Notizie Notizie Mondo Cina bocciata ancora da Msci: non ci sono condizioni per ingresso A shares in benchmark emergenti

Cina bocciata ancora da Msci: non ci sono condizioni per ingresso A shares in benchmark emergenti

15 Giugno 2016 07:37
Niente l’inclusione delle A-Shares cinesi, ossia le azioni quotate sulle Borse di Shanghai e Shenzhen in renminbi, nell’indice MSCI Emerging markets. L’index provider MSCI ha nuovamente rinviato l’inclusione delle azioni locali cinesi nel proprio benchmark sugli emergenti globali sottolineando che il gigante asiatico deve fare ancora di più per rendere i suoi mercati accessibili agli investitori stranieri.
Sono già tre anni che MSCI rinvia l’inclusione delle A Shares e quest’anno gli analisti davano una probabilità di inclusione superiore al 50 per cento, con Goldman Sachs che recentemente aveva detto che le probabilità erano ben del 70 per cento ritenendo che le ultime mosse della Regulatory Commission Cina Securities avessero dissolto le preoccupazioni circa la “proprietà effettiva” delle azioni detenute. 
Tutto rinviato al prossimo anno 
Msci ha preso atto del fatto che le autorità di Pechino hanno permesso notevoli circa l’accessibilità alle A shares, ma persiste la necessità di ulteriore tempo al fine che gli investitori istituzionali internazionali verifichino l’effettiva efficacia delle nuove norme.
La possibile inclusione delle A Shares nell’MSCI Emerging Markets verrà pertanto riesaminata il prossimo anno (le review degli indici avvengono il giugno di ogni anno), anche se non è escluso un annuncio anticipato in caso di significativi cambiamenti prima del giugno 2017.
L’inclusione di MSCI delle A-Shares cinesi nell’MSCI EM comporterebbe un notevole aumento dei flussi verso le azioni cinesi soprattutto da parte di fondi a gestione passiva. Nel principale benchmark legato ai mercati emergenti confluiscono circa 1.500 miliardi di dollari di asset globali e nel prossimo decennio potrebbe assorbire fino a 400 mld di dollari in azioni cinesi.