Notizie Notizie Mondo Cina, Pechino e Pboc uniscono le forze per risollevare mercati ed economia

Cina, Pechino e Pboc uniscono le forze per risollevare mercati ed economia

25 Gennaio 2024 12:57

Il recente crollo del mercato azionario cinese, che ammonta a 6.000 miliardi di dollari, evidenzia la sfiducia degli investitori nei confronti del governo di Xi Jinping. Inoltre, le prospettive di crescita economica del Dragone, la crisi del settore immobiliare e la demografia stanno diventando sempre più difficili da ignorare. Ma il governo del Pechino non intende rimanere indifferente ai problemi legati alla crisi immobiliare e il mercato azionario. Proprio ieri la banca centrale cinese (Pboc) insieme al ministero delle finanze hanno introdotto delle misure volte a rafforzare le società del settore immobiliare e risollevare il mercato azionari. Ma basteranno? Secondo gli investitori no. Vediamo insieme perché.

Il piano di Pechino

Il pesante sell-off sull’indice principale di riferimento CSI 300 ha portato a una drammatica svalutazione dei titoli cinesi negli ultimi tre mesi, aumentando i timori in un mercato dominato dagli investitori privati che stanno portando i loro capitali in altri lidi finanziari considerati più attraenti.

“Se l’indice CSI 300 ha raggiunto i minimi di cinque anni, la capitalizzazione di mercato delle azioni indiane ha superato per la prima volta quella di Hong Kong, evidenziando le prospettive di crescita e le riforme politiche in corso nel paese dell’Asia meridionale. Secondo i dati di Bloomberg, infatti, il valore complessivo delle azioni quotate sulle borse indiane ha superato i 4,33 trilioni di dollari alla chiusura di lunedì, superando i 4,29 trilioni di dollari di Hong Kong. Questo rende l’India il quarto mercato azionario più grande al mondo, dopo gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone.” ha commentato Gabriel Debach, market analyst di eToro.

Il piano di lanciare un pacchetto di salvataggio dei mercati da parte del governo di Pechino da circa 280 miliardi di dollari, come riportato da Bloomberg, dimostra che le autorità stanno diventando ansiose nel cercare di fermare il declino.

Gli investitori poco fiduciosi

Nonostante gli sforzi del governo cinese di risollevare i mercati, gli investitori istituzionali rimangono poco fiduciosi, che il pacchetto di salvataggio del governo di Pechino possa in qualche mondo risanare le perdite pesanti. Anche se non ci sono segnali concreti per un rischio sistemico che potrebbe mettere a repentaglio la stabilità finanziaria del paese. Ad impattare ulteriormente il sentiment negativo tra gli investitori sono anche le relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina in continuo deterioramento, la crisi immobiliare in atto da oramai due anni e la demografia, che non mostra segnali di miglioramento.

“Tale fenomeno è alimentato anche dall’afflusso globale di capitali lontano dalla Cina, ha proseguito Debach. “Il notevole rally delle azioni indiane si è verificato contemporaneamente al crollo storico di Hong Kong, dove sono quotate alcune delle aziende cinesi più influenti e innovative. Le restrizioni anti-Covid-19 rigorose di Pechino, le misure regolamentari nei confronti delle società, la crisi del settore immobiliare e le crescenti tensioni geopolitiche con l’Occidente hanno contribuito a erodere l’attrattiva della Cina come motore di crescita globale.”

Bisogna riconoscere che il problema principale di Pechino è la crisi del settore immobiliare e la questione demografica, che rende le prospettive di crescita della seconda economia globale sempre più incerte. Una delle cause principali del collasso dei titoli cinesi è senza dubbio la stretta normativa del governo cinese nei confronti delle società tech. Quest’ultima insieme alle misure lanciate per ridurre il divario della ricchezza hanno inferito un duro colpo alle imprese cinesi negli ultimi due anni.

Dunque, secondo gli analisti, l’andamento dei mercati non è altro che il riflesso dei problemi del governo di Xi Jinping.

Le mosse della banca centrale cinese (PBOC)

I titoli immobiliari cinesi sono balzati dopo che la banca centrale del paese ha annunciato misure che aiuterebbero ad aumentare la liquidità a disposizione degli sviluppatori immobiliari. La mossa allevierà la persistente crisi di liquidità del settore immobiliare cinese che sono stati colpiti della repressione di Pechino volta ad affrontare i livelli di debito gonfiati del settore.

Le banche commerciali possono ora concedere prestiti a società immobiliari “con buoni benefici completi che hanno superato l’ispezione e l’accettazione del completamento, hanno ottenuto il certificato di proprietà immobiliare e sono state messe in funzione, con la proprietà operativa come garanzia”.

La crisi immobiliare cinese potrebbe richiedere anni per essere risolta, Oxford Economics che stima almeno dai quattro ai sei anni affinché gli operatori immobiliari del paese possano completare le proprietà residenziali non finite.

Ma non è tutto, la PBOC ha annuciato ieri che a partire dal 5 febbraio, la Banca popolare cinese consentirà alle banche di detenere riserve di liquidità inferiori, ha dichiarato il governatore Pan Gongsheng in una conferenza stampa, la prima in questo ruolo.

Secondo la banca centrale, il taglio del coefficiente di riserva obbligatoria (RRR) di 50 punti base dovrebbe liberare 1 trilione di yuan (139,8 miliardi di dollari) di capitale nel lungo termine.

“Gli ultimi annunci della PBOC possono essere interpretati come l’inizio di una svolta politica rispetto alle precedenti misure reattive e frammentarie da parte degli investitori, che continueranno a cercare ulteriori segnali e atti di sostegno politico”, Tao Wang, responsabile dell’economia e della politica asiatica. Lo ha affermato giovedì in una nota il capo economista cinese della UBS Investment Bank.