Notizie Notizie Italia Consob, Savona: ‘Italia collocata nella caverna di Platone. Giudizi negativi verso di noi vicini a pregiudizi’

Consob, Savona: ‘Italia collocata nella caverna di Platone. Giudizi negativi verso di noi vicini a pregiudizi’

14 Giugno 2019 12:38

“E’ come se l’Italia fosse collocata dentro la ‘caverna di Socrate’ dove le luci fioche della conoscenza che in essa penetrano proiettano sulle pareti un’immagine distorta della realtà. Per giunta in presenza di un continuo vociare a senso unico“. Finalmente, dopo tanto tempo, Paolo Savona torna a farsi sentire, stavolta nelle vesti di numero uno della Consob. L’economista ex ministro degli Affari europei, pomo della Discordia tra l’asse M5S-Lega da un lato e il Quirinale dall’altro, subito dopo le elezioni politiche del 4 marzo del 2018, ricorre alla mitologia greca per descrivere le condizioni in cui versa il paese Italia. Prima di fare il parallelismo con il mito della caverna di Socrate (è la caverna di Platone, ma l’economista la definisce di Socrate, a cui comunque il mito si riferisce), Paolo Savona non manca di constatare la presenza, a suo avviso, di pregiudizi nei confronti dell’Italia:

“Senza voler negare l’esistenza di problemi interni al Paese – efficamente analizzati nelle recenti Considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia -i giudizi negativi non di rado espressi da istituzioni sovranazionali, enti nazionali e centri privati appaiono prossimi a pregiudizi, perché resi su basi parametriche finanziarie convenzionali che non tengono conto dei due pilastri che reggono la nostra economia e società: la forza competitiva delle nostre imprese a livello globale e il nostro buon livello del risparmio”.

Vale la pena riprendere il mito della caverna di Platone. Raccontato all’inizio del libro settimo de La Repubblica, il mito è dedicato al processo che Socrate dovette subire.

Nella caverna di Platone sono intrappolati alcuni prigionieri, incatenati fin da piccoli, in grado di scorgere solo qualche ombra proiettata sulla parete che è di fronte a loro. Non conoscendo la luce, i prigionieri ritengono che queste ombre siano l’unica realtà esistente. Il mito continua, con Platone che immagina che uno schiavo venga liberato e riesca dunque a capire che quelle ombre che ha visto per tutta la sua vita non hanno mai rappresentato la realtà delle cose. Pian piano inizia a distinguere gli oggetti presenti nel mondo reale e a guardare bene il sole. Tornato nella caverna, viene tuttavia ucciso dai suoi compagni, nonostante il suo tentativo di convincerli a fuggire per vivere il mondo reale delle cose e avvicinarsi, dunque, alla verità e al bene.

A più riprese, l’economista che si improvvisa filosofo sembra voler rimarcare la differenza che sussiste tra realtà e percezione. E’ lui, Paolo Savona, il detentore della verità su come stanno le cose in Italia? Tutte le altre istituzioni sono invece colpevoli di avere pregiudizi nei confronti del paese e non hanno dunque compreso la realtà vera delle cose? Insomma, hanno tutti una percezione distorta dell’Italia?

Savona e il mito della caverna di Platone: discorso a 360°

Così Savona oggi ha ripreso il mito per fotograre l’Italia, in occasione del suo primo discorso all’incontro annuale con la comunità finanziaria riunita a Piazza Affari. Le previsioni di un discorso forte si sono confermate praticamente vere.

Certo, l’economista  ha invitato il mondo delle istituzioni ad abbassare i toni, laddove ha affermato che “è compito di chi riveste posizioni di vertice della politica, dell’economia e dei mezzi di informazione rafforzare la luce e abbassare i toni per ristabilire la fiducia sul futuro del Paese”. Ma il suo DNA di euroscettico si è riproposto nel momento in cui ha proferito la seguente frase. “Non esiste alcun vincolo oggettivo insuperabile alla nostra crescita”.

Come uscire dalla situazione di impasse in cui versa l’economia italiana, alle prese – aggiungiamo noi, tra l’altro, con la minaccia della procedura di infrazione?

Savona ha proposto di ristabilire la fiducia nella solvibilità del debito italiano:

“Ricreando la fiducia sulla solvibilità del Paese si reinnesterebbe il circolo virtuoso dello sviluppo, che non è formato dal solo innalzamento della crescita materiale, ma da tutte le componenti della società”.

“Avrebbe così fine quella che è stata autorevolmente definita ‘l’era del risentimento’ in cui viviamo –  e si recupererebbe ‘l’era delle speranze’ di portare la globalizzazione e le innovazioni tecnologiche al servizio di tutti”.

Il discorso proferito da Paolo Savona è stato a 360 gradi e ha affrontato diverse questioni. Savona, nelle vesti di numero uno della Consob, ha elencato quelli che sarebbero a suo avviso i punti di forza dell’Italia, rilevando la presenza di “alcuni fattori distorsivi legati alla sottovalutazione di alcuni aspetti importanti della solidità economica del Paese”.

“La posizione finanziaria dell’Italia con l’estero  – ha sottolineato – è sostanzialmente in equilibrio e dal 2013 disponiamo di flussi di risparmio in eccesso rispetto all’uso interno. Contrariamente a importanti paesi sviluppati come Stati Uniti, Regno Unito, Canada, nell’eurozona Grecia e Francia, e nel resto del mondo Turchia e l’intero continente sudamericano, l’Italia non assorbe flussi di risparmio dall’estero, ma ne cede in quantità superiori al suo debito pubblico. Questa condizione può essere vantata principalmente dai paesi ricchi di materie prime, una carenza che l’Italia ha compensato con le sue eccellenti capacità di intrapresa. Per la comunità europea e globale l’Italia non  rappresenta un problema finanziario, ma una risorsa alla quale molti paesi attingono per soddisfare le loro necessità.

Altro estratto interessante del discorso di Savona è quello con cui, magari non direttamente, ha parlato comunque della presunta responsabilità che le autorità avrebbero negli attacchi speculativi che colpiscono gli asset italiani.

“La gran parte dei titoli di Stato italiani è ora nelle mani degli intermediari nazionali, come banche, assicurazioni e fondi comuni, e in minor misura dall’estero. Il potere di valutare il rischio di rimborso si è trasferito sul mercato senza un adeguato contrasto alla speculazione che non di rado trova alimento nell’attitudine delle autorità a usarlo come vincolo esterno per indurre gli Stati membri a rispettare i parametri fiscali concordati a livello europeo”.

D’altronde, secondo il presidente della Consob, i sospetti sul rischio che il debito pubblico possa essere insolvente sono infondati. Così si legge nel suo intervento:

“Se il criterio di razionalità venisse accettato a livello europeo e fosse rispettato dalle autorità di Governo  si restituirebbe ai debiti sovrani, incluso quello italiano, la dignità di ricchezza protetta che a essi attribuiscono giustamente gli investitori. Il raggiungimento di questa condizione allontanerebbe i sospetti sulla possibilità di insolvenza del nostro debito pubblico, oggettivamente infondati”.

La teoria economica e la ricerca empirica “non hanno fornito una risposta univoca su quale sia il legame ottimale tra il debito pubblico e il Pil, soprattutto se il rapporto è valutato in modo indipendente dallo stato della fiducia. L’esempio del Giappone è istruttivo: se la fiducia nel Paese è solida e la base di risparmio sufficiente, livelli di indebitamento nell’ordine del 200% rispetto al Pil non contrastano con gli obiettivi economici e sociali perseguiti dalla politica. Ciò non significa – ha proseguito Savona – che non esista un limite all’indebitamento ma, come insegna un elementare criterio di razionalità economica, per garantirne la sostenibilità il suo saggio di incremento deve restare immediatamente al di sotto del saggio di crescita del Pil. Ogni indicatore che comporta l’esistenza di un limite oggettivo alla crescita, come l’output gap, resta privo di validità storica e pratica, ancor prima che logica”.