mila euro che sono garantiti da una direttiva europea. I cittadini e contribuenti verranno così tutelati.
“Accordo fatto a Bruxelles. Un buon compromesso nella direzione dell’Unione bancaria che contribuisce a spezzare il circolo vizioso tra rischio sovrano e rischio bancario”. Così Fabrizio Saccomanni, il ministro dell’Economia e delle Finanze italiano, ha commentato su Twitter l’intesa raggiunta al termine dell’Ecofin di ieri. “Un sistema di tutela dei risparmiatori che combina un quadro armonizzato con flessibilità necessaria a tener conto di specificità nazionali” ha poi aggiunto sul social network Saccomanni.
Si tratta di un importante compromesso tra le posizioni di alcuni Stati membri, come Francia e Gran Bretagna, che chiedevano maggiore flessibilità su chi paga il conto in caso di fallimento, ed altre, come Germania che chiedeva regole uguali per tutte.
Un importante accordo preso a poche ora dal’inizio dei lavori del Consiglio europeo che prende oggi il via a Bruxelles. Al vertice che si concluderà domani prenderà parte anche il presidente del Consiglio italiano, Enrico Letta. Questo summit sarà incentrato sulla politica economica e, in particolare, su tre questioni principali: in primis, le conclusioni del semestre europeo di quest’anno (coordinamento della politica economica e di bilancio degli Stati membri); secondo, la valutazione degli sforzi per favorire la competitività, l’occupazione e la crescita, con un accento particolare sulle iniziative per promuovere l’occupazione giovanile e il finanziamento dell’economia; e infine i progressi nel completamento dell’unione economica e monetaria dell’UE, in particolare l’unione bancaria.