E’ tempo di vendere Nvidia? Il guru tech di Wall Street incassa e investe su altri 4 Magnifici Sette
Nvidia rimane sotto i riflettori a Wall Street. Ma dopo il rally forsennato degli ultimi 24 mesi, c’è chi pensa sia arrivato il momento di alleggerire le posizioni. Tra i grandi investitori specializzati nel settore tech spunta infatti chi sta alleggerendo le posizioni su Nvidia a pannagio di altri titoli.
Citi alza l’asticella su Nvidia a 175 dollari
Citi ha reiterato il rating “Buy” su Nvidia e i numeri folgoranti arrivati dall’ultima trimestrale e hanno indotto la casa d’affari a rivedere al rialzo la valutazione. Il nuovo prezzo obiettivo è di $ 175 (dai 170 precedenti) accodandosi così al coro di promozioni arrivare post-conti. La forte posizione di Nvidia nell’intelligenza artificiale porta una netta prevalenza dei “Buy” sul titolo nonostante i multipli molto elevati a seguito del triplicarsi dei valori in borsa nell’ultimo anno.
C’è chi invece sta iniziando a prendere profitto su Nvidia. L’investitore miliardario Philippe Laffont, fondatore di Coatue Management, ha venduto milioni di azioni di Nvidia, così come di Meta, anche se detiene ancora quote significative in entrambe le società.
Le ultime mosse di Laffont: alleggerite le quote in Nvidia e Meta
Nel terzo trimestre, Laffont ha però fatto qualche riposizionamento. Nel dettaglio ha venduto più di 3,6 milioni di azioni Nvidia, ossia il 26% della quota dal suo fondo Coatue. Non una vendita sporadica in quanto Laffont ha venduto circa l’80% delle sue azioni Nvidia negli ultimi 18 mesi. Tuttavia, grazie all’ascesa delle azioni, il valore totale di quelle partecipazioni è diminuito solo di 152 milioni di $, attestandosi attualmente a 1,23 miliardi e al 4,5% del portafoglio di Coatue, settima maggiore partecipazione del fondo.
Pulsante “sell” anche su Meta Platforms, di cui ha venduto più di 488mila azioni, ovvero il 12% circa della quota di Coatue. Meta è la partecipazione più grande del fondo, con un totale di 3,69 milioni di azioni per un valore di 2,11 miliardi.
Proprio Nvidia e Meta sono i due titoli dei Magnifici Sette che hanno avuto le performance migliori quest’anno, con rialzi rispettivamente del 186% e del 58%.
Ecco invece le big tech che ha acquistato con convinzione
Allo stesso tempo Laffont ha aumentato la partecipazione in Tesla comprando 596mila azioni, con un incremento del 36%. Tesla ora rappresenta il 2,2% del portafoglio di Laffont. Una mossa che gli ha permesso di posizionarsi in anticipo rispetto al rally messo a segno da Tesla questo mese in scia all’esito delle elezioni Usa con le crescenti attese che l’amministrazione Trump allenterà le normative relative alle auto a guida autonoma.
Laffont si è m ossa in acquisto anche su Alphabet, acquistando più di 917mila azioni di Classe A e 46mila azioni di Classe C. Coatue detiene un totale di oltre 4,3 milioni di azioni Alphabet per un valore di 721 milioni, ovvero circa il 2,7% del portafoglio.
E’ aumentata anche la partecipazione in Amazon con l’acquisto di 496mila azioni, con un incremento di circa il 4,6%. Ciò porta il totale delle partecipazioni di Laffont a quasi 11,3 milioni di azioni per un valore di 2,1 miliardi, ossia la seconda più grande partecipazione di Coatue.
Infine, acquistate anche 151mila azioni Microsoft, portando la quota di Coatue a 3,85 milioni di azioni per un valore di circa 1,7 miliardi, ovvero circa il 6% del portafoglio e la sua quarta posizione più grande.
Chi è Philippe Laffont
Laffont come altri grandi investitori miliardari vanta un portafoglio pieno di azioni tech, in particolare focalizzati sui titoli azionari dei Magnifici Sette. Laffont negli anni ha trasformato Coatue Management nel fondo speculativo tecnologico più noto al mondo, passato da una size di soli 50 milioni di dollari nel 1999 ai 27 miliardi di dollari di asset in gestione attuali. “Non servono mille grandi idee per avere successo nel nostro business, servono solo una o due idee chiave da cui poi iniziano a cadere tutti i tasselli del domino”, ha sottolineato Laffont in un’intervista al Financial Times.
E in effetti Laffont, anche se detiene in totale decine di titoli, vede il suo portafoglio costituito per ben il 31% dai titoli dei Magnifici Sette, e molti altri presentano legami con l’intelligenza artificiale.