Notizie Notizie Mondo Bce su Eurozona: volatilità titoli Stato, banche +65% da Brexit e buy su euro (GRAFICI)

Bce su Eurozona: volatilità titoli Stato, banche +65% da Brexit e buy su euro (GRAFICI)

22 Giugno 2017 11:47

Dalla riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo tenutasi a marzo i rendimenti dei titoli di Stato dell’area dell’euro sono lievemente diminuiti, evidenziando una certa volatilità nel periodo. (..) Le quotazioni degli indici azionari sono salite più nell’area dell’euro che in altre importanti aree economiche. L’euro si è apprezzato su base ponderata per l’interscambio. E’ quanto risulta dal bollettino economico della Bce pubblicato nella giornata di oggi.

Titoli di Stato: rendimenti titoli sovrani in calo da marzo

“Nel complesso, dagli inizi di marzo i rendimenti a lungo termine dei titoli di Stato dell’area dell’euro sono lievemente diminuiti. Nel periodo in esame, dal 9 marzo al 7 giugno 2017, il tasso sugli overnight index swap (OIS) a dieci anni dell’area dell’euro è sceso di circa dieci punti base, collocandosi allo 0,55 per cento, mentre il rendimento ponderato per il Pil dei titoli di Stato decennali dell’area dell’euro è diminuito di circa 25 punti base, portandosi a un livello di poco superiore all’1 per cento. Tale diminuzione ha interrotto il periodo di crescita dei rendimenti nominali che, sebbene con alcune oscillazioni, aveva caratterizzato l’area dell’euro dall’inizio di ottobre 2016”.

Successivament, a conferma della volatilità in atto sul mercato:

“Nel corso del mese di aprile i rendimenti sono tornati a salire a fronte di un affievolimento dell’incertezza politica e della pubblicazione di dati economici positivi per l’area dell’euro. Nella restante parte del periodo in esame i rendimenti a lungo termine dei titoli di Stato dell’area dell’euro hanno registrato lievi ribassi a seguito di una leggera moderazione delle aspettative sull’inflazione a livello mondiale e di alcune sorprese negative sui dati economici esteri. I rendimenti dei titoli di Stato si sono notevolmente ridotti in diversi paesi, soprattutto in ragione dell’affievolimento dell’incertezza politica a partire dalla fine di aprile, e anche delle prospettive economiche in miglioramento. Fra i vari paesi si è oscillato tra ribassi di pochi punti base e ribassi di circa 120 punti base in Grecia e Portogallo. Anche i differenziali fra il rendimento dei titoli di Stato e il tasso OIS hanno nel complesso subito una contrazione, in particolare a partire dalla seconda metà di aprile.

Bce sui titoli azionari Eurozona

“Dagli inizi di marzo le quotazioni azionarie nell’area dell’euro sono salite, mantenendo pertanto la tendenza osservata dalla metà del 2016 circa. Alla fine del periodo in rassegna le quotazioni azionarie delle società non finanziarie (SNF) dell’area dell’euro erano di circa il 7,5 per cento più elevate rispetto all’inizio del periodo, mentre i prezzi sono cresciuti del 5,5 per cento per le società finanziarie. A seguito dei recenti andamenti positivi nei mercati azionari dell’area dell’euro, i prezzi delle azioni bancarie attualmente si collocano su livelli che nel complesso sono saliti di circa il 65 per cento rispetto ai minimi registrati all’indomani del referendum britannico sull’appartenenza all’UE, nel giugno del 2016″.

“Come nel caso delle obbligazioni, l’incertezza politica ha influenzato anche gli andamenti dei mercati azionari dell’area dell’euro, che hanno perlopiù subito oscillazioni prima del risultato del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia, ma che hanno poi registrato considerevoli rialzi nel periodo a seguire. Dall’inizio del mese di marzo le quotazioni azionarie delle SNF sono salite anche negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Giappone, sebbene in misura minore rispetto all’area dell’euro. In confronto all’area dell’euro, in tutti e tre questi paesi le quotazioni azionarie delle società finanziarie hanno registrato un andamento addirittura peggiore rispetto alle quotazioni delle SNF”.

Le aspettative del mercato circa la volatilità delle quotazioni azionarie nell’area dell’euro hanno segnato un aumento significativo prima delle elezioni presidenziali francesi, fino a circa il 23 per cento, per tornare però dopo il voto a livelli lievemente inferiori rispetto a quelli osservati all’inizio di marzo, vale a dire intorno al 13 per cento. Negli Stati Uniti le aspettative sulla volatilità delle quotazioni azionarie sono scese nel complesso a livelli inferiori al 9 per cento.

Bollettino Bce su trend euro

“Riguardo ai mercati dei cambi, dall’inizio di marzo l’euro si è apprezzato del 2,5 per cento su base ponderata per l’interscambio (cfr. grafico 9)

“In particolare, l’euro si è apprezzato nei confronti della maggior parte delle altre principali valute, riflettendo alcune sorprese positive che si sono registrate nell’economia dell’area dell’euro. In termini bilaterali, a partire dal 9 marzo, l’euro ha guadagnato il 6,3 per cento nei confronti del dollaro USA, il 4,6 per cento nei confronti del renminbi cinese, l’1,5 per cento nei confronti dello yen giapponese e l’1,3 per cento nei confronti del franco svizzero. L’euro si è altresì apprezzato nei confronti delle valute di gran parte delle economie emergenti, nonché delle valute degli Stati membri dell’UE non appartenenti all’area dell’euro, con l’eccezione delle valute di alcuni Stati membri che
si trovano nell’Europa centrale e orientale, fra cui la corona ceca, lo zloty polacco e il
fiorino ungherese, nei confronti delle quali si è invece indebolito”.

Bollettino Bce affronta spinoso problema debito pubblico

Nel suo bollettino mensile la Bce, tra le altre cose, ha fatto il punto della situazione anche sulla crescita economica, l’inflazione, i programmi di acquisto di bond della stessa Bce nell’ambito del piano di Quantitative easing, presentando poi anche l’outlook sull’evoluzione dei rischi.

Sul fronte del debito pubblico, la Bce ha scritto che “è necessario proseguire gli sforzi di risanamento delle finanze pubbliche nel pieno rispetto del Patto di stabilità e di crescita. In particolare, per i paesi con alti livelli di debito, ulteriori sforzi di risanamento sono indispensabili per condurre stabilmente il rapporto debito pubblico/PIL su un percorso discendente poiché il forte indebitamento li rende particolarmente vulnerabili di fronte a nuovi episodi di instabilità nei mercati finanziari o a un rapido aumento dei tassi di interesse”.

Un appello rivolto a tutti i paesi che fanno fronte al problema del debito pubblico e, dunque, anche all’Italia.

Bollettino Bce: economia Eurozona si sta rafforzando

Riguardo alla crescita economica dell’Eurozona, questa “si sta rafforzando, sostenuta principalmente dalla domanda interna”.

La Bce fa notare come nel primo trimestre del 2017 il Pil in termini reali sia salito nel blocco dello 0,6 per cento sul periodo precedente, dopo un aumento dello 0,5 per cento nel quarto trimestre del 2016

“L’espansione dell’economia dell’area dell’euro prosegue per il quarto anno consecutivo e la crescita si è rafforzata ulteriormente estendendosi a vari settori e paesi, trainata ancora, nel primo trimestre del 2017, dalla domanda interna; le variazioni delle scorte vi hanno contribuito positivamente, mentre l’apporto dell’interscambio netto non è stato determinante. Per quanto concerne la produzione, l’attività economica è stata principalmente sostenuta dalla robusta crescita nei settori delle costruzioni e dei servizi, mentre il valore aggiunto nel settore industriale (escluse le costruzioni) è cresciuto a un ritmo più contenuto”.

Il report segnala che “le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate dagli esperti della BCE nel giugno 2017 prevedono una crescita del PIL in termini reali dell’1,9 per cento nel 2017, dell’1,8 nel 2018 e dell’1,7 nel 2019 . Rispetto all’esercizio condotto a marzo, le prospettive per l’espansione del PIL in termini reali sono state riviste lievemente al rialzo e i rischi per la crescita nell’area dell’euro sono sostanzialmente bilanciati. Da un lato, l’attuale dinamica positiva del ciclo accresce la probabilità di una ripresa economica più vigorosa rispetto alle attese. Dall’altro, persistono rischi al ribasso legati a fattori in gran parte globali”.

Bollettino Bce: inflazione bassa

Rimane tuttavia il nodo dell’inflazione, che continua a non convincere la Bce:

Nel bollettino della Bce si legge che “l’inflazione complessiva è diminuita a maggio. I recenti movimenti dei corsi petroliferi e la cadenza delle festività pasquali hanno fatto sì che nei mesi recenti l’inflazione complessiva sia stata alquanto volatile”.

In particolare, “secondo la stima preliminare dell’Eurostat, (l’inflazione) è scesa a maggio 2017 all’1,4 per cento, dopo l’1,9 di aprile e l’1,5 di marzo. La diminuzione di maggio era stata prevista per due principali ragioni. In primo luogo, l’inflazione dei servizi ha evidenziato una brusca flessione, attenuando il forte rialzo di aprile, a causa dell’impatto sulla variazione sui dodici mesi della diversa cadenza delle festività pasquali nel 2017 rispetto al 2016. In secondo luogo, l’inflazione dei beni energetici è diminuita in ragione di un effetto base negativo associato al forte aumento dei corsi dell’energia un anno prima e alle ulteriori pressioni al ribasso derivanti dal calo dei prezzi del petrolio nei mesi recenti”.