Notizie Notizie Mondo Dazi Trump e deflazione: Cina cambia ‘policy’ monetaria per la prima volta dal 2011

Dazi Trump e deflazione: Cina cambia ‘policy’ monetaria per la prima volta dal 2011

9 Dicembre 2024 14:12

Ogni giorno che passa ci avviciniamo al 20 gennaio, data fatidica in cui Donald Trump giurerà nel Campidoglio di Washington e si insedierà alla Casa Bianca, rivelando al mondo che forma e che sostanza avrà il nuovo corso da lui promesso. Nel frattempo in casa del principale “nemico” degli Stati Uniti, almeno sul versante economico, fervono i preparativi in preparazione di una possibile guerra commerciale. In questo contesto, il Politburo del Partito Comunista Cinese, che include il segretario generale Xi Jinping e i principali 24 dirigenti del partito ed è il principale organo decisionale della Cina, ha annunciato la prima modifica di politica monetaria negli ultimi 14 anni.

Policy Cina passa da “prudente” a “moderatamente espansiva”

Nella nota diffusa oggi dal governo cinese si nota un cambiamento di linguaggio nel definire gli obbiettivi e le politiche da mettere in atto il prossimo anno. Per ora sono solo formule verbali ma il linguaggio è molto significativo quando si tratta di lanciare segnali ai mercati finanziari. Il Politburo ha detto che la posizione di Pechino sulla politica monetaria si sposterà da “prudente” a “moderatamente espansiva”. Si tratta di un cambiamento sostanziale che vede il partito tornare a soluzioni retoriche che non utilizzava addirittura da oltre quindici anni, un segnale di una posizione accomodante che potrebbe piacere agli investitori.

Per capire l’importanza di questo cambio di linguaggio basti pensare che era dal 2009, nel bel mezzo della grande crisi finanziaria globale, che il governo non caratterizzava la sua posizione come “moderatamente espansiva”. Nel 2011 questa divenne “prudente” e così è rimasta fino ad oggi, attraverso vari cicli economici.

Le autorità cinesi hanno anche detto di voler perseguire una politica fiscale “maggiormente proattiva”. In precedenza il Politburo aveva definito la sua posizione semplicemente “proattiva”. I cambiamenti erano già nell’aria da qualche giorno: venerdì l’agenzia di stampa nazionale cinese Xinhua aveva detto che c’era spazio per un aumento di attività di prestito e deficit nel 2025.

Le posizioni del Politburo di fine anno gettano le basi per approfondimenti alla Central Economic Work Conference.

Non solo dazi Trump: segnali di deflazione spingono politiche accomodanti

Non sono solo i tanto temuti dazi promessi da Donald Trump a preoccupare le autorità in Cina: la situazione economica per Pechino presenta diversi fattori di incertezza.

Oggi sono arrivati i dati relativi all’inflazione di novembre, rivelatasi inferiore alle previsioni, che confermano una certa tendenza deflattiva dell’economia in Cina.

Secondo ING questi dati lasciano ampio margine per accomodamenti di politica monetaria nei prossimi mesi. L’aspettativa è che l’inflazione resterà bassa per tutto il 2025 ma che una deflazione si possa evitare con i previsti stimoli fiscali e monetari.

A novembre l’inflazione si è attestata allo 0,2%, in diminuzione rispetto allo 0,3% dell’anno precedente e al livello più basso dallo scorso giugno ed è possibile che il dato sarà in calo per diversi mesi a venire, se continueranno le spinte deflattive sia dei beni alimentari che non alimentari.