Notizie Notizie Italia Ftse Mib il migliore indice dell’area euro nel 2024, il trend rialzista potrà continuare?

Ftse Mib il migliore indice dell’area euro nel 2024, il trend rialzista potrà continuare?

29 Maggio 2024 16:37

In questa prima parte del 2024 l’indice italiano Ftse Mib è quello più performante dell’area euro. La performance da inizio anno è di circa il 13%, mentre nelle ultime 52 settimane il principale indici di Piazza Affari ha guadagnato poco meno del 30%, facendo meglio sia del principale benchmark europeo (Euro Stoxx 50) sia degli altri indici più importanti come il  Dax tedesco e il Cac 40 francese. Facciamo insieme il punto per capire le cause della sovraperformance del Ftse Mib e se il trend trend potrà continuare in futuro.

Le dinamiche che hanno sostenuto la corsa del Ftse Mib

Il Ftse Mib ha di recente (il 16 maggio) raggiunto un nuovo massimo annuo a 35.474 punti, livelli che non si vedevano da inizio 2008. La scalata dell’indice italiano è iniziata a fine ottobre dello scorso anno sul minimo in area 27.000 punti. Ma quali fattori hanno dato linfa al trend rialzista?

“Il rialzo è legato alla forte concentrazione all’interno del paniere di titoli bancari, settore premiato dalla dinamica dei tassi di interesse” spiega Andrea De Gaetano, analista indipendente. L’ultima stretta monetaria della Bce conta infatti di 10 rialzi consecutivi per fronteggiare l’impennata dell’inflazione. “Siamo passati dal -0,50% di settembre 2019 al 4% (tassi di deposito) di settembre 2023, livelli da cui non si sono più mossi”.

Come spiega De Gaetano, “La crescita record del margine d’interesse delle banche, unito a una ripresa economica post Covid che ha contenuto il livello delle sofferenze bancarie è una delle principali chiavi di lettura del rialzo del Ftse Mib. A ciò si aggiunga la sovraperformance di titoli di settori specifici, come Leonardo, legato al tema bellico, o gioielli dell’industria italiana come Ferrari e Prysmian”.

Un altro fattore del rialzo, continua l’analista indipendente, “è legato a un ritorno dell’interesse degli investitori che si sono riposizionati su un listino a sconto rispetto agli altri, dopo circa un ventennio di sottoperformance del Ftse Mib rispetto a indici come Dax o S&P 500. Va poi ricordato il supporto del recovery plan europeo/PNRR, una linfa di circa 200 miliardi di investimenti, che crea speranza per il futuro”.

Il trend rialzista del Ftse Mib è sostenibile?

Allargando l’orizzonte temporale possiamo notare che la tendenza rialzista è ancora più evidente dopo la caduta dovuta al Covid-19. Dai minimi di marzo 2020 il rally è sfiora il +90% ma, come sottolinea De Gaetano, “nubi all’orizzonte raffreddano la fiducia nella continuazione del rialzo”.

Secondo l’analista indipendente “è più probabile una fase di consolidamento o di correzione: i tagli dei tassi all’orizzonte dovrebbero sgonfiare l’euforia sul settore bancario, con la Bce che settimana prossima anticiperà la Fed”. Il 6 giugno infatti ci sarà la riunione dell’istituto con il mercato che sconta il primo taglio dei tassi di quest’anno.

“L’esaurimento degli stimoli fiscali e l’impatto di tassi d’interesse sui livelli massimi degli ultimi anni vedranno aumentare tassi i tassi di insolvenze aziendali e le sofferenze bancarie”. In particolare il settore bancario, uno dei principali come peso sul Ftse Mib, “ha già corso molto e il vento sta girando”. C’è poi, precisa De Gaetano, “un fisiologico fattore stagionale di prese di profitto, a fronte di un contesto geopolitico che rimane incandescente e che finora è stato ignorato dagli investitori”.

I driver principali da tenere d’occhio per Piazza Affari

Come sempre, spiega l’analista indipendente, “gli utili aziendali, ma da seguire con attenzione anche lo spread BTP/Bund ora in area 130, sui minimi degli ultimi anni”. Il differenziale tra i titoli di stato italiani a 10 anni (BTP) e quelli tedeschi di ugual durata (Bund) è un termometro molto importante per misurare lo stato di salute dell’economia dei due Paesi, in particolar modo per quella italiana, tra le nazioni con il debito pubblico più alto all’interno dell’Eurozona. Il debito pubblico italiano è infatti al 137,3% del Pil (a fine 2013) e si conferma al secondo posto tra i Paesi dell’area euro, dopo la Grecia al 161,9% e davanti alla Francia al 110,6%. Seguono la Spagna al 107,7% e il Belgio al 105,2%.

“Questo ha portato a un ritorno dell’attenzione internazionale sull’Italia” sottolinea De Gaetano. Inoltre, l’Italia ha un deficit pari al 7,4% del Pil, il maggiore dell’area euro, seguito da Ungheria (6,7%) e Romania (6,6%). “Un dato che preoccupa anche in considerazione dell’elevato rapporto Debito/Pil“.

Come spiega l’analista indipendente, “I tassi d’interesse elevati pesano sul costo del debito, tallone d’Achille italiano. Tensioni sul debito italiano potrebbero dunque essere la scintilla di un aumento della volatilità” sull’indice Ftse Mib.

Il punto tecnico sul Ftse Mib

Negli ultimi mesi, il Ftse Mib ha mostrato una solida tendenza rialzista, passando da circa 27.000 punti di fine ottobre 2023 agli attuali 34.000 punti circa. Questo movimento è stato supportato dalla trendline ascendente di medio periodo (linea blu) che ha mantenuto la tendenza positiva da novembre dello scorso anno. Il prezzo ha recentemente toccato (il 16 maggio) un massimo a 35.474 punti, livello di prezzo che non si vedeva da inizio 2008.

Il supporto dinamico principale è stato fornito dalla media mobile a 50 periodi (linea gialla), mentre il posizionamento dell’indice oltre la media mobile a 200 periodi (linea arancione) conferma la tendenza rialzista a lungo termine. Attualmente, il Ftse Mib ha fallito il test della resistenza a 34.863 punti, l’unico ostacolo che lo separa dai precedenti massimi di metà maggio (35.474 punti). Al contrario, un ribasso sotto il supporto a 34.000 punti potrebbe portare a una correzione verso 33.420 punti e successivamente 32.738 punti.

L’oscillatore RSI (indice di forza relativa) a 14 periodi si trova a 45, suggerendo che il mercato è in zona di neutralità vicino all’equilibrio (50). Questo lascia spazio per ulteriori rialzi prima di una potenziale correzione. Tuttavia, è fondamentale monitorare i volumi di scambio e l’andamento del RSI per valutare la sostenibilità del movimento.

Tecnicamente, conclude De Gaetano, “area 35.500-36.000 punti è la principale resistenza al rialzo e area 33.500-33.000 il principale supporto. Sotto 32.800 avremmo un segnale deciso di inversione di tendenza da rialzo a ribasso”.

Ftse Mib Total Return vs Dax

Occorre prima definire la differenza tra Ftse Mib “semplice” (quello che tutti conosciamo) e Ftse Mib Total Return.

La quasi totalità degli indici è calcolata sulla base del puro prezzo di mercato (price index). Questo sistema, tuttavia, distorce in parte la realtà, in quanto non viene considerata per intero la remunerazione che le società danno ai propri azionisti, ma solo quella concessa come apprezzamento in conto capitale (capital gain). I dividendi, infatti, non vengono tenuti in conto ed il giorno dello stacco i titoli subiscono nominalmente un deprezzamento che in teoria dovrebbe essere pari al dividendo pagato. Ed un indice basato solo sui prezzi di borsa registra comunque un calo, tanto maggiore quanto più generoso è il dividendo. In tal modo appare come negativo un accadimento che invece è accolto con favore dagli investitori. Dato che Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (3-4% annuo in media), questo effetto alla lunga finisce per pesare sul Ftse Mib. Per ovviare a questa dinamica, prendiamo come esempio la versione Total Return del Ftse Mib calcolato tenendo conto anche dello stacco e del reinvestimento di dividendi ed altri cash flow provenienti dal possesso di tali titoli.

Detto questo, essendo il Dax tedesco un indice total return, occorre confrontarlo con il il Ftse Mib Total Return. Come si può osservare dal grafico degli ultimi 10 anni con timeframe settimanale, il nostro indice ha sovraperformato quello tedesco di circa 37 punti percentuali e sta viaggiando in questo 2024 sui massimi storici.