Cina: autorità pronte a frenare i mercati OTC, prevale il nervosismo
Mercati finanziari in rosso sulle due sponde dell’Atlantico. Oltre alle tensioni che continuano ancora una volta ad aleggiare su Atene, a preoccupare gli operatori sono le possibili notizie in arrivo dalla Cina. Secondo indiscrezioni circolate nel corso della seduta, le autorità del dragone potrebbero annunciare un giro di vite sul “New Third Board”, il mercato Over-The-Counter (OTC) cinese.
Già a inizio aprile la National Equities Exchange and Quotations (NEEQC), l’autorità che si occupa di vigilare sull’OTC del dragone, aveva avviato un’indagine su un mercato che, cresciuto di 10 volte nel 2014 e del 70% da inizio anno, attualmente vede scambiati i titoli di oltre 2 mila aziende (per lo più hi-tech) per una capitalizzazione totale che supera gli 1,2 mila miliardi di yuan (pari a circa 180 miliardi di euro).
La NEEQC ha promesso “tolleranza zero” e “misure immediate” contro i casi di manipolazione che hanno “seriamente turbato il mercato” e il premier cinese, Li Keqiang, ha detto di attendersi misure riformatrici per far diventare il “New Third Board” un esempio per il comparto finanziario cinese.
Le indiscrezioni su misure per arrestare la corsa del mercato OTC fanno il paio con la decisione dell’autorità di vigilanza cinese, la Securities Association of China, di permettere ai fondi di prestare azioni agli investitori per effettuare vendite allo scoperto.
“Il recente balzo è stato troppo rapido per i gusti delle autorità di controllo”, rileva Hao Hong, chief strategist per la Cina di Bocom International Holdings (lo Shanghai Composite Index segna un +30% da inizio anno che ha permesso al valore dell’indice di raddoppiare in 10 mesi). “Il mercato dovrebbe consolidare, è in ipercomprato e una parte del mercato è sopravvalutata”. “I regolatori stanno cercando di ridurre la leva e di correggere pratiche scorrette”, gli fa eco Lu Wenjie di Ubs e in quest’ottica “potremmo assistere a un pull back del mercato”.