D. Choe: l’andamento dell’inflazione in Europa è destinato a sostenere l’euro
Giornata di rialzi per la moneta unica. La risalita dell’euro, iniziata nella prima parte, si è consolidata nel pomeriggio in corrispondenza dell’uscita dei dati macro statunitensi. Per quanto riguarda gli aggiornamenti europei, sopra le stime l’inflazione di gennaio, salita del 2,4% annuo, dal 2,2% precedente e maggiore del 2,3% atteso dal mercato. Si tratta dell’incremento maggiore dall’ottobre 2008.
Indicazioni opposte dagli Stati Uniti, dove il PCE core, l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali in versione depurata delle componenti più volatili, a dicembre non ha registrato variazioni congiunturali, contro il +0,1% m/m del consenso. Da IG Markets David Choe rileva come il differenziale di inflazione “sosterrà l’euro nei prossimi mesi, poiché è chiaro che gli Stati Uniti sono ancora lontani dall’aumento dei tassi”.
Ma la risalita della moneta unica ha beneficiato anche dei dati relativi redditi e consumi a dicembre. A fronte di +0,4% m/m messo a segno dai redditi, le spese dei consumatori sono aumentate dello 0,7%. Sopra le stime anche l’indice Pmi, salito a 68,8 punti a gennaio. In questo momento per acquistare un euro sono necessari 1,3701 dollari.
L’euro guadagna terreno anche contro lo yen (112,9 yen) mentre l’incrocio dollaro-yen scambia a 81,970. Dopo i rialzi di venerdì in scia delle notizie in arrivo dall’Egitto, oggi la moneta nipponica ha risentito del calo della domanda di beni rifugio.