Notizie Notizie Italia Carige, stop dei sindacati a piano BlackRock: sarebbe macelleria sociale. Commissari smentiscono esuberi

Carige, stop dei sindacati a piano BlackRock: sarebbe macelleria sociale. Commissari smentiscono esuberi

1 Maggio 2019 10:27

Banca Carige è sempre più una polveriera dopo le ultime indiscrezioni circa il piano di Blackrock per l’istituto ligure. L’ipotesi di 2mila esuberi e la chiusura del 50% delle filiali ha messo sul piede di guerra i sindacati che hanno diramato una nota durissima verso i piani del fondo Usa: “Il paventato ingresso nel capitale del Gruppo del fondo statunitense BlackRock, a quanto sembra il solo soggetto ad essere rimasto interessato alle sorti della Banca, non può essere considerata una buona notizia, se questo comporta, come sembra, esuberi di duemila lavoratori, lo smembramento della rete commerciale e le esternalizzazioni di un gran numero di attività“.

 

La nota congiunta di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin incalza parlando di rischio di “una inaccettabile macelleria sociale” se questa fosse la strategia aziendale. Il piano BlackRock prevedrebbe anche la cessione a terzi della gestione degli NPL e degli UTP. Secondo i sindacati “non garantirebbero affatto la messa in sicurezza e il rilancio dell’istituto ma evidenzierebbero una neanche troppo nascosta intenzione di accaparrarsi soltanto il buono rimasto”.

I sindacati chiedono l’intervento del Governo e delle Istituzioni per la salvaguardia dei posti di lavoro e del benessere sociale.

 

Commissari smentiscono dimezzamento dipendenti

I tre commissari di Banca Carige hanno cercato di gettare acqua sul fuoco parlando, in una lettera ai dipendenti del gruppo, di voci “del tutto infondate e inutilmente allarmistiche: non è vero che ci siano progetti di trasformare Carige in una boutique finanziaria o di dimezzarne i dipendenti”.

 

Il cda del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) si riunirà lunedì 6 maggio per prendere una decisione sull’offerta di BlackRock e sembra ormai alle battute finali la trattativa per la conversione in capitale del bond da 320 milioni sottoscritto a fine novembre dallo Schema volontario del Fitd. Al momento la famiglia Malacalza, azionista con oltre il 27%, non si è espressa sull’operazione.