La crisi del credito si allarga alle monoline, finanziari sotto pressione
Che succede sui mercati? Il taglio di mezzo punto percentuale ai tassi sui Fed funds non è servito a riportare il sereno. Era certamente scontato dagli operatori, ma c’è anche chi vede dell’altro, ossia un nuovo allargamento della crisi del credito. Non è un caso che oggi i finanziari siano i titoli peggiori in Europa. Lo Stoxx sui bancari cede il 2,9% e quello sulle società assicurative il 2,4%.
“Gli indici azionari avevano avuto una reazione positiva alla notizia (del taglio Fed, ndr) – spiegano dall’ufficio studi di Intesa Sanpaolo – ma in seguito il mercato si è girato sulla notizia del declassamento di Fgic, un altro bond insurer e dei timori sul resto del comparto”. Fitch ha infatti ridotto ad AA il rating assegnato al quarto maggior assicuratore di bond statunitense, le cosiddette compagnie monoline, in precedenza fissato al livello massimo di tripla A.
Le monoline sono società come Ambac o Mbia che emettono strumenti che coprono dal rischio di insolvenza degli emittenti di obbligazioni, quali i credit default swap. I loro problemi sono iniziati quando le garanzie prestate su titoli legati ai mutui subprime hanno fatto aumentare i rimborsi agli acquirenti di Cds rendendo gli assicuratori più fragili dal punto di vista patrimoniale. Tanto che Fitch ha già tagliato il rating su Ambac, il numero uno del comparto, da AAA ad AA.
“Il problema che sta emergendo in queste settimane – spiegano in un report da Jc & Associati – è che queste società, dei veri e propri colossi della finanza sono state pesantemente coinvolte nella ri-assicurazione non solo delle emissioni delle municipalità, ma anche in quelle derivanti da cartolarizzazioni di mutui sub-prime. Ovviamente con l’inizio della crisi dei sub-prime queste società si sono trovate a dover garantire un numero crescente di emissioni di fatto insolventi, con il risultato di una drastica riduzione del capitale e una conseguente perdita del rating di AAA”.
Il timore è che la perdita del rating AAA possa interessare molti altri attori del comparto, con perdite miliardarie. Per rendersi conto dell’entità del problema basti pensare che Bill Gross di Pimco, il più grande gestore obbligazionario al mondo, ha calcolato che con 45mila miliardi di dollari di Cds sul mercato, un tasso di insolvenza all’1,25% porterebbe le perdite a 250 miliardi. Già nel corso delle ultime trimestrali di Citigroup e Merrill Lynch sono emerse svalutazioni per circa 4 miliardi di dollari solo per far fronte al rischio che le protezioni offerte non siano onorate. Una crisi di tale comparto potrebbe quindi ulteriormente penalizzare il sistema finanziario con perdite a catena nei prossimi mesi.
Ma la mossa rischia di colpire in particolare le municipalità americane. Le monoline originariamente assicuravano infatti i municipal bonds, ossia le obbligazioni emesse da singoli stati o municipalità, un mercato della dimensione di diverse centinaia di miliardi di dollari. A questo punto scatta il secondo problema: gli assicuratori di bond necessitano del rating tripla A perché la loro copertura assicurativa abbia valore per chi la richiede.
Ma perchè questo dovrebbe avere ripercussioni sui bilanci delle banche e sul più generale sistema finanziario? La risposta arriva ancora da JC & Associati: “Con la perdita del rating AAA da parte delle società che forniscono le mono-lines, tutte le emissioni delle municipalità USA subiscono ovviamente un contestuale abbassamento del rating. Se inoltre una o più società dovesse addirittura cessare l’attività, verrebbe meno quella caratteristica di uniformità del mercato e gli investitori dovrebbero tornare ad analizzare una ad una le quasi 90mila municipalità presenti oggi sul mercato. Ovviamente la combinazione di questi due effetti sta avendo conseguenze decisamente negative sulle quotazioni di questi titoli, che in molti casi trattano ormai su livelli di rendimento del 30% superiori a quelli considerati normali”. Le istituzioni finanziarie che si trovano in portafoglio titoli di questo tipo rischiano quindi di dover contabilizzare forti perdite e date le di significative dimensioni del mercato, un’aggravarsi della crisi potrebbe avere conseguenze significative non solo per gli Stati Uniti ma anche per i mercati internazionali.
I titoli dei due maggiori operatori del comparto, Ambac e Mbia, sono arrivati a perdere nel corso della seduta di ieri di Wall Street fino al 20%. Mbia ha reso noto oggi di aver chiuso il quarto trimestre del 2007 con una perdita pari a 2,3 miliardi di dollari.