Coronavirus fa prima vittima nei cieli, default per Flybe. Iata avverte: rischio perdite fino a 113 mld $ per settore
L’effetto coronavirus mette al tappeto il traffico aereo e le compagnie del settore. L’International Air Transport Association (Iata) ha lanciato un nuovo allarme, stimando perdite per il settore fino a 113 miliardi di dollari quest’anno, solo per la parte passeggeri. Perché non sono ancora disponibili le stime per l’impatto sulle operazioni cargo. Intanto in Borsa i titoli delle compagnie aeree sono crollati, cedendo quasi il 25% dall’inizio dell’epidemia, circa 21 punti percentuali in più rispetto al declino che si è verificato durante la crisi della Sars del 2003. Giusto per fare un esempio, Air France-Klm oggi sta cedendo sulla piazza di Parigi oltre 11 punti percentuali, finendo a 5,64 euro, sui livelli minimi da circa due anni.
Tra i singoli titoli oggi crollo del 10% per AirFrance-Klm, oltre -8% per Norwegian, -4% circa per Lufthansa e easyJet.
Default per la britannica Flybe
I due scenari prospettati da Iata
Tornando alla Iata, ha aggiornato oggi la sua analisi dell’impatto del coronavirus sull’industria globale del trasporto aereo, prevedendo perdite sull’attività passeggeri per il 2020 tra 63 miliardi, in uno scenario in cui il virus venga contenuto negli attuali paesi, e 113 miliardi di dollari, nello scenario peggiore di diffusione più ampia. La precedente analisi era stata pubblicata solo lo scorso 20 febbraio e lì Iata stimava perdite sui ricavi pari a 29,3 miliardi di dollari, sulla base di uno scenario che avrebbe visto il coronavirus in gran parte limitato all’Asia. Da quel momento, il virus si è diffuso in oltre 80 paesi e le prenotazioni future dei voli hanno subito gravi ripercussioni sulle rotte anche al di fuori della Cina.
Nello specifico, Iata ha stimato il potenziale impatto sulla base di due possibili scenari:
Scenario 1: diffusione limitata
In uno scenario in cui il contagio è più controllato e limitato sostanzialmente negli attuali paesi coinvolti, si prevede un crollo del numero di passeggeri: Cina (-23%), Giappone (-12%), Singapore (-10%), Corea del Sud (-14%), Italia (-24%), Francia (-10%), Germania (-10%) e Iran (-16%). Inoltre, si prevede che l’Asia (esclusi Cina, Giappone, Singapore e Corea del Sud) vedrà un calo della domanda dell’11%. L’Europa (esclusi l’Italia, la Francia e la Germania) vedrebbe un calo della domanda del 7% e il Medio Oriente (escluso l’Iran) vedrebbe un calo della domanda del 7%. A livello globale, questo calo si tradurrà in una perdita di entrate dell’11% a livello mondiale pari a 63 miliardi di dollari. La Cina ricoprirebbe circa 22 miliardi di dollari di questo totale. I mercati associati all’Asia (compresa la Cina) rappresenterebbero 47 miliardi di questo totale.
Scenario 2: diffusione estesa
In uno scenario in cui il coronavirus abbia una diffusione più estesa, si avrebbe una perdita del 19% delle entrate mondiali derivanti dal crollo del traffico passeggeri, che equivale a 113 miliardi di dollari. Dal punto di vista finanziario, ciò equivarrebbe a una quota equivalente a quella vissuta dal settore durante la crisi finanziaria globale.
“L’evoluzione degli eventi a seguito del coronavirus è quasi senza precedenti – ha detto Alexandre de Juniac, direttore generale e Ceo di Iata – In poco più di due mesi, le prospettive del settore in gran parte del mondo hanno preso una svolta drammatica. Non è chiaro come si svilupperà il virus, ma comunque è una crisi”. Il numero uno di Iata fa sapere che molte compagnie aeree stanno riducendo la capacità e adottando misure di emergenza per ridurre i costi in attesa di interventi ad hoc da parte dei governi.