Coronavirus: sarà panico COVID-19 a dare colpo di grazia a Pil Italia? In quarantena Lombardia e Veneto, motori dell’economia
Anche l’Italia in quarantena per il COVID-19 o, meglio, il Nord Italia di Veneto e Lombardia: le regioni che, come ricorda un articolo del Financial Times, “contribuiscono per un terzo all’economia italiana già a rischio di entrare in recessione”. Coronavirus Italia, Coronavirus Italy, Covid19, Coronavirus Lombardia: l’incubo coronavirus è arrivato anche in Italia, a sorpresa in modo straordinariamente veloce, tanto da fare dell’Italia il paese ex Asia più colpito e, in generale, il terzo paese del mondo più infettato dal virus, dopo Cina e Corea del Sud.
Il governo Conte bis ha lanciato misure straordinarie sia per proteggere la salute dei cittadini che per evitare che sia il coronavirus a dare il colpo di grazia al Pil italiano già zoppicante.
Il premier Giuseppe Conte ha parlato lui stesso di “misure straordinarie” per affrontare l’emergenza, aggiungendo che la quarantena in atto nei centri focolaio del virus potrebbe andare avanti per diverse settimane.
Mentre la Regione Lombardia annuncia la quarta vittima, (la terza in Lombardia), malata di COVID-19 (la malattia provocata dal coronavirus )- un uomo di 84 anni, ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – il Nord Italia è blindato.
In tutto sono 152 i casi di persone contagiate: 112 in Lombardia.
Le autorità hanno disposto la chiusura delle scuole e delle Università in Lombardia, Veneto, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige.
Nello specifico, in Lombardia, sono state sospese le messe, stop anche alle visite per i turisti al Duomo di Milano. Divieto di ingresso a La Scala. I negozi sono aperti, mentre bar e locali notturni sono stati chiusi dalle 18 alle 6.
Per gli 11 paesi delle zone focolaio è scattato il cinturamento,ovvero posti di blocco delle forze dell’ordine impediscono l’ingresso e l’uscita degli abitanti che, in tutto, sono 50.000. In Veneto sono 25 i casi di persone infettate, di cui due a Venezia. Niente Carnevale di Venezia, quest’anno.
Le altre regioni italiane non colpite dal coronavirus mettono in quarantena chi ha fatto rientro dalle regioni colpite dal COVID-19. L’ordinanza firmata dal Presidente della Giunta Regionale della Basilicata, Vito Bardi ha disposto per esempio che “tutti i cittadini che rientrano in Basilicata provenienti dal Piemonte, Lombardia, Veneto, EmiliaRomagna e Liguria o che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni dovranno rimanere in quarantena presso il proprio domicilio per 14 giorni, comunicando la propria presenza ai competenti Servizi di Sanità Pubblica”. Questo, in linea con “il decreto legge emanato dal Consiglio dei Ministri in corso di pubblicazione recante ‘Misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019″”.
Nell’ordinanza si legge ancora che “i Sindaci di tutti i comuni della Basilicata in collaborazione con tutte le altre istituzioni comunali censiranno i cittadini provenienti dalle suindicate regioni. L’Ordinanza è inoltrata ai Prefetti competenti per territorio ai fini della notifica ai Comuni della Basilicata ed è pubblicata sul sito web della Regione Basilicata”.
COVID-19: quale sarà l’impatto sul Pil italiano?
Quale impatto avrà tutto questo sull’economia italiana, già altamente a rischio? Interpellato da La7, il premier Conte si è così espresso: “Qualcuno ricorderà che poco prima che avessimo questo picco di contagiati, io avevo parlato di eemrgenza nazionale per le previsioni troppo basse della nostra crescita. Ora il quadro è ancora più complesso e complicato“. Detto questo, “in questi mesi ho imparato tanto, abbiamo risorse incredibili e insieme ce la faremo”.
Il problema è che si parte da un punto già drammaticamente basso per il Pil italiano. Prima che il COVID-19 venisse a far visita anche in Italia, lo spettro recessione era in realtà già tornato.
La prova del nove dell’ennesima crescita italiana non pervenuta era arrivata con il pessimo dato relativo alla produzione industriale, scivolata a dicembre sia su base mensile che su base annua. In particolare, quel calo su base annua è stato il primo in sei anni, ovvero dal 2014. L’Ufficio parlamentare di bilancio e altri think tank avevano subito iniziato a sforbiciare le stime di crescita dell’economia italiana.
Lorenzo Codogno, ex responsabile economista del Ministero dell’Economia, ora numero uno del think tank con sede a Londra LC Macro Advisors, aveva intravisto già un segno meno di fronte al Pil italiano, per il 2020. Anche Nomura era stata piuttosto chiara, parlando di possibilità di recessione per l’anno in corso. Possibilità paventata anche da Confindustria. Questo, prima che il COVID-19 colpisse il cuore pulsante dell’economia italiana.
In occasione del G20 dei ministri delle finanze e dei bvanchieri centrali che si è tenuto a Riyadh, in Arabia Saudita, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco non ha fatto mistero delle conseguenze negative della diffusione, in Italia, del virus. Visco ha sottolineato che l’impatto del coronavirus sulla crescita del Pil italiano potrebbe essere superiore allo 0,2%.
Intervistato da Bloomberg, il governatore ha avvertito anche che, se non si vedranno velocemente gli effetti di una ripresa a V dopo i contagi del COVID-19, sarà fondamentale agire in modo coordinato, attingendo anche alla politica fiscale (un appello che è diventato, coronavirus a parte, un mantra):
“Dobbiamo usare le politiche di bilancio perché la politica monetaria è già molto accomodante a livello mondiale”, ha detto. E così quella crescita pari a +0,6% per il 2020 incisa nelle stime del governo appare già un miraggio.
Dal canto suo, sempre in occasione del G20 di Riyadh, il ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha affermato che “nel corso degli incontri del G20 e del G7 di Riyadh si è convenuto come sia ancora prematuro quantificare l’intensità e l’impatto del coronavirus sull’economia globale ed europea”.
“La discussione – ha continuato il titolare del Tesoro – ha evidenziato come, nello scenario di base, tale impatto possa essere ancora relativamente contenuto e temporaneo, ma vi è piena consapevolezza dei rischi che una maggiore diffusione dell’epidemia rappresenta per la crescita mondiale. Ho informato il G7 e il G20 della situazione e delle decisioni adottate in Italia e ho chiesto di lavorare da subito a misure economiche a livello internazionale, coordinate e adeguate ad affrontare in modo tempestivo ed efficace le conseguenze economiche del virus nel caso la crisi si aggravi”.
Intanto, l’Italia tutta assomiglia sempre di più alla Cina, blindata per misure di emergenza e/o per il panico. E il panico, essendo antitesi della fiducia, può far male all’economia più di qualsiasi altro virus.