Con misure anti-COVID rating junk quasi inevitabile, Commerzbank osa dire: ‘Vendete BTP’. L’ira di Buffagni
Addio investment grade, debito italiano downgradato a junk dalle agenzie di rating: per gli analisti di Commerzsbank questo scenario è diventato ormai “quasi inevitabile”, visto che le varie iniziative che il governo M5S-PD sta varando per contrastare l’impatto del coronavirus sull’economia altrettanto inevitabilmente danneggeranno i conti pubblici. Conti pubblici già a rischio, vista la mole del debito che, per una ragione o un’altra, continua a crescere in rapporto al Pil.
La previsione di Commerzbank è stata accolta da diversi italiani con sdegno. Come ‘osano’ gli analisti della seconda banca tedesca paventare un tale scenario nefasto, per una Italia già straziata dalla tragedia del coronavirus, in allarme per una emergenza economica destinata ad accompagnare quella sanitaria?
Commerzbank ha una esposizione per circa 9,5 miliardi di euro sui titoli sovrani italiani.
Nell’agitare per l’Italia lo spauracchio del rating spazzatura, ergo junk, lo strategist di Commerzbank Michael Leister consiglia ai clienti di liberarsi dei BTP italiani, di chiudere esattamente le posizioni long e di dire insomma addio alla carta italiana.
D’altronde, a suo avviso, il rapporto debito-Pil italiano salirà a quasi il 150% quest’anno, prima di scendere al 145% nel 2021. Ma questo calo, insieme alla prospettiva di una ripresa dell’economia a V, è già prezzato nella maggior parte degli outlook che sono stati stilati, il che significa che, di sorprese positive per l’Italia, finora non se ne vede neanche l’ombra.
Il calo del debito-Pil italiano stimato al 145% nel 2021, insomma, secondo Leister “potrebbe non essere sufficiente a risparmiare (all’Italia) un downgrade a junk“.
Quanto scrive Commerzbank non è certo campato in aria, visto che sono anni che l’Italia trema, ogni volta che l’agenzia di rating di turno sta per emettere il verdetto sui BTP. Spaventa soprattutto Moody’s, visto che il suo rating sull’Italia è superiore a quello spazzatura soltanto di un gradino, contrariamente alle più magnanime S&P e Fitch che, per ora, hanno una valutazione investment grade che si distanzia dallo spettro junk di due gradini.
In generale, Commerzbank raccomanda agli investitori di accumulare posizioni long sui bond francesi rispetto a quelli del Belgio.
Italia a rischio junk, Stefano Buffagni contro Commerzbank
La polemica non tarda a palesarsi e lo fa attraverso le dichiarazioni del viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni che, con un post su Facebook, lancia l’affondo contro Commerzbank:
“In piena emergenza coronavirus, in piena pandemia mondiale, mentre l’Italia piange oltre 10.000 morti, la Germania non solo fa muro da settimane sugli aiuti all’Italia, ma ora secondo l’autorevole agenzia internazionale Bloomberg ci attacca anche direttamente invitando a vendere i Titoli di Stato italiani tramite la seconda banca di Germania, la Commerzbank, posseduta al 15% proprio dallo Stato tedesco… Questa notizia può provocare danni economici giganteschi, il governo tedesco intervenga subito per bloccare questa follia“.
“L’Europa e gli stati europei devono essere solidali. Tutti e con tutti – conclude Buffagni – Nessuno si salva da solo. Non è questa l’Europa che ci meritiamo!”
Un monito non a Commerzbank ma in generale alla Germania è arrivato anche da Lucrezia Reichlin, docente di Economia presso la London Business School :
“Non siamo nel 2008, questa crisi è peggiore. E la Bce non solo non può fare tutto da sola, ma rischia enormi danni. Già adesso è probabile che in Germania faranno ricorso alla Corte costituzionale di Karlsruhe contro il ‘piano pandemia’. Ma se la Bce sarà lasciata da sola, prima o poi dovrà buttare giù tutti i paletti. Dovrà comprare anche bond di Paesi declassati sotto ‘l’investment grade’ (dunque con rating junk, spazzatura), cosa che in principio ora non può fare”.