Notizie Notizie Mondo Colossi bancari Wall Street superano stress test Fed. Ma uno rimane indietro (GRAFICI)

Colossi bancari Wall Street superano stress test Fed. Ma uno rimane indietro (GRAFICI)

23 Giugno 2017 09:29

Sono 34 i grandi colossi bancari di Wall Street che superano gli stress test della Federal Reserve. L’annuncio dell’esito positivo arriva con una nota, in cui il governatore della Fed Jerome Powell afferma:

“I risultati di quest’anno dimostrano che, anche nel caso in cui dovesse manifestarsi una grave recessione, le nostre banche più grandi rimarrebbero ben capitalizzate”.

Stress test: Morgan Stanley rimane indietro alle altre

Gli stress test, lanciati dopo il crash dei mercati e la grave crisi finanziaria che iniziò nel 2008, valutano il modo in cui le banche riuscirebbero a gestire le turbolenze finanziarie e l’erosione dei fondamentali che una tale situazione creerebbe, come il balzo della disoccupazione al 10%, il tonfo dei prezzi nel mercato immobiliare commerciale pari a -35% e il crollo delle quotazioni azionarie..

Una banca considerata sistemica che è rimasta dietro rispetto alle altre, tuttavia, c’è. Ed è, anche nel 2017, Morgan Stanley, che per il secondo anno consecutivo riporta un risultato peggiore rispetto a quello degli altri istituti.

Il supplemental leverage ratio (SLR), ovvero il leverage ratio supplementare che le banche devono detenere  e che Morgan Stanley prevede in caso di crisi economica si conferma infatti il più basso, pari al 3,8%, anche se la banca ha comunque superato la soglia minima prevista.

Stress test e il leverage ratio supplementare

Il leverage ratio supplementare, introdotto in linea con le richieste arrivate dalla Commissione di Basilea, è un parametro che si ottiene dividendo il Capitale Tier 1 per l’esposizione totale al leverage. Essendo un parametro che prescinde dal rischio, l’SLR indica che una banca deve detenere lo stesso ammontare di capitale sia a fronte di asset considerati più rischiosi (come titoli azionari e prodotti di cartolarizzazione), che verso gli asset meno rischiosi, come per esempio liquidità e Treasuries, dunque titoli di Stato. Tale regola deve essere rispettata dalle banche più grandi, quelle considerate sistemiche.

Nessun commento è arrivato da Morgan Stanley.

Stress test: altre conclusioni

In generale, dagli stress test è emerso che, nel peggiore degli scenari, le banche dovrebbero far fronte a perdite sui prestiti erogati pari a $383 miliardi. Tra le altre conclusioni degli stress test, riportate da Bloomberg, compaiono le seguenti:

  • Bank of America soffrirebbe una perdita di $26,4 miliardi sui suoi utili al lordo delle tasse, nello scenario peggiore dei casi, la più alta di ogni altro istituti di credito
  • Il tasso sulle perdite sui prestiti atteso da Goldman Sachs, pari all’8,1%, è stato superato solo dalle banche commerciali o da banche che emettono carte di credito, come American Express, Capital One Financial, Discover Financial Services.
  • Le perdite accusate da Wells Fargo relative a operazioni di trading o alle transazioni con controparti si avvicina a quelle subite da colossi del calibro di Morgan Stanley ($9,5 miliardi). Al primo posto compare JP Morgan, con una perdita di $25,2 miliardi.
    Le stime delle banche sulle perdite sui prestiti a cui potrebbero incorrere nel caso del peggiore scenario contemplato dagli stress test della Fed dovesse materializzarsi sono più ottimistiche rispetto a quelle della Fed.

Per esempio Wells Fargo, che eroga prestiti soprattutto ad aziende e al settore immobiliare commerciale, prevede una perdita inferiore di quasi $20 miliardi rispetto a quella attesa dalla Fed, pari a $50,4 miliardi. Di seguito, la tabella riassuntiva delle banche che sono straniere e operano negli Usa, e che fanno parte delle 34 esaminate dalla Fed.

Non solo stress test: trepidazione per altri esiti in arrivo

A questo punto, l’attesa è per altri risultati che la Federal Reserve renderà noti la prossima settimana, relativi all’esame Comprehensive Capital Analysis & Reviews (CCAR). Si tratta di risultati attentamente monitorati dagli azionisti delle banche, in quanto stabiliscono se gli istituti possano aumentare dividendi o procedere a buy back azionari.

Fino alla giornata di ieri, gli analisti prevedono che le banche riusciranno a garantire ritorni agli azionisti per un valore superiore a $120 miliardi nel corso dei prossimi quattro trimestri, pari all’85% dei loro profitti. Ora che dispongono dei risultati degli esami degli stress – inaugurati con la legge Dodd-Frank a seguito della crisi finanziaria – le interessate potrebbero anche decidere di rivedere i propri piani di capitale, prima della pubblicazione del CCAR.