Cessione LaSalle verso il via libera, Barclays riguadagna punti nella sfida per Abn
Tornano a salire, in maniera inaspettata, le probabilità che ad aggiudicarsi Abn Amro siano gli inglesi di Barclays. E’ questo il risultato implicito di un parere espresso dalla Suprema corte olandese, il massimo organo giudiziario del Paese, secondo cui la vendita della divisione americana LaSalle non dovrà essere votata dagli azionisti. Il giudizio ha sostanzialmente ribaltato quello espresso in il 3 maggio scorso dall’Amsterdam Enterprise Chamber che aveva congelato la cessione.
LaSalle, secondo gli accordi siglati tra il management di Abn e Barclays, era stata ceduta a Bank of America per 21 miliardi di dollari. Una decisione contestata dall’altra cordata in corsa per rilevare il gruppo bancario olandese, quello composto da Royal Bank of Scotland, Fortis e Santander, interessata a suddividere le attività di Abn al proprio interno. In particolare LaSalle sarebbe destinata a convergere verso Royal Bank of Scotland assieme alle attività in Asia e a quelle di corporate banking.
Uno stop al piano di smembramento di Abn e alla ripartizione delle attività tra i componenti della cordata potrebbe seriamente compromettere i piano della compagine paneuropea. Gli azionisti di Abn avevano richiesto di poter votare sulla cessione adducendo la motivazione che la vendita era stata effettuata per bloccare preventivamente l’approccio del consorzio.
Quella odierna è l’ultima puntata di una contesa che vede opposti, oltre ai due gruppi di offerenti, il board e gli azionisti di Abn. Il cda privilegia infatti l’offerta di Barclays, che avrebbe il merito di mantenere l’unitarietà del gruppo, considerata pertanto creatrice di maggior valore nel lungo periodo. Gli azionisti sono invece attratti dall’offerta di Rbs-Fortis-Santander, che hanno messo sul piatto 71,2 miliardi di euro contro i 63,4 miliardi di euro proposti da Barclays.
Dopo la decisione della Suprema corte però le possibilità che la cessione di LaSalle possa essere bloccata dall’assemblea degli azionisti sono ridottissime. E le conseguenze potrebbero sentirsi anche in Italia, dove Abn controlla Banca Antonveneta e una quota del 7,6% di Capitalia. Asset che nei piani della cordata paneuropea sarebbero destinati al Banco Santander.