Notizie Notizie Mondo Il Dax vola ai massimi storici aspettando Draghi, nuovi minimi per i Btp

Il Dax vola ai massimi storici aspettando Draghi, nuovi minimi per i Btp

19 Gennaio 2015 10:18
Primi scorci della nuova ottava con intonazione positiva per le principali Borse europee con il Dax ai nuovi livelli record. I mercati, orfani oggi di Wall Street chiusa in occasione del Martin Luter King Day,  rimangono focalizzati sulle attese per il varo del quantitative easing (QE) da parte della Bce nella riunione in agenda il prossimo 22 gennaio
Le attese per il varo del QE con l’acquisto di titoli di Stato da parte dell’Eurotower continua a sostenere i Btp con il rendimento del titolo decennale italiano ai nuovi minimi storici a quota 1,62%. 
 
Azioni Europa ai massimi a 7 anni, a Milano si scommette sul risiko bancario 
A Francoforte l’indice Dax ha aggiornato nuovamente i propri massimi storici portandosi sopra quota 10.250 punti, con rialzi di circa mezzo punto percentuale. Massimi a 7 anni invece per lo Stoxx Europe 600. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib segna un progresso dello 0,7% a 19.390 punti sostenuto dal balzo delle banche popolari sotto la spinta della possibile abolizione del voto capitario che potrebbe aprire la strada a un nuovo round di risiko nel settore bancario. In particolare rialzi a doppia cifra per Bper (+12,36%) e Bpm (+10,96%), più volte sospese al rialzo e candidate al risiko bancario. Secondo Equita la banca milanese è il target ideale di M&A e da un’unione Bper/Bpm potrebbe derivare un potenziale upside del 30%. 
 
Focus su ammontare acquisti Bce e tempistica  
Sembrano esserci ormai pochi dubbi circa il varo effettivo del piano di quantitative easing (QE) da parte della Bce con il mercato che confida in un programma di acquisti di titoli di Stato più sostanzioso rispetto ai 500 miliardi di euro che sono stati ipotizzati nelle scorse settimane. L’ultimo sondaggio Bloomberg vede l’annuncio da parte di Draghi di acquisti per 550  miliardi di euro per contrastare la deflazione, ma sul mercato si pensa che il piano possa spingersi fino a 700-800 mld.  
La scorsa settimana la Swiss National Bank (SNB) ha rimosso il cap a 1,20 per il cross euro/franco svizzero comportando un deciso apprezzamento del franco svizzero e anche un parallelo indebolimento dell’euro contro il dollaro, sceso per la prima volta dal 2003 sotto la soglia di 1,15. 
“Il fatto che la SNB abbia rimosso, inaspettatamente e perdendo qualsiasi tipo di credibilità le fosse rimasta, il peg, ha fatto aumentare le speculazioni che il prossimo 22 gennaio si possa accendere il bazooka della BCE – rimarca Matteo Paganini, chief analyst di Fxcm – ora si tratta di comprendere, nel caso in cui esso venga effettivamente implementato, quali possano essere le tempistiche corrette”.