Doccia gelata sulle Borse dopo il deludente Pil Usa, Milano è la peggiore d’Europa
Non bastava l’avvertimento di Moody’s alla Spagna. O l’empasse di Washington sull’innalzamento del debito. A dare un’altra mazzata alle Borse ci hanno pensato i dati macro statunitensi, pubblicati dal Dipartimento del Commercio alle 14.30. La prima lettura del Pil Usa relativa al secondo trimestre ha riservato un’amara sorpresa: la crescita della prima economia mondiale viaggia decisamente più lenta delle aspettative. Il Pil ha infatti mostrato un progresso dell’1,3%, mentre alla vigilia gli analisti avevano pronosticato un rialzo dell’1,8%. Impressionante la decisa revisione al ribasso del Pil dei primi tre mesi dell’anno: +0,4% dalla precedente rilevazione di +1,9%.
Dati che hanno spinto il Dipartimento del Commercio americano a dichiarare che la recessione del biennio 2007-2009 è stata peggiore del previsto. In sostanza, dall’ultimo trimestre del 2007 al secondo trimestre 2009 il Prodotto interno lordo Usa è sceso del 5,1% rispetto al 4,1% indicato in precedenza. Ma le sorprese negative dal fronte macro non sono finite: i consumi personali (sempre prima lettura del secondo trimestre) sono aumentati di solo lo 0,1% mentre gli analisti avevano scommesso su un rialzo dello 0,8%. In questo caso, si tratta dell’aumento più basso dal secondo trimestre del 2009.
Le principali piazze finanziarie, già impostate al ribasso, hanno aumentato le perdite dopo la pubblicazione dei dati statunitensi. Nel Vecchio Continente il Dax cede l’1,45%, il Ftse 100 l’1,25%, il Cac 40 il 2% e l’Ibex 35 l’1,15%. Milano, ancora una volta, si conferma la maglia nera d’Europa: il Ftse Mib lascia sul parterre il 2,15% a 18.155 punti, mentre il Ftse All Share arretra del 2,09% a 18.866. Butta male anche a Wall Street, dove il Dow Jones perde oltre l’1% a 12.108 punti e il Nasdaq 100 lo 0,98& a quota 2,348.
Anche durante la prossima settimana l’attenzione sarà tutta rivolta Oltreoceano, dove sono attesi gli importanti dati sul mercato del lavoro Usa relativi al mese di luglio. Gli analisti prevedono la creazione di 100 mila posti di lavoro nel settore non agricolo, un valore decisamente superiore rispetto ai 18 mila posti creati a giugno, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere invariato al 9,2 per cento.