Crisi Russia: S&P abbassa rating a spazzatura innescando nuovo tonfo del rublo

Sempre più delicata la situazione della Russia che ieri ha dovuto incassare la bocciatura da parte di Standard & Poor’s. La maggiore agenzia di rating mondiale ha declassamento a “junk” (spazzatura) il merito di credito della Federazione russa per la prima volta nell’ultimo decennio. A pesare sulla Russia è il mix di crisi finanziaria ed economica. Il paese è atteso a una profonda caduta recessiva quest’anno in scia alle sanzioni in seguito alla guerra in Ucraina e al tracollo del prezzo del petrolio, scese di circa il 60% rispetto ai livelli dello scorso giugno. L’effetto combinato di sanzioni economiche e calo del greggio si rifletterà, secondo SP, in una crescita annuale del Pil di solo lo 0,5% tra il 2015 e il 2018 rispetto al +,4% dei 4 anni precedenti. Per quest’ano le previsioni degli analisti sono di un calo del 3,5% del Pil russo. 

 

Rublo nuovamente al tappeto 
La decisione di S&P ha provocato un nuovo passo indietro del rublo sceso sui nuovi minimi storici contro il dollaro. Il cross usd/rub ha chiuso ieri sopra area 68. Il rublo ha praticamente dimezzato il proprio valore nell’arco di un anno (a inizio 2014 l’usd/rub viaggiava a quota 35). 
In affanno anche la Borsa di Mosca con l’indice RTS che cede oltre il 2% in avvio. 

 

Poco spazio di manovra per la politica monetaria di Mosca 
A non convincere Standard & Poor’s, che ha abbassato ieri sera di un gradino il merito di credito sul debito russo a BB+ da BBB- con outlook negativo, sono le deboli prospettive economiche abbinate alla limitata flessibilità in mano alla Banca centrale russa. Lo scorso 16 dicembre l’istituto centrale moscovita ha aumentato del tasso di interesse di riferimento dal 10,5 al 17 per cento, il più corposo rialzo dei tassi dal 1998. 

S&P ritiene possibile un nuovo abbassamento del rating sulla Russia  nel corso dei prossimi 12 mesi.