Notizie Notizie Mondo Crollano i prezzi del petrolio dopo il cessate il fuoco tra Israele e Iran

Crollano i prezzi del petrolio dopo il cessate il fuoco tra Israele e Iran

24 Giugno 2025 13:45

Dopo un rally iniziato con lo scoppio della guerra in Iran, il prezzo del petrolio è ora in picchiata, in seguito all’accordo tra Iran e Israele per porre fine alle ostilità. Il Brent si muove intorno ai 68 dollari (-1,84%), mentre il WTI perde l’1,72%, attestandosi anch’esso a quota 68 dollari. Si tratta di un ribasso di quasi 10 dollari rispetto ai picchi dei giorni scorsi, seguiti agli attacchi in Medio Oriente.

Il crollo, che ha fatto seguito a una sessione altalenante lunedì, conclusasi con forti perdite, ha portato i prezzi del greggio al di sotto del livello del 12 giugno, il giorno prima dell’attacco israeliano all’Iran.

Cosa aspettarsi adesso

Sono stati giorni frenetici per il mercato petrolifero, scosso dalla crisi in Medio Oriente a causa del timore che il conflitto potesse interrompere le forniture dalla regione che produce circa un terzo del greggio mondiale. In questi giorni i prezzi sono aumentati vertiginosamente, complice il timore che l’Iran potesse chiudere lo Stretto di Hormuz, attraverso cui transita circa un quinto della produzione petrolifera mondiale. Israele, Iran e Stati Uniti hanno però sempre evitato danni alle infrastrutture legate al petrolio e le navi hanno continuato ad attraversare lo stretto senza particolari problemi.

“Gli operatori sono ora fermamente convinti che il rischio di uno shock dell’offerta sia ormai definitivamente superato – ha affermato Chris Weston, responsabile della ricerca di Pepperstone Group Ltd. – La prospettiva di un conflitto prolungato con il coinvolgimento degli Stati Uniti è stata rivalutata, dando il via libera ad aumentare il rischio”.

Restano i timori di una crescita del prezzo del petrolio

“Il rapido calo del prezzo del petrolio di oggi è un segnale che il mercato dia per scontato questo accordo – ha aggiunto Kathleen Brooks, Research Director di XTB – il Brent ha registrato un rialzo di quasi il 20% nell’ultimo mese, poiché al prezzo del petrolio è stato applicato un premio di guerra, che ora è in fase di smantellamento. Tuttavia, se ci saranno ulteriori segnali che il cessate il fuoco non reggerà, potremmo vedere il prezzo del petrolio riprendere la sua tendenza al rialzo”.

Gli analisti avevano infatti realizzato delle previsioni preoccupanti legate al prezzo del petrolio: la scorsa settimana gli economisti di J.P. Morgan avevano avvertito che il prezzo del Brent avrebbe superato i 75 dollari al barile e che sarebbe rimasto tale per tutta l’estate.

Com’è nato il conflitto

La crisi mediorientale è scoppiata circa due settimane fa, quando Israele ha attaccato l’Iran nel tentativo di colpire il programma nucleare iraniano e indebolirne la leadership, con Teheran che ha risposto con un lancio di missili verso Israele. A questo si è aggiunto l’attacco degli Stati Uniti contro i siti nucleari iraniani, con il Paese che ha risposto con una salva di missili contro una base aerea statunitense in Qatar.

Il cessate il fuoco provvisorio in Medio Oriente, se entrerà in vigore e durerà, potrebbe portare un po’ di tranquillità ai prezzi del greggio, che in questi giorni hanno registrato forti oscillazioni. Ci sono diffuse aspettative che le scorte di petrolio supereranno la domanda nella seconda metà di quest’anno, stimolando un accumulo di scorte globali.

Giù anche le azioni energetiche

Intanto, come il petrolio, anche le azioni delle società europee di energia e difesa sono scese questa mattina dopo l’annuncio di un cessate il fuoco tra Israele e Iran. Nelle prime contrattazioni, i colossi petroliferi TotalEnergies, Shell e BP hanno tutti registrato un calo, insieme ai titoli della difesa come Leonardo, Rheinmetall e BAE Systems. A Piazza Affari perdono terreno anche le società di oil & gas Eni, Saipem e Tenaris, con ribassi tra l’1,5% e il 3%.