Credit Suisse AM: ETF e fondi indicizzati hanno tre virtù chiave agli occhi degli investitori
Durante la crisi del coronavirus è proseguita a pieno ritmo la tendenza di lungo periodo che vede gli investitori passare dalle strategie a gestione attiva ai prodotti che replicano indici, i quali continuano ad accrescere la propria quota di mercato. Le soluzioni indicizzate hanno continuato a raccogliere ampi consensi durante questo periodo di eccezionale turbolenza.
Secondo il rapporto di Morningstar, nel mese di marzo in Europa si è assistito a un deflusso molto significativo di fondi comuni, per un totale di 246 miliardi di euro, ma di questi soltanto 24 miliardi provenivano da fondi indicizzati ed ETF. Nei precedenti mercati ribassisti la tendenza degli investitori è stata di affidarsi ai gestori attivi, per dotarsi di una qualche protezione dai ribassi. “Tuttavia, di fronte alle turbolenze causate dal coronavirus, la garanzia di evitare eventuali marcate sottoperformance del mercato, offerta dalle soluzioni che replicano gli indici, si è rivelata indubbiamente allettante”, rimarca Valerio Schmitz-Esser, Head of Index Solutions di Credit Suisse Asset Management.
Afflussi verso le soluzioni di asset allocation strategica di lungo periodo
Credit Suisse AM ha riscontrato una netta divisione dei flussi tra le diverse classi di soluzioni indicizzate. Secondo Schmitz-Esser, i maggiori deflussi hanno colpito da un lato gli ETF e le varie categorie di soluzioni indicizzate cosiddette di nicchia. Molto meglio sono invece andati i fornitori di prodotti che offrivano agli investitori istituzionali fattori strutturali di lungo termine per un’asset allocation strategica. Credit Suisse AM ha beneficiato di afflussi netti per 800 milioni di euro nel mese di marzo, collocandosi tra le prime quattro aziende per soluzioni indicizzate in Europa, in termini di raccolta di capitali.
Niente sgradite sorprese e costi ridotti all’osso
Le soluzioni indicizzate hanno tre attributi chiave agli occhi degli investitori. In primo luogo, spiega Schmitz-Esser, “forniscono un’ottima diversificazione, con la maggior parte dei principali indici che includono centinaia se non migliaia di titoli singoli. Di per sé le soluzioni indicizzate eliminano praticamente del tutto il rischio idiosincratico. In secondo luogo, gli investitori hanno la garanzia di non dover temere spiacevoli sorprese da parte di manager che sostanzialmente sottoperformano il benchmark. In generale le soluzioni indicizzate conseguono performance superiori alla media su base regolare, in quanto danno un’esposizione completa alla classe di attivi piuttosto che a un campione selezionato. Questo è un fattore molto apprezzato, soprattutto dagli investitori istituzionali, che solitamente non amano troppo il rischio attivo delle componenti core del proprio portafoglio. Infine, i fondi indicizzati offrono una soluzione a basso costo in virtù dei rispettivi Total Expense Ratio (TER) estremamente competitivi e del moderato turnover. I TER riflettono costi di implementazione inferiori, non essendo necessaria né la ricerca del broker né la remunerazione dei gestori attivi. Per quanto concerne il moderato turnover, l’indice MSCI World fornisce un ottimo esempio di turnover di appena il 2,5% all’anno. Un turnover moderato significa meno trading, una circostanza che favorisce un TER competitivo”.
ETF di Credit Suisse in pochi mesi raccolgono attivi per $2 mld
Nel bel mezzo della fase di turbolenza del mercato a metà marzo Credit Suisse si è lanciata nella sfida degli ETF tornando a proporre dei cloni. I tre nuovi ETF hanno attirato un totale di attivi di oltre 2 miliardi di dollari a fine maggio. Questi nuovi prodotti rappresentano nell’insieme una componente interessante e integrante dell’offerta globale di fondi indicizzati del gruppo elvetico. Con 98 fondi indicizzati e 104 miliardi di attivi in franchi svizzeri (dato aggiornato al 31 maggio 2020), Credit Suisse AM è diventato il quarto maggiore fornitore di fondi comuni indicizzati ed ETF in Europa.
Due new entry su small cap Us e immobiliare globale
Inoltre, da ieri sono sbarcati sul mercato (SIX Swiss Exchange, Deutsche Börse e Borsa Italiana) due nuovi ETF. Si tratta di CSIF (IE) MSCI USA Small Cap ESG Leaders Blue UCITS ETF e CSIF (IE) FTSE EPRA Nareit Developed Green Blue UCITS ETF. Analogamente agli ETF di Credit Suisse AM già esistenti, i nuovi prodotti vengono lanciati nell’ambito di Credit Suisse Index Fund (IE) ETF ICAV. I fondi offrono esposizione a due segmenti interessanti e promettenti come le small cap statunitensi e il settore immobiliare globale.
Entrambi i nuovi EFT contengono la denominazione “Blue”, che indica i fondi indicizzati di Credit Suisse senza securities lending, e tutti e due rispondono ai rigorosi criteri ESG di Credit Suisse. CSIF (IE) MSCI USA Small Cap ESG Leaders Blue UCITS ETF offre accesso a un portafoglio ampiamente diversificato di titoli small cap statunitensi con capitalizzazioni di mercato inferiori a 10 miliardi di dollari. L’indice di riferimento da cui questo ETF prende il nome sottopone l’universo d’investimento a un’attenta valutazione in base ai criteri ambientali, sociali e di corporate governance e rappresenta circa il 50% delle opportunità d’investimento nel settore delle small cap statunitensi. CSIF (IE) FTSE EPRA Nareit Developed Green Blue UCITS ETF investe invece in un portafoglio globale di titoli immobiliari ecologici e in fondi comuni di investimento immobiliare (Real Estate Investment Trust o REIT). In un contesto di rendimenti bassi, i titoli immobiliari quotati abbinano il reddito stabile da locazione alla protezione a lungo termine contro l’inflazione.