Draghi scatena il Buy Italy, è solo l’inizio? Previsioni degli analisti su spread, Btp e Piazza Affari con SuperMario (e quelle se tentativo fallirà)
Mario Draghi si appresta a diventare il primo ministro del 132° governo italiano negli ultimi 160 anni. Le probabilità di successo del tentativo di formare un esecutivo istituzionale appaiono alte considerando le parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha escluso quasi categoricamente l’altra ipotesi sul tavolo, ossia andare a elezioni anticipate.
Nell’ipotesi di un voto favorevole del Parlamento, si perverrà a un Governo Draghi chiamato a implementare le proposte per il Next Gen EU. Un esecutivo di alto profilo, come sottolineato ieri sera d Mattarella, con al suo interno nomi di spicco (tra quelli che circolano ci sono Panetta o Cottarelli per l’Economia, Marta Cartabia per la Giustizia, Enrico Giovannini per il ministero del Lavoro o al MISE) chiamati a gestire l’emergenza pandemica ma anche ad accelerare anche sul fronte delle riforme strutturali. Nel caso in cui dalle consultazioni emergesse “un sostegno significativo e duraturo in Parlamento (almeno 170 voti favorevoli/appoggi al Senato) Mario Draghi potrebbe non solo focalizzarsi sui punti già espressi dal presidente Mattarella ma anche sui principali problemi dell’economia italiana, dalla bassa produttività all’elevato livello di disoccupazione”, asserisce Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia.
I mercati oggi hanno subito mostrato di gradire non poco la scelta di Mattarella con forti acquisti sui Btp così come sull’equity (+2,09% il close del Ftse Mib). Sul parterre di Piazza Affari sono stati forti gli acquisti sui titoli finanziari, le grandi banche quali Intesa e Uniicredit, così come Poste Italiane, tutti istituti che risultano fortemente esposti sui titoli di Stato italiani.
Italia pronta a raggiungere Spagna e Portogallo in termini di spread
Lo spread si è stretto portandosi ai minimi dal 2016 a ridosso del muro fatidico dei 100 pb. Dove potrebbe posizionarsi se l’avventura di Draghi a palazzo Chigi prendesse forma? “Sul BTP le prospettive più favorevoli possono far ipotizzare una convergenza (ancorché non completa) verso i rendimenti dei titoli governativi spagnoli che trattano, al momento, ad uno spread di 60 punti base contro il Bund tedesco”, argomenta Fabio Castaldi, Investment manager di Pictet Asset Management, che ipotizziamo quindi un’ulteriore compressione dello spread BTP/Bund fra i 20 e i 30 punti base con obbiettivo l’area 70/80 punti base se Draghi diverrà premier. Se si va alle urne, lo spread potrebbe addirittura schizzare in area 150bp.
Dello stesso parere Filippo Diodovich. “La credibilità internazionale e la reputazione di un governo con a capo Mario Draghi diminuirebbe il rischio paese “Italia” con uno spread in forte calo nelle prossime settimane sui livelli di Spagna e Portogallo (50-60 punti base). In tale scenario il settore bancario italiano riceverà molteplici benefici non solamente dalla discesa dello spread ma anche per un maggiore impegno dell’esecutivo ad agevolare la cessione di crediti deteriorati e maggiori incentivi governativi per un consolidamento del comparto per aumentare la redditività”. Di contro, in caso di consultazioni negative da parte di Draghi la risposta sui mercati potrebbe essere molto negativa con uno spread in forte crescita ben al di sopra di 130 punti base nelle prossime settimane e in caso di ritorno alle urne al di sopra dei 150 punti base.
Possibile ondata di capitali verso l’azionario Italia
Lato Piazza Affari, Equita oggi spiega che la credibilità di Draghi a livello internazionale potrebbe spostare flussi di capitale sull’Italia e in una prima fase potrebbero giovarsene i titoli liquidi (quindi appartenenti all’indice Ftse Mib) che traggono vantaggio dalla riduzione dello spread, dall’implementazione degli investimenti legati al Recovery Fund e/o dalla riduzione dello `sconto Italia`. Equita fa i nomi di Buzzi Unicem, Intesa, Mediobanca, Mediolanum e Stellantis.
Antonio Amendola, Fund Manager Equity Italia ed Europa di AcomeA SGR, concorda che i primi beneficiari per una questione di liquidità saranno i titoli blue chip, ma alla lunga i vincitori potrebbero essere le mid small cap che beneficiano maggiormente dei piani di investimento, sono rimaste indietro al livello di performance, hanno solidi fondamentali e sono “cheap”. “Una volta superata la prova della Camera e del Senato, avremo più chiarezza sulla squadra di Governo e sulla sua tipologia. Gli investitori, in particolare esteri, sono ancora scettici sulla nascita di questo Governo, ma allo Stato attuale è difficile che non si realizzi. Una volta in carica, ci aspettiamo importanti flussi sul nostro Paese sia sullo spread Btp/Bund, ma soprattutto sull’Equity”, è la previsione di Amendola.
Chi sosterrà Draghi? M5S e Lega ago della bilancia
Al momento non c’è un’evidenza chiara di chi sosterrà politicamente un governo Draghi. Nel centrosinistra Italia Viva è favorevole così come il PD, mentre in forse il sostegno del M5S con il reggente Vito Crimi e il fondatore Beppe Grillo che si sono detti contrari all’idea di un governo di unità nazionale. La galassia dei piccoli gruppi parlamentari moderati di centro sembra destinata ad appoggiare Draghi, mentre la posizione del centrodestra rimane incerta.
“Sospettiamo che Forza Italia uscirà e sosterrà un governo Draghi – argomenta Paolo Pizzoli, senior economist di Ing – . Il leader della Lega Matteo Salvini ha detto finora che non ci sono pregiudizi contro Draghi e che dipenderà molto dalle priorità che verranno indicate”. Fratelli d’Italia sembra, per il momento, deciso a non appoggiarlo.
“Se la Lega decidesse di sostenere il governo di Draghi e il 5SM lo negasse – ipotizza Pizzoli – i numeri sarebbero sufficienti per assicurare un’ampia maggioranza in entrambi i rami del parlamento italiano. Se entrambi scelgono monoliticamente di non sostenere il governo Draghi, è improbabile il successo del tentativo. Soluzioni intermedie che implichino una scissione nei due partiti darebbero a Draghi un sostegno parlamentare sufficiente”.