Notizie Notizie Italia Cgia: Italia, imprese straniere +22,5% da inizio crisi economica nel 2009

Cgia: Italia, imprese straniere +22,5% da inizio crisi economica nel 2009

14 Agosto 2015 08:54

In Italia continuano ad aumentare le imprese guidate da stranieri. Nel 2014 sono state il 4,1% in più rispetto all’anno precedente ed è boom di aziende cinesi

Sono sempre più numerose in Italia le imprese guidate da cittadini stranieri. Una crescita che non si è arrestata neanche negli anni della crisi. Al contrario, dal 2009 c’è stato un vero e proprio boom di imprenditori esteri. Il dato complessivo registrato dalla Cgia di Mestre segna un +22,5 per cento complessivo. “Oggi sono poco più di 733.500 gli imprenditori stranieri presenti nel nostro Paese” riporta il comunicato della Cgia. E se la comunità più numerosa è quella del Marocco, con 74.520 aziende, sono i cinesi a fare i passi avanti più ampi. 
Nel confronto con il 2009, anno di inizio della crisi, le imprese guidate da cinesi sono aumentate del 39,2% e oggi hanno raggiunto le 69.401 unità. A un incollatura dalle società guidate da cittadini romeni: 70.104. Rispetto al 2013 l’aumento di imprese a guida straniera sono aumentate del 4,1% nel complesso e del 5,1% quelle guidate da cinesi.
I settori preferiti dagli imprenditori provenienti dalla Grande Muraglia sono il commercia (24.571 attività), il manifatturiero (18.450) e i servizi di ristorazione e alberghi con 14.800 attività circa.  
“Al netto delle situazioni di illegalità e di sfruttamento della manodopera che vanno assolutamente contrastati – segnala Paolo Zabeo della Cgia – la storia ci insegna che da sempre i cinesi hanno manifestato una spiccata propensione all’autoimprenditorialità. Verso la metà degli anni ’80 hanno cominciato a conquistare il nostro mercato domestico del tessile, della calzatura e della pelletteria. Ora, una parte dei pubblici esercizi, dei piccoli negozi commerciali e delle attività legate alla cura della persona – come i parrucchieri, le estetiste e i centri massaggi – sono guidate da cittadini cinesi che praticano una concorrenza fortissima nei confronti degli operatori italiani. Questi ultimi, sfiancati dalla crisi, stanno progressivamente gettando la spugna, lasciando sempre più spazio ad attività straniere che stanno cambiando completamente il volto dell’offerta commerciale delle nostre città”.