Di Maio esclude addio all’euro ma promette scintille con UE anche su politiche economiche
Le parole di Paolo Savon costringono ancora una volta i vertici del governo a intervenire per chiarire la posizione dell’Italia sull’euro. Il vice premier Luigi Di Maio è intervenuto oggi a seguito della nuova polemica sollevata dalle parole del ministro degli affari europei, Paolo Savona (“La mia posizione del piano B è essere pronti a ogni evento”) precisando che il governo non sta lavorando a un piano per l’uscita dall’euro e “non possiamo immaginarlo nemmeno per un attimo”. Di Maio, intervenuto questa mattina a Omnibus su La7, ha ribadito che non è nelle intenzioni del governo uscire dall’euro, “se poi gli altri cercheranno di cacciarci non lo so, ma questo non è nostra volontà, ne’ metteremo gli altri nelle condizioni di farlo”.
Spinta per riforma Bce
Circa l’intenzione di Savona di incontrare a breve Mario Draghi, il vice premier ha avallato tale eventualità. “Spetta anche al ministro dell’Economia, ma noi abbiamo individuato un ministro degli affari europei che ha pieni poteri di dialogo in Europa”, ha detto Di Maio. Sponda al ministro degli affari europei anche sul fronte riforma della Bce: “Se siamo nell’Unione Monetaria, la Bce deve agire realmente come una banca europea, cambiando lo statuto in modo da atteggiarsi veramente da banca centrale”.
Governo pronto ad alzare la voce su migranti e poi da settembre focus su politiche economiche
Di Maio lancia poi un chiaro avvertimento all’Europa con il governo che è pronto a mettere le barricate soprattutto sul fronte migranti utilizzando anche il potere di veto. Il vice premier ha sottolineato che “se gli altri Paesi vogliono proporre all’Italia un accordo secondo cui chi è arrivato in Italia per prima volta e poi è riuscito magari a scappare in Germania ce lo vogliono rimandare in Italia, ricordo che il Parlamento europeo prevedeva la redistribuzione a cui non è stato dato seguito”.
Di Maio non usa mezzi termini e ha avvisato i partner europei che troveranno “un muro di cemento armato” se vorranno continuare con le politiche migratorie degli ultimi 10 anni. E lo stesso atteggiamento ci sarà da settembre sulle politiche economiche. Di Maio parla anche di rapporti di forza all’interno dell’Unione considerando le difficoltà attuale di altri governi. “Il governo dell’Italia oggi è quello più forte dell’Unione Europea perché continuiamo a salire nel consenso. Di contro la Germania ha in atto una crisi di governo, Macron perde consensi in Francia e la Spagna ha un governo momentaneo”.
Ieri il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha lanciato un avvertimento sulla necessità di tenere sotto controllo i conti pubblici: “Le politiche di sostegno alla domanda vanno dosate con cura, ponendo attenzione all’equilibrio dei conti pubblici e alla necessità di tenere sotto controllo la dinamica del rapporto fra debito e prodotto”, ha detto Visco che ritiene rischioso “basarsi solo su di esse nel tentativo di uscire dalla trappola della bassa crescita. Servono prudenza e lungimiranza, per evitare tensioni o possibili crisi e per non lasciare in eredità agli italiani di domani un debito più elevato e un reddito più basso”.