Crisi governo Draghi, elezioni anticipate più probabili. E anche se si continua sui BTP e spread la frittata è fatta
Il rischio di elezioni anticipate si fa sempre più concreto per l’Italia. E comunque, anche se ci fosse un Draghi bis, il danno sarebbe stato ormai fatto, la fiducia dei mercati ormai tradita.
Al via la settimana in cui si deciderà il futuro dell’Italia, con il presidente del Consiglio Mario Draghi che si presenterà alle Camere mercoledì 20 luglio e anche, il giorno dopo, giovedì 21 luglio, con la riunione della Bce di Christine Lagarde, pronta ad annunciare non solo il primo rialzo dei tassi dell’area euro in più di un decennio, ma anche il cosiddetto strumento scudo anti-spread salva Btp (che tra l’altro ora avrebbe finalmente un nome.
E per il destino dell’area euro non finisce qui, visto che il giorno successivo, venerdì 22 luglio, scadrà il periodo di manutenzione del gasdotto Nord Stream 1, in un momento di gravi preoccupazioni su come l’Europa potrebbe tutelarsi in caso di stop totale di forniture di gas da parte della Russia di Vladimir Putin. Gazprom dovrebbe riattivare il flusso al 40% dopo i lavori di manutenzione e al 100% dopo la riparazione della turbina.
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Crisi governo: cresce rischio elezioni anticipate
Del rischio elezioni anticipate parla nella nota odierna Luigi De Bellis di Equita SIM:
“Le probabilità di elezioni anticipate sono salite durante il week end sopra il 50% con l’aumento delle tensioni tra le forze politiche e la posizione poco conciliante del leader del M5S Conte (che ha innescato la crisi di governo ). In particolare, dal M5S (sempre più diviso al suo interno) Conte ha escluso una partecipazione al Governo ‘senza risposte chiare’. Ma a frenare le possibilità di una ricomposizione anche alcuni partiti del centro-destra. Con un comunicato congiunto, Lega e Forza Italia hanno sottolineato infatti che il centro-destra ‘prende atto che non è più possibile contare sul M5S in questa fase così drammatica’. In direzione opposta, è forte invece il pressing internazionale (Biden, vonder Leyen) affinché Draghi prosegua la sua azione di Governo”.
Cosa aspettarsi, dunque? Equita SIM spiega:
“In questi giorni si continuerà a verificare se esistono spazi negoziali perché l’azione del governo Draghi possa proseguire. Mercoledì mattina il premier Draghi sarà in Senato e poi alla Camera: in quella sede potrà i) confermare le sue dimissioni ‘irrevocabili’; ii) chiedere un voto parlamentare per verificare la maggioranza e riavviare l’azione di Governo. Altra data importante sarà la riunione della BCE del prossimo 21 luglio per eventuali dettagli sullo scudo anti-spread. Sulla base delle simulazioni realizzate da Ipsos basate sulle intenzioni di voto, con l’attuale legge elettorale (Rosatellum), il centro destra avrebbe la maggioranza con percentuali più o meno ampie a seconda delle alleanze. Ribadiamo la nostra idea che il rischio principale per i mercati sia un lungo periodo di incertezza, e che la perdita di Draghi sia un melemento negativo sia a livello italiano (rallentamento azione di governo in una fase delicata, rischio su fondi PNRR) che sui diversi tavoli dell’Unione europea”.
“Tuttavia – conclude De Bellis – eventuali elezioni anticipate con una nuova maggioranza di governo in tempi relativamente rapidi ridurrebbero i rischi. In questo scenario, riteniamo che siano da preferire titoli con maggior diversificazione internazionale e una struttura finanziaria solida (DiaSorin, Moncler, Campari, Reply), con protezione dall’inflazione (Inwit, Terna, Enav), mentre i titoli finanziari e ciclici sono quelli maggiormente esposti in negativo. Sui finanziari, la nostra idea è di privilegiare quei titoli meno mesposti al costo del rischio, che beneficiano del rialzo tassi, di trend strutturali e ottimo posizionamento competitivo (Fineco, Mediobanca)”.
Spread e tassi BTP: in pericolo anche senza elezioni anticipate?
Cosa aspettarsi invece dal trend dello spread BTP-Bund e dei tassi sui BTP? Andy Mulliner, Head of Global Aggregate Strategies di Janus Henderson, non è particolarmente ottimista, anche in caso di Draghi bis.
Nella nota “Crisi governo Draghi, anche in caso di tenuta gli spread non caleranno”, Mulliner commenta la crisi di governo, esplosa la scorsa settimana con la decisione del M5S di Giuseppe Conte di non votare il decreto Aiuti e con le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, rifiutate tuttavia dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“La crisi politica in Italia è significativa per i mercati, basti considerare che in passato i periodi di estrema tensione dello spread sono andati di pari passo con l’instabilità politica. Se l’attuale esecutivo si sfaldasse e si andasse a elezioni anticipate, ci troveremmo di fronte a un governo molto diverso da quello attualmente guidato da Draghi, un’ampia coalizione di destra e sinistra, visto che i sondaggi attuali suggeriscono che una coalizione di destra potrebbe ottenere la maggioranza. Anche se vale la pena ricordare che l’uscita dall’Eurozona non è più un’eventualità che questi partiti sostengono, un governo di destra sarebbe probabilmente fortemente euroscettico e anti-immigrazione e le relazioni con l’UE ne risentirebbero. Esattamente l’opposto della situazione attuale con Draghi come premier. Lo scenario descritto probabilmente solleverà le preoccupazioni degli investitori sulle prospettive a lungo termine dell’Italia, sia per quanto riguarda l’Eurozona sia per quanto riguarda la sostenibilità delle sue finanze. Non dovrebbe trattarsi di un pericolo acuto come quello che abbiamo visto nella crisi sovrana, ma quasi certamente in questo scenario si assisterà a un premio di rischio più ampio per il debito italiano, che aggraverà ulteriormente l’inasprimento delle condizioni monetarie da parte della BCE. È anche importante notare che lo strumento anti -frammentazione della BCE non è stato esplicitamente creato per compensare l’allargamento fondamentale o politico degli spread e che, quindi, l’eventuale successo dell’introduzione di uno strumento credibile nella riunione della Bce non sarà benefica per i BTP, nel caso in cui nei prossimi giorni si voti la fiducia al governo”.
“In definitiva – sottolinea Mulliner di Janus Henderson – in assenza della volontà di portare avanti l’attuale coalizione fino alla scadenza originariamente prevista del maggio 2023, dovremmo aspettarci un aumento dei rendimenti dei BTP e un ampliamento degli spread. Tuttavia, non ci aspettiamo una crisi del debito italiano ed è importante notare che gli investitori sono in ogni caso preparati per un cambio di governo nel 2023 e l’esposizione al debito italiano non è più quello di qualche anno fa, quindi anche in caso di continuità del governo Draghi è improbabile che gli spread si restringano in modo significativo”.
Commenta le dimissioni del presidente del Consiglio Draghi anche Peter Goves, European Interest Rate Strategist di MFS Investment Management:
“Le dimissioni di Draghi sono state una sorpresa per il mercato e determinano nuove incertezze politiche per gli spread dei BTP“.
Govers ricorda che “il prossimo appuntamento per i mercati sarà il 20 luglio, quando Draghi si rivolgerà al Parlamento e potrebbe essere la chiave del futuro di un eventuale governo”. Secondo lo strategist, “è plausibile che Draghi possa rimanere premier o che si insedi un nuovo governo tecnico. In ogni caso, questa situazione complica le cose per la Bce. Nel complesso, quindi, restiamo vigili su tali spread nel breve termine”.