Notizie Notizie Italia Draghi non è bastato: Italia tra i paesi Ocse che hanno fatto peggio durante la pandemia

Draghi non è bastato: Italia tra i paesi Ocse che hanno fatto peggio durante la pandemia

10 Gennaio 2022 12:25

La rimonta del Pil italiano con l’insediamento del governo Draghi è indiscutibile: le principali istituzioni internazionali prevedono una crescita del prodotto interno lordo di oltre il +6% nel 2021, grazie al ritmo spedito delle vaccinazioni anti-Covid-19, all’effetto PNRR, in sintesi al nome garanzia Mario Draghi.

Aiuto Draghi-vaccini arrivato tardi: Italia tra i paesi che hanno fatto peggio in pandemia CovidConsiderando il 2021, l’economia italiana ha fatto sicuramente bene. Tuttavia, dando un’occhiata ai dati dell’Ocse relativi al periodo che va dal quarto trimestre del 2019 al terzo trimestre del 2021, l’Italia è tra i paesi che hanno fatto peggio. E’ quanto emerge dall’articolo dell’Economist Which economies have done best and worst during the pandemic?

Tradotto: “Quali economie hanno fatto meglio e quali hanno fatto peggio durante la pandemia”?

La tabella pubblicata dall’Economist presenta la velocità di ripresa delle economie che fanno parte del club dell’Ocse dalla recessione che ha colpito il mondo intero, nel 2020, a causa delle misure di lockdown lanciate ovunque per arginare i contagi da Covid.

LEGGI ANCHE

Btp nella morsa tra futuro Draghi e Bce in ritirata, il Tesoro all’arrocco. Saxo paventa worst scenario con turbolenze sullo spread

BTP e spread pagano incognita Draghi al Quirinale. L’appello: “Resti presidente del Consiglio, c’è ancora tanto da fare per l’Italia”

Pil & non solo, Economist: Italia tra paesi Ocse peggiori in pandemia

Emergono alcune sorprese, come quella dell’Irlanda che, nell’arco temporale considerato, è stata la nazione che ha ripreso a marciare al ritmo più alto del blocco, con un balzo del prodotto interno lordo pari a +22,3%.

Tuttavia l’Economist non si è limitato a raccogliere i dati relativi al Pil, ma ha preso come riferimento anche i redditi pro-capite delle famiglie, la performance degli indici azionari, le spese in conto capitale e il debito dei 23 paesi:

“Abbiamo classificato ciascuna economia sulla base del trend riportato da ognuno di questi parametri, creando un punteggio totale (la tabella mostra il punteggio complessivo, e tre dei nostri quattro parametri)”.

Dai calcoli effettutati, è risultato che “alcuni paesi rimangono sul fondo, mentre altri stanno facendo meglio rispetto al periodo precedente la pandemia in quasi tutti i parametri”. In particolare “la Danimarca, la Norvegia e la Svezia sono tutte vicine al top, e l’America ha riportato una performance ragionevolmente buona. Molti grandi paesi europei,  invece, Regno Unito, Germania e Italia compresi, hanno fatto peggio”. E “la Spagna ha fatto peggio di tutti”.

In Italia, paese dove nei confronti della politica c’è una sorta di tifoseria da stadio, il dato sarà interpretato dai più a seconda del proprio credo: c’è chi dirà che Mario Draghi è arrivato troppo tardi addossando ulteriormente la colpa al governo di Giuseppe Conte, chi farà notare che nonostante la ripresa assicurata dal governo Draghi alla fine non c’è stato alcun miracolo economico di cui vantarsi.

I numeri, freddi, si limitano a certificare la realtà, misurata non solo dal Pil. Ovviamente, deve essere considerato il fatto che il 2020 è stato l’anno nero dei lockdown, e che i vaccini sono stati introdotti a inizio 2021.

Guardando alla tabella, emerge che l’Italia è al 15esimo posto, tra quelli che hanno fatto peggio, con un Pil (GDP) sceso dell’1,3% nel periodo compreso tra la fine del 2019 e il terzo trimestre del 2021, a fronte di un reddito pro-capite in flessione dello 0,2%, di un trend decisamente positivo di Piazza Affari (+18,5%) e di un aumento degli investimenti pari a +6,9%.

All’ultimo posto, come anticipato, dunque al 23esimo, c’è la Spagna, con un calo del Pil pari a -6,6%; un reddito pro-capite scivolato del 6,3%; un indice di Borsa in ribasso del 7,2%, investimenti giù del 6,5%.

L’Italia ha la consolazione di aver fatto meglio della Germania, del Regno Unito, e anche del Giappone, raccogliendo lo stesso punteggio complessivo della Francia. Il paese ha fatto però peggio di Danimarca, Svezia, Norvegia, Stati Uniti, Canada.

Italia paga lockdown. Economist: ripresa sbilanciata in blocco Ocse

Sempre sulla base dei dati dell’Ocse, occhio anche alla tabella di Statista , che ha stilato una tabella considerando solo il trend del Pil dei paesi dell’Ocse.

Tornando all’Economist, l’articolo ha fatto notare che, in particolare, i paesi del Sud Europa, “fortemente dipendenti dal turismo“, hanno scontato la vulnerabilità alle restrizioni che, con la diffusione del coronavirus, hanno colpito il settore viaggi che hanno fatto collassare i servizi. Altri paesi, come Belgio e Regno Unito, hanno sofferto elevati casi di infezione e di decessi da Covid-19, fattori che hanno limitato le spese per consumi”.

Detto questo, il quadro complessivo del recupero post-pandemia è, in generale, confortante: “LA VELOCITA’ (testualmente THE SPEED) della ripresa economica dalla enorme recessione del 2020 ha colto di sorpresa diversi analisti che avevano stilato previsioni (economiche); il Pil combinato dei 38 paesi dell’Ocse più ricchi ha probabilmente sorpassato pochi mesi fa i livelli precedenti la crisi; in media, il tasso di disoccupazione si è attestato al 5,7%, in linea con la media successiva alla II Seconda Guerra Mondiale; il reddito aggregato delle famiglie, considerati gli aggiustamenti effettuati per l’inflazione, è superiore a quello precedente la crisi”.

Insomma, “la situazione generale continua a confermarsi positiva in modo notevole, anche se sono emerse diverse varianti”. Il neo messo in evidenza dall’Economist è che “sullo sfondo ci sono forti differenze”, che in definitiva ” “la pandemia ha creato vincenti e perdenti e che è probabile che la dispersione tra questi persisti nel 2022″.

“La ripresa economia continuerà nel 2022 (sebbene la diffusione della variante Omicron abbia portato a rivedere al ribasso la velocità attesa del recupero – scrive il magazine – Il quadro complessivo probabilmente maschererà anche stavolta la presenza di forti differenze. L’Ocse prevcede che alcuni paesi che hanno fatto peggio inizieranno a riprendersi”. A tal proposito, viene citato proprio il caso dell’Italia il cui Pil, per esempio, “è atteso in crescita del 4,6% nel 2022, al di sopra della media della crescita del Pil dei paesi Ocse, pari a +3,9%”.

“Ma chi è rimasto indietro – conclude l’Economist – ha ancora tanta strada da fare. Entro la fine dell’aanno prossimo, l’Ocse prevede che il Pil combinato delle tre economie che hanno fatto meglio sarà superiore del 5% rispetto al livello pre-pandemico; per le tre economie peggiori, invece, la ripresa porterà il Pil a un valore superiore di appena +1% rispetto al periodo precedente il Covid-19. Gli effetti sbilanciati della pandemia, in altre parole, continueranno“.

Svezia: tra paesi vincenti pandemia. Borsa Stoccolma oltre +50%

Tra le curiosità che emergono dalla tabella dell’Economist, vale la pena di menzionare quella della Svezia, che ha assistito a un balzo del Pil e del Pil pro-capite rispettivamente del 2,1% e del 2%, a un rally della borsa di Stoccolma superiore a +50% e a un balzo degli investimenti pari a +5,6%: contrariamente alla strategia di tanti altri paesi, quella della Svezia si è basata sulla fiducia data al senso di responsabilità individuale dei cittadini: a essere sfornati non sono stati diktat, ma semplici raccomandazioni, tra l’altro non vincolanti.

Proprio l’assenza di severi lockdown ha limitato il rialzo del debito pubblico-Pil svedese ad appena 6 punti percentuali: d’altronde, le minori restrizioni non hanno provocato una strozzatura dell’economia e dunque non hanno reso urgente da parte del governo l’erogazione di misure straordinarie di stimoli fiscali.