Jackson Hole: Powell, Fed apre ad una pausa dei rialzi dei tassi a settembre

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha affermato che la banca centrale è pronta ad aumentare ulteriormente i tassi di interesse se necessario e intende mantenere elevato il costo del denaro finché l’inflazione non torni all’obiettivo del 2% nel medio termine.
“Sebbene l’inflazione sia scesa dal suo picco, uno sviluppo positivo, rimane troppo alta”, ha detto Powell alla conferenza annuale della banca centrale americana a Jackson Hole. “Siamo pronti ad aumentare ulteriormente i tassi, se opportuno, e intendiamo mantenere la politica monetaria a un livello restrittivo finché non saremo sicuri che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il nostro obiettivo”.
I principali indici USA rimangono in rosso nell’ultima seduta della settimana in seguito ai commenti di Powell. Lo S&P 500 perde lo 0,4%, il Dow Jones rimane leggermente sotto la parità (-0,13%) mentre il Nasdaq Composite evidenzia un calo moderato dello 0,25%.
La Fed potrebbe mantenere i tassi invariati a settembre
Il numero uno della Fed ha colto con favore il rallentamento della corsa dei prezzi dell’economia statunitense, dimostrata dagli ultimi dati macro, grazie alla campagna dei rialzi dei tassi. Allo stesso tempo, Powell ha suggerito che la Fed potrebbe mantenere i tassi invariati nel range tra il 5,25 e il 5,5,% nel meeting di settembre, come appunto atteso dagli analisti. Il livello dei Fed Funds rate rimane sui massimi da 22 anni.
“Considerando i progressi compiuti, nelle prossime riunione saremo in grado di procedere con cautela nel valutare i dati in arrivo e l’evoluzione delle prospettive e dei rischi”, ha affermato Powell.
La domanda ora è per quanto tempo manterranno i tassi ad un livello restrittivo e come si comporterà l’economia in tali condizioni.
“Il presidente Powell ha scelto di non dire nulla che potesse influenzare il mercato e di non fornire maggiore chiarezza sul percorso da seguire. Dovremmo interpretare questo fatto come se la Fed fosse generalmente soddisfatta dell’assetto: ha la flessibilità necessaria per rispondere alle nuove informazioni come ritiene opportuno, e tornare a un percorso di politica orientato al futuro è sia inutile che potenzialmente controproducente. La massima flessibilità è associata alla minima chiarezza, e questo è ciò che la Fed vuole che abbiamo in questo momento.” Scrive in una nota Eric Winograd, Senior Senior Economist, AllianceBernstein
Nuova fase della politica monetaria
La Fed sta entrando in una nuova fase di politica monetaria sinora completamente concentrata sul raggiungimento del target di inflazione al 2% nel medio termine. Dopo gli aggressivi rialzi dei tassi di interesse nel 2022, la banca centrale americana ha rallentato la stretta nel 2023 e ha segnalato che potrebbe essere vicina a conclusione del ciclo dei rialzi.
Ricordiamo che a luglio la Fed ha alzato i tassi di interesse di 25pb, dopo una pausa “hawkish” a giugno, portandoli nel range tra il 5,25% e il 5,5%. Le proiezioni della Fed, fornite nell’ultimo meeting, prevedono un ulteriore rialzo dei tassi nel 2023.
Powell ha segnalato che la politica monetaria è passata ad una fase più deliberativa in cui la gestione del rischio ora è “fondamentale”. Ha inoltre evidenziato che l’economia USA potrebbe non raffreddarsi così velocemente come previsto, ricordando che i recenti dati sulla crescita del Pil e sulla spesa dei consumatori sono stati forti.
Il Pil degli Stati Uniti ha registrato una cresciuta del 2,4% nel secondo trimestre del 2023, un dato sorprendentemente forte che ha spinto gli economisti a migliorare le previsioni per il terzo trimestre e a riconsiderare le probabilità di recessione.
“Ulteriori prove di una crescita costantemente al di sopra del trend potrebbero mettere a rischio i progressi sull’inflazione e potrebbero giustificare un ulteriore inasprimento della politica monetaria”, ha affermato Powell.
Il numero uno della Fed ha anche respinto le voci secondo cui la banca centrale americana potrebbe cambiare il proprio obiettivo di inflazione, un’idea che è stata oggetto di accesi dibattiti soprattutto da parte del mondo accademico negli ultimi mesi. “Il 2% è e rimarrà il nostro obiettivo di inflazione”, ha affermato Powell.