Notizie Asset Class Indici e quotazioni E’ il D-Day, iniziato countdown annunci dazi: stime al ribasso e tre tagli dei tassi per Fed e Bce

E’ il D-Day, iniziato countdown annunci dazi: stime al ribasso e tre tagli dei tassi per Fed e Bce

2 Aprile 2025 11:26

È il D-Day per i mercati mondiali. Dopo le tariffe fiscali del 25% già applicate su acciaio e alluminio, oggi Donald Trump illustrerà i dazi sugli altri prodotti, che scatteranno contro tutti i Paesi “che hanno approfittato degli Stati Uniti”.  Le prospettive degli analisti non sono buone e il taglio delle stime di crescita è il nuovo mantra delle banche d’affari, soprattutto per gli Usa. Una situazione che impatta anche sul taglio dei tassi di Federal Reserve (Fed) e Banca centrale europea (Bce).

Il contesto politico

“Introdurremo dazi reciproci nei confronti di Paesi che ci tassano, saremo molto gentili con gli altri Paesi”, ha spiegato Trump senza scendere nel dettaglio dei provvedimenti.
Goldman Sachs prevede che l’aliquota tariffaria media degli Stati Uniti aumenterà di 15 punti percentuali nel 2025, 5 punti percentuali in più rispetto alle precedenti previsioni di base, e prevede che Trump annuncerà tariffe reciproche pari in media al 15% su tutti i partner commerciali degli Stati Uniti. E mentre i vertici della Ue promettono “vendetta” contro le tariffe a stelle e strisce, l’Italia sceglie la strada del dialogo: “Diplomazia”, il mantra ripetuto in queste settimane dalla premier Giorgia Meloni, alle prese con il difficile compito di limitare i danni all’export italiano, soprattutto in settori come agroalimentare, moda e meccanica. Uno spiraglio potrebbe aprirsi in occasione della possibile visita in Italia del vicepresidente americano J. D. Vance entro fine mese.

Le stime al ribasso

Dagli analisti arriva una pioggia di revisioni al ribasso. Secondo e-Toro, il pacchetto — annunciato dal presidente Trump — colpirà 286 miliardi di dollari di importazioni, con un’aliquota tariffaria effettiva che potrebbe salire al 13%. Il Tax Foundation stima un impatto negativo sul Pil Usa intorno al -0,5%. Goldman Sachs, da parte sua, ha aumentato la probabilità di una recessione negli Stati Uniti dal 20% al 35% e ha affermato di aspettarsi ulteriori tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, poiché i dazi del presidente Donald Trump stanno sconvolgendo l’economia globale e i mercati finanziari. La società di intermediazione ha inoltre abbassato le previsioni di crescita del Pil della più grande economia mondiale per il 2025 dall’1,5% al ​​2%.

Nuovi target per l’S&P500

In una nota separata, Goldman ha anche tagliato il suo obiettivo di fine anno per l’indice S&P 500 per la seconda volta questo mese, passando da 6.200 a 5.700, il livello più basso tra le società di brokeraggio di Wall Street, seguito dal target di Barclays a 5.900.

Ubs avverte: “Gli investitori si preparino ad una elevata volatilità”. La stagione degli utili del primo trimestre, che inizierà a fine aprile, sarà probabilmente fortemente incentrata sui potenziali effetti diretti e indiretti delle tariffe. “Dopo aver considerato gli effetti delle tariffe e i dati di crescita più lenti finora nel 2025, ora prevediamo una crescita degli utili per azione del 6% e di conseguenza abbiamo ridotto il nostro obiettivo di fine anno per l’indice a 6.400 (da 6.600)”, precisa Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management, secondo cui “ci sarà ancora un rialzo significativo per le azioni statunitensi in generale entro la fine dell’anno”.

Ulteriori tagli ai tassi  e recessione in Ue

Goldman Sachs stima poi che la Fed taglierà consecutivamente i tassi di interesse a luglio, settembre e novembre, rispetto alla precedente previsione di due tagli a giugno e dicembre. Concorde anche Ubs: “La nostra opinione è che la Fed sarà disposta a rispondere a qualsiasi segnale di debolezza nel mercato del lavoro con tagli dei tassi, anche se l’inflazione rimane leggermente al di sopra dell’obiettivo”.

E cosa accadrà in Ue. Secondo la view di Goldman Sachs, l’economia della regione potrebbe entrare in una recessione “tecnica” già quest’anno. La banca d’affari Usa prevede una crescita “scarsa” per il resto del 2025, con una crescita non annualizzata dello 0,1%, 0,0% e 0,2% rispettivamente nel secondo, terzo e quarto trimestre.

“Stimiamo che le nostre nuove ipotesi tariffarie abbasseranno il Pil reale dell’area dell’euro di un ulteriore 0,25% rispetto al nostro precedente valore di riferimento, per un impatto complessivo sul livello del Pil dello 0,7% rispetto a uno scenario controfattuale senza tariffe entro la fine del 2026”, ha affermato Goldman. Tuttavia, in uno scenario più “ribassista” di tariffe, Goldman vede un impatto totale dell’1,2% sull’economia, che potrebbe spingere l’area euro in una recessione tecnica nel 2025, rispetto a uno scenario senza tariffe. In questo contesto  la Bce effettuerà un ulteriore taglio a luglio, insieme alla sua precedente previsione di un taglio dei tassi ad aprile e giugno.