Debito pubblico VS Borsa Milano. BTP battono Ftse Mib: rialzi fino a +26%. Effetto Recovery Fund anche su ETF
Non c’è che dire: tutti gli investitori che hanno deciso di puntare sui BTP, in generale sui titoli del debito pubblico del made in Italy, ne hanno tratto vantaggio, grazie soprattutto all’assist che è arrivato dal Recovery Fund, il fondo per la ripresa e bazooka anti-COVID approvato dal Consiglio europeo nel mese di luglio, le cui fondamenta erano state gettate già durante la primavera. E’ quanto emerge dall’articolo con cui ha aperto oggi il Sole 24 Ore.
“In linea generale ne hanno beneficiato tutti i detentori del debito pubblico, per gran parte posseduto oggi da banche e assicurazioni italiane, dalla Banca d’Italia e dalla Bce, da investitori stranieri e poi, ultima ruota del carro con una quota inferiore al 5%, dalle famiglie”.
Il quotidiano di Confindustria precisa che “dal 21 aprile – data del primo accordo di base a Bruxelles sullo stanziamento di fondi a sostegno degli Stati europei di cui una parte a fondo perduto – i prezzi dei BTp si sono mossi rapidamente al rialzo con conseguente discesa dei rendimenti che, come per qualsiasi obbligazione, si muovono in direzione opposta. Più nel dettaglio, chi ha comprato BTp ad almeno tre anni di scadenza – o ha mantenuto in portafoglio quelli che già possedeva – ha visto crescere il proprio investimento in media del 13%. A muoversi con più forza sono state le durate più lunghe: titoli con scadenza a otto anni si sono apprezzati del 16%, quelli a 20 anni del 18% fino al +26% delle scadenze a 30 e 50 anni“.
Un rally, insomma, fino a +26%, che è stato supportato dalla maggiore fiducia che i mercati hanno dato alla carta italiana: non poteva forse essere altrimenti, visto che l’Italia si accaparrerà la fetta più grande delle risorse del Recovery Fund, ovvero 209 miliardi di euro tra prestiti e sussidi. Basti pensare che qualcuno ha ormai definito i BTP anche come beni rifugio.
A tal proposito, diverse sono le indicazioni che arrivano sia dalla Ue – ieri l’ennesimo monito è arrivato dal commissario Ue agli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni – sia dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri su come usare le risorse e, di conseguenza su come stilare il Recovery Plan -. Il ministro Gualtieri oggi si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa, parlando ai microfoni di Omnibus, su La 7:
“Tutti avevano pronosticato autunni caldi e disatri, siamo colpiti ma il Paese è ancora in piedi”. Lanciando però sul Recovery Fund anche un avvertimento: Se un progetto finanziato col Recovery Fund non viene realizzato nei tempi stabiliti, “succede che non arrivano i soldi. Quindi vanno scelti bene i programmi”.
Detto questo, per avere un’idea di come i BTP abbiano sovraperformato rispetto ad altri asset italiani, è sufficiente fare qualche paragone: con il trend dell’andamento del Ftse Mib, per esempio, o con quello delle banche italiane, o con i vari ETF che replicano le azioni italiane, chiamando in causa anche gli ETF sui titoli di stato del made in Italy:
Dal 21 aprile scorso – data del primo accordo sul Recovery Fund -, a fronte del +26% dei BTP a lunga scadenza, il Ftse Mib è salito del +15% facendo -26% dall’inizio dell’anno. Titoli banche italiane male, con il Ftse Italia All Share Banks -27% Ytd.
E’ andata bene anche, in generale, negli ultimi tre anni: il Lyxor EuroMTS 10Y Italy BTP Government Bond (DR) UCITS ETF – Acc è balzato in tre anni del 19%, a fronte del -12% del Ftse Mib, negativo anche considerando i dividendi, come dimostra il trend dell’ETF iShares FTSE MIB Ucits ETF Eur Acc, in ribasso del 4,7% in tre anni.
Altre dimostrazioni della forza dei BTP? Il Lyxor BTP Daily (2x) Leveraged UCITS ETF – Acc è avanzato dell’8,4% da inizio anno e +25,6% dallo scorso 21 aprile; il Lyxor EuroMTS 10Y Italy BTP Government Bond (DR) UCITS ha fatto +5,16% Ytd e +12% dal 21 aprile.