Deutsche Bank, i risultati battono le attese ma gli analisti rimangono perplessi. Ecco perché
Andamento positivo e volatile per Deutsche Bank che al momento si muove in rialzo del 2% a 9,84 euro, dopo aver riportato, nonostante le criticità, conti trimestrali migliori delle attese in quanto i maggiori proventi derivanti dall’aumento dei tassi di interesse hanno compensato il crollo dei ricavi della banca d’affari.
Utili e ricavi battono le attese
La banca tedesca ha chiuso i primi tre mesi del 2023 con ricavi netti pari a 7,7 miliardi di euro, in aumento del 5% rispetto al fatturato realizzato nel medesimo periodo del 2022 e superiore alle attese degli analisti ferme a 7,5 miliardi di euro.
Bene anche l’utile netto attribuibile agli azionisti che si è attestato a 1,158 miliardi di euro, superiore agli 864,54 milioni di euro previsti dagli analisti, chiudendo così l’undicesimo trimestre consecutivo di utili in crescita. Nello stesso periodo del 2022 Deutsche Bank realizzò utili per 1,060 miliardi di euro.
“Questi risultati dimostrano la rilevanza della nostra strategia e sottolineano che siamo sulla buona strada per raggiungere o superare i nostri obiettivi per il 2025”, dichiara il Ceo Christian Sewing. “Vogliamo aumentare le nostre ambizioni di efficienza operativa, incrementare l’efficienza del capitale per promuovere i rendimenti e sostenere le distribuzioni agli azionisti, e cogliere le opportunità per superare i nostri obiettivi di crescita dei ricavi”, aggiunge Sewing.
Bene la divisione corporate bank, ma crolla l’investment banking
Nonostante la crescita dei ricavi e dell’utile, i risultati di Deutsche Bank sono “al massimo ok”, in quanto se da una parte è cresciuta la divisione corporate bank grazie all’aumento dei tassi, dall’altra parte soffre l’area investment banking.
In tal senso, il colosso tedesco ha riportato un crollo del 19% dei ricavi netti derivanti dalla divisione investment banking, che si sono attestati a 2,7 miliardi di euro, un dato nettamente peggiore delle aspettative degli analisti. Al contrario, i ricavi dalla divisione corporate bank e retail hanno spurato le stime, con i ricavi netti di private bank che hanno registrato un incremento su base annua del 10% a 2,4 miliardi di euro, spinti da un forte margine di interesse. Queste divisioni ricordiamo che erano rimaste a lungo stagnanti in un periodo in cui i tassi di interesse erano estremamente bassi.
Confermata la guidance
Commentando i risultati, lo stesso Ceo Sewing afferma di essere sulla buona strada per raggiungere o superare gli obiettivi del 2025 e conferma le previsioni sui ricavi del gruppo per il 2023.
Nel trimestre la raccolta netta è stata di 6 miliardi di euro, trainata dalla raccolta in prodotti di investimento, con il patrimonio gestito che è salito di 13 miliardi di euro nei primi tre mesi del 2023, portando così il dato a 531 miliardi di euro.
Nuovi licenziamenti in vista
Intanto, Deutsche Bank ha comunicato un ulteriore taglio di posti di lavoro, prevedendo così la fuoriuscita di circa 800 lavoratori impiegati soprattutto nel “back-office”. Questo taglio fa parte dell’obiettivo della banca di risparmiare sui costi, con l’Ad Sewing che specifica che il taglio di circa il 5% del personale senior non a contatto con i clienti, permetterà alla banca di ridurre i costi di 2,5 miliardi di euro.
Tuttavia, Sewing ha annunciato assunzioni selettive nella parte corporate della banca, nella banca d’investimento e nella gestione patrimoniale.
Sempre sul fronte dell’efficienza operativa, sono state annunciate anche ulteriori razionalizzazioni nella piattaforma mutui; ottimizzazione della rete distributiva retail; e migliori operazioni automatizzando i processi.
Per gli analisti i risultati sono contrastati
Risultati quindi contrastati per con gli analisti di JPMorgan che osservano che “mentre il corporate banking è stato forte, l’investment banking e la banca privata sono stati più deboli del previsto”. “prevediamo che l’attenzione sarà concentrata sui flussi di deposito poiché i depositi aziendali sono stati inferiori del 7% rispetto al trimestre precedente”, ricorda l’analista.
Secondo Vishal Shah, analista di Morgan Stanley “il miglioramento delle entrate è stato guidato da forti tendenze del reddito da interessi netti nel corporate e nel private banking, che hanno compensato FICC, le mancate gestioni patrimoniali prova della fuga dei depositi”.
Guardando al consensus su Bloomberg vediamo come la maggior parte degli analisti (14) che seguono il titolo hanno una visione rialzista, in 9 dicono di mantenere in portafoglio (“hold”), mentre in 4 hanno una visione ribassista su Deutsche Bank. Il target price a 12 mesi sul titolo è pari a 13,71 euro, il che implica un potenziale upside di quasi il 40% dai prezzi attuali sulla borsa di Francoforte.
Analisi tecnica: Deutsche Bank al test della media mobile a 200 periodi
Andamento contrastato per Deutsche Bank che ormai da inizio marzo sta consolidando l’area compresa tra il livello di supporto a quota psicologica dei 9 euro e la resistenza a 9,9 euro ad azione. Ora il titolo si trova poco sotto la media mobile a 200 periodi e il breakout con volumi di contrattazione in aumento di questo livello di resistenza potrebbe spingere ulteriormente le quotazioni verso la successiva resistenza a 10,2 euro ad azione, livello da cui transita anche la media mobile a 50 periodi.
Al contrario, in caso di ritorno della debolezza sui prezzi i livelli di supporto più importanti per il titolo si trovano prima a 9,21 euro e poi a quota psicologica dei 9 euro, ecco che una discesa dei prezzi al di sotto di questo livello complicherebbe la situazione tecnica sul titolo.
Dal punto di vista dell’analisi algoritmica l’indicatore di direzione Parabolic Sar è tornato in posizione short (con i pallini che si sono portati nuovamente al di sopra dei prezzi segnando così l’andamento contrastato del titolo”; mentre non emergono segnali rilevanti dall’oscillatore di momentum Rsi che si trova in area neutra a quota 56.
Deutsche ha generato utili durante un periodo instabile per il comparto finanziario globale, un trimestre in cui alcune importanti banche sono state salvate e questo sia negli Stati Uniti che in Europa e in Svizzera. Queste turbolenze hanno causato il panico degli investitori, con molti clienti delle banche che hanno ritirato i soldi dai propri depositi. Tutto questo ha mostrato i suoi effetti sull’andamento del titolo in borsa con Deutsche che dopo aver subito un crollo del 15% in un solo giorno (inizio marzo), il prezzo delle sue azioni si è stabilizzato, ma da inizio anno si trova ancora in calo di quasi l’8%, -32% dai massimi di febbraio 2022.
Nonostante le criticità, gli analisti affermano che la banca tedesca si classifica ancora come una delle banche più sistematicamente importanti al mondo, e quindi è vulnerabile al rallentamento dell’economia, all’elevata inflazione, alla guerra nel continente e ai problemi normativi che hanno afflitto la banca nel corso degli anni.