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Debito corporate in crescita, aziende alle prese con interessi record

2 Luglio 2024 15:43

Aumenta l’indebitamento delle aziende su scala globale, con i tassi più alti e gli interessi che schizzano a livello record per le società. Questo il quadro generale, che non esclude certo l’italia, dove si registra un +9,9% sull’indebitamento nel biennio 2023/24. Il quadro emerge da un report basato sul Janus Henderson Global Corporate Index.

I numeri del debito corporate

In particolare, nel periodo compreso tra 2023 e 2024, le maggiori società quotate al mondo hanno visto un incremento significativo dei costi legati ai finanziamenti. Secondo il Janus Henderson Global Corporate Index, l’importo speso per il pagamento degli interessi è aumentato di un quarto (+24,4%), raggiungendo un totale record di 458 miliardi di dollari. Questo incremento di 89 miliardi di dollari rispetto all’anno precedente riflette un’onerosa realtà per le aziende di tutti i settori e Paesi presi in rassegna dall’indice.

Italia, un caso particolare

In Italia, l’indebitamento delle imprese è cresciuto del 9,9% a valuta costante nel 2023/24, con un incremento di 12,5 miliardi. Federico Pons, Country Head per l’Italia di Janus Henderson Investors, ha così commentato: “L’impatto maggiore è stato quello di Stellantis, che ha speso più del suo flusso di cassa operativo per finanziare investimenti e riacquisti di azioni, riducendo così la sua posizione di cassa. I costi degli interessi delle società italiane sono aumentati del 36,5% nel corso dell’anno a causa dell’aumento dei prestiti e dei tassi”.

La situazione globale

Le aziende giapponesi hanno registrato il più rapido aumento della spesa per interessi, con un incremento del 39% su base annua. Questo aumento è dovuto ai tassi di interesse che sono passati da livelli prossimi allo zero a valori significativamente più alti. Nonostante ciò, i livelli di indebitamento giapponesi rimangono relativamente contenuti. In Europa, i costi degli interessi sono aumentati del 28% nel 2023/24, segnando il secondo anno consecutivo di rapidi aumenti. Anche negli Stati Uniti, dove l’aumento è stato più graduale, la spesa per interessi è aumentata del 23% nel 2023/24, con le aziende che hanno iniziato a rifinanziare le obbligazioni a tassi più elevati.

Le strategie delle aziende

Alcune aziende, tra cui Chevron e BHP, hanno contratto nuovi debiti per pagare dividendi e buyback, non avendo un flusso di cassa sufficiente per riuscire a coprirli. Questo fenomeno è stato osservato in diversi settori, mostrando come l’aumento dei tassi abbia influenzato le decisioni di finanziamento aziendale. Nel frattempo, i consistenti flussi di cassa delle 7 grandi aziende tecnologiche statunitensi hanno fatto sì che il loro saldo di cassa netto collettivo sia cresciuto di 52 miliardi di dollari nel corso dell’anno, nonostante abbiano speso ben 210 miliardi di dollari in dividendi e riacquisti di azioni. Google è rimasta la società più ricca di liquidità al mondo. Poco più della metà delle aziende dell’indice (53%) ha aumentato l’importo del debito nel 2023/24, in calo rispetto al 57% dell’anno precedente, questo perché l’aumento dei tassi d’interesse ha scoraggiato un numero maggiore di aziende dal contrarre ulteriori prestiti.

Le previsioni future

Janus Henderson prevede che l’indebitamento continuerà a crescere nel 2024/25, ma a un ritmo più lento del 2,5%, fino a raggiungere la cifra record di 8,38 trilioni di dollari. I costi di servizio del debito continueranno a crescere anche con una possibile riduzione dei tassi da parte delle banche centrali, poiché i vecchi debiti verranno rifinanziati a tassi più elevati.

Il commento dell’esperto

Tim Winstone, Portfolio Manager del Corporate Credit Team Janus Henderson ha così commentato: “Il forte aumento dell’importo speso dalle aziende per gli interessi nell’ultimo anno segna un cambiamento epocale nelle finanze societarie. La tendenza è evidente ovunque, ma è importante ricordare che i costi del servizio del debito partono da una base storicamente bassa e quindi si tratta di un processo di normalizzazione. Tuttavia, anche se i tassi inizieranno a scendere quest’anno, prevediamo che la spesa per interessi continuerà a salire per il momento, dato che i vecchi debiti continueranno a maturare e a rifinanziarsi a tassi più elevati. Nel complesso, le società stanno assorbendo questi costi d’interesse più elevati con poca difficoltà, anche se l’impatto risulta maggiore per le imprese più piccole, che spesso si trovano di fronte a un rischio di rifinanziamento, rispetto a quelle più grandi, che di solito hanno una gamma di scadenze per i loro debiti e quindi vedono un passaggio più graduale a un aumento dei costi per interesse”.

Insomma, mentre i mercati obbligazionari vedono una riduzione degli spread per i mutuatari più rischiosi, le prospettive rimangono positive per i corporate bond investment grade, soprattutto in Europa. Con l’eventuale riduzione dei tassi, si prevede che i bond possano registrare una performance positiva, offrendo opportunità di rendimento in conto capitale agli investitori.