Notizie Notizie Mondo Evergrande: la ‘Lehman cinese’ torna in Borsa. Titolo affonda (-90%)

Evergrande: la ‘Lehman cinese’ torna in Borsa. Titolo affonda (-90%)

Pubblicato 28 Agosto 2023 Aggiornato 28 Agosto 2023 15:52

Evergrande: il titolo torna alla borsa di Hong Kong dopo un anno e mezzo. E crolla subito di quasi il 90%.

Non c’è pace per Evergrande, il gigante pilastro del mercato immobiliare della Cina che ha dichiarato bancarotta negli Stati Uniti una decina di giorni fa, presentando una istanza di fallimento a un tribunale di New York.

Il titolo del gigante China Evergrande Group è tornato a essere scambiato alla borsa di Hong Kong nella giornata di oggi, lunedì 28 agosto 2023, dopo essere stato sospeso dalle contrattazioni per più di un anno.

Evergrande è tornata triste protagonista della finanza mondiale qualche giorno fa, quando ha fatto ricorso al Chapter 15 del codice fallimentare Usa.

Così facendo, il gigante del mattone, la cui crisi aveva scatenato forti scossoni nei mercati finanziari globali già nel 2021, facendo temere un caso Lehman Brothers in Cina, ha chiesto la protezione dai creditori, in un momento in cui lavora a un accordo con gli stessi per la ristrutturazione dei suoi debiti.

Evergrande torna in Borsa e il titolo crolla subito del 90%

Oggi le azioni di Evergrande hanno fatto il loro ritorno alla borsa di Hong Kong, dove erano state scambiate, l’ultima volta, nella seduta del 18 marzo del 2022, a quota 1,65 dollari di Hong Kong (l’equivalente di $0,13), prima di essere poi sospese il 21 marzo di quell’anno.

Drammatico il ritorno in Borsa: all’avvio della sessione della borsa di Hong Kong, i titoli del gigante cinese sono capitolati di oltre l’87%, scivolando a un minimo intraday di 22 centesimi di dollari di Hong Kong, rispetto, per l’appunto, a quegli 1,65 dollari di Hong Kong del 18 marzo del 2022.

Evergrande ha annunciato tra l’altro nella giornata di ieri di aver concluso il primo semestre del 2023 con una perdita di 39,25 miliardi di yuan, l’equivalente di $5,38 miliardi.

Vero è che il rosso di bilancio è sceso rispetto alla perdita di 86,17 miliardi di yuan riportata nello stesso periodo dello scorso anno.

Il fatturato del periodo gennaio-giugno 2023 è salito inoltre a 128,81 miliardi di yuan, in crescita del 44% circa rispetto al giro d’affari di 89,28 miliardi di yuan del giugno 2022.

Tuttavia, a conferma della crisi di liquidità che attanaglia la società, il cash è sceso del 6,3% su base annua.

Non per niente Evergrande ha reso noto con un comunicato depositato presso l’Hong Kong Stock Exchange che il suo cda “ha preso alcune decisioni per migliorare la posizione di liquidità e la posizione finanziaria del gruppo”.

A questo punto, ha riferito alla BBC Qian Wang, capo economista della divisione Asia Pacifico della società di investimenti Vanguard, “la chiave per le autorità è riuscire a prevenire un contagio finanziario, e a limitare un effetto domino che colpisca l’intero sistema finanziario”.

Evergrande continua a confermarsi il colosso immobiliare più indebitato al mondo, con debiti che tuttora superano la cifra astronomica di 300 miliardi di dollari Usa.

I default del 2021 e la mossa di Pechino, che dimezza la ‘tassa di Borsa’

Il gruppo ha fatto default nel 2021 su diversi debiti emessi, non riuscendo a pagare interessi agli investitori internazionali che avevano sottoscritto i suoi bond per un valore di $1,2 miliardi, fattore che aveva scatenato un attacco contro l’intero mercato obbligazionario cinese. E contro, anche, l’azionario di tutto il mondo.

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Ma il tonfo di Evergrande alla borsa di Hong Kong non ha ripercussioni almeno oggi sull’azionario cinese e globale in generale, e questo grazie alla grande mossa del governo di Pechino che, secondo alcune indiscrezioni riportate dall’agenzia di stampa Reuters, ha deciso di dimezzare la tassa applicata alle transazioni di Borsa che, fino a oggi, è ammontata allo 0,1%.

Chiaro l’intento, come annunciato dal Ministero delle Finanze cinese:

la misura è stata concepita con l’obiettivo di “rafforzare il mercato dei capitali e aumentare la fiducia degli investitori”, ammaccata proprio a causa della grana Evergrande, massima espressione del momento difficile che il mercato immobiliare made in China sta attraversando.

E quindi il tonfo del titolo del gigante immobiliare non contagia le borse. Almeno per ora.