Curva Treasury si inverte, presagio di recessione. L’ultima volta successe nel 2007
I timori legati al rallentamento globale si acuiscono e l’andamento odierno dei Treasury lancia un chiaro alert di imminente recessione. La curva dei rendimenti misurata dallo spread tra i tassi dei bond Usa a tre mesi e i tassi dei bond a 10 anni si inverte per la prima volta dal 2007 (quando precedette la recessione del 2008). Nel dettaglio dai dati di Tradeweb emerge che i tassi decennali sono arrivati a cedere circa 10 punti base, capitolando fino al 2,444%, per effetto degli acquisti che stanno interessando in queste ore i titoli di stato Usa a lungo termine (vale la pena ricordare la relazione inversamente proporzionale tra tassi e valore delle obbligazioni); i tassi decennali risultano quindi inferiori rispetto al 2,467% dei tassi dei Treasuries a tre mesi.
I precedenti non lasciano adito a dubbi
L’inversione della curva viene considerata un fenomeno che precede, di norma, l’arrivo di una recessione. Dai dati raccolti dalla Federal Reserve di San Francisco emerge che le ultime nove volte che la curva dei rendimenti si è invertita, l’economia americana è piombata in una recessione.
Una decisa accelerazione al movimento dei Treasury è avvenuta dopo che la Federal Reserve ha deciso mercoledì sera di lasciare i tassi invariati e i dot plot hanno evidenziato il cambio delle aspettative dei membri del Fomc con nessun rialzo dei tassi previsto per tutto il 2019.
Wall Street arranca, a Milano affondano le banche
L’inversione della curva non ha lasciato indifferente i mercati con Wall Street in flessione di quasi il 2 per cento. Già prima le Borse europee erano molto nervose e l’euro era scivolato con decisione in seguito ai molto deboli riscontri economici arrivati dall’attività economica: il Pmi manifatturiero tedesco è scivolato a marzo ai minimi a oltre 6 anni; debolezza marcata anche del Pmi francese e di quello dell’intera eurozona.
Indicazioni che hanno favorito il rally dei Bund con discesa dei tassi sotto zero (minimo a -0,02%) per la prima volta da ottobre 2016. Tra i settori più penalizzati spicca quello bancario: oltre -4% per Ubi Banca, Unicredit e Banco BPM, -2,64% per Intesa Sanpaolo. Su quest’ultima Credit Suisse oggi ha riavviato la copertura su con rating underperform e prezzo obiettivo a 1,80 euro. La casa d’affari elvetica ha anche riavviato la copertura su Unicredit con raccomandazione neutral e prezzo obiettivo a 13,3 euro.
Lo spread si avvia a chiudere la settimana in rialzo a ridosso di quota 250 punti base complice soprattutto il movimento del Bund.