QE Bce: sorprese, delusioni, conseguenze e rischi secondo gli analisti
Non sono nemmeno trascorse 24 ore dall’annuncio ufficiale del lancio del quantitative easing (QE) in salsa europea e gli schieramenti dei sostenitori e degli oppositori della nuova misura della Banca Centrale europea (Bce) (soprattutto alla luce dei dettagli annunciati ieri in conferenza stampa) sono già allineati. Il presidente dell’Eurotower ieri ha presentato un programma di acquisto di titoli di Stato per 60 miliardi di dollari al mese fino a settembre 2016, per un ammontare complessivo che supera quota 1.000 miliardi di euro. Il piano prenderà il via il prossimo marzo e proseguirà fino a settembre 2016 e comunque fino a quando l’inflazione non sarà circa pari al target del 2%. Sebbene non siano stati divulgati tutti i dettagli dell’operazione, le informazioni annunciate hanno superato le aspettative del mercato.
In una ricerca Exane Derivatives si sofferma sui rischi, sulle conseguenze, sulle sorprese e sulle delusioni post annuncio Bce.
In una ricerca Exane Derivatives si sofferma sui rischi, sulle conseguenze, sulle sorprese e sulle delusioni post annuncio Bce.
Sorprese e delusioni da QE
Secondo la ricerca di Exane Derivatives, sono tre gli elementi che possono essere considerati come delle sorprese positive: la size annunciata; i titoli obbligazionari eleggibili, tra cui sono inclusi i titoli investment grade, con un trattamento dedicato per i titoli di paesi che sono sotto programma di revisione (come la Grecia e il Portogallo), e titoli obbligazionari emessi da agenzie come la BEI e l’EFSF; e infine il livello di condivisione delle perdite a carico dell’istituto di Francoforte, che si attesta al 20% (timori di assenza di condivisione delle perdite).
La decisione della ripartizione degli acquisti in proporzione della quota dei paesi nel capitale della Bce (capital key) e non in funzione dell’outstanding del debito di ogni paese rappresenta, tuttavia, una fonte di delusione per gli esperti della banca francese. Una decisione che, a parità di condizioni, favorisce i titoli tedeschi e svantaggia quelli italiani.
Le conseguenze
Sebbene il mercato avesse già integrato nei giorni precedenti i possibili effetti positivi derivanti dal QE, la ricerca di Exane Derivatives ritiene che, sul breve termine, tali trend dovrebbero continuare:
– deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro Usa, dollaro australiano, dollaro neozelandese e alcune valute emergenti con una coppia rischio/rendimento interessante;
– rialzo del mercato azionario dell’eurozona che dovrebbe essere sostenuto, in un primo tempo, da un “effetto fiducia” e successivamente da un rialzo degli utili per azione (Eps) societari a seguito del deprezzamento del cambio;
– calo dei rendimenti obbligazionari mondiali;
– effetti positivi sui titoli high yield europei.
Se questi sono le possibili conseguenze sui mercati, a livello economico, secondo Exane Derivatives, si assisterà a un impatto psicologico a sostegno alla fiducia degli investitori; a uno diretto derivante dal calo dei tassi a lungo termine contenuto dato che i tassi, eccezion fatta per la Grecia, sono già bassi; impatto attraverso il rialzo del mercato azionario contenuto dato la bassa quota di titoli azionari detenuti dalle famiglie; e infine un impatto derivante dal calo del cambio elevato dato che l’euro, in termini effettivi reali, non ha ancora registrato un deprezzamento significativo.
I rischi
Due i possibili rischi sul lungo termine. Sul piano economico, si potrebbe alimentare l’alea morale dato che il calo dell’onere del debito non incita i paesi a varare riforme per ridurre i deficit e il deprezzamento dell’euro non spinge le società ad aumentare la competitività.
Sul piano finanziario, si teme una nuova guerra delle valute e una bolla sulle asset class (in particolare sulle obbligazioni sovrane che sono attualmente care sebbene tradizionalmente siano considerate un asset non rischioso) con conseguente rialzo della volatilità.