Bussola mercati: le 7 incognite da monitorare per capire la direzione nei prossimi mesi
I venti favorevoli sui mercati non sono scomparsi, ne è una prova oggi, ma il quadro complessivo si è fatto più confuso dopo il recente aumento nuovi casi di Covid-19 negli Stati Uniti e in Cina, che ha scatenato nuovi timori per una seconda ondata di pandemia e innescato correzioni sui listini azionari di tutto il mondo, ponendo fine al clima ottimista degli ultimi due mesi. Per capire quale direzione potranno prendere i mercati da qui ai prossimi mesi, l’esperto Marco Willner, head of investment strategy di NN Investment Partners ha individuato sette incognite da tenere d’occhio in quanto potrebbero agire come fattori scatenanti in grado di plasmare il futuro verso uno scenario più positivo o più negativo.
“Prendiamo in considerazione le interdipendenze di sette fattori che potrebbero innescare esiti positivi e negativi – afferma Willner – Dall’interconnessione di queste incognite vengono fuori due storie sul futuro”.
Lo scenario positivo prevede una rapida ripresa
I recenti segni di recupero nell’economia globale si dimostrano sostenibili, i lavoratori ritornano all’occupazione più velocemente del previsto e nel 2021 l’economia globale subisce una rapida inversione di tendenza rispetto alla contrazione senza precedenti del 2020. Nonostante una seconda ondata di pandemia durante l’autunno, le restrizioni sono limitate. Intanto, negli Stati Uniti, i programmi di sostegno economico sono prolungati e il governo mantiene gli stimoli fiscali secondo le necessità, mentre in Europa, l’attuazione del Recovery Fund crea maggiore fiducia. In questo scenario, i mercati azionari registrano performance alte, nonostante alcune correzioni occasionali.
Due incognite potrebbero favorire questo scenario più positivo :
– gli stimoli monetari delle banche centrali, ritenuti soddisfacenti dagli investitori
– le politiche dei governi in termini di stimolo fiscale e di misure di blocco.
Lo scenario negativo prevede invece una grande stagnazione
Il recupero del mercato del lavoro delude, lasciando così i consumatori frustrati e senza potere di acquisto. Le industrie più colpite dalla pandemia rimangono a corto di liquidità e sono costrette a dichiarare il fallimento o ridurre drasticamente la loro attività. Sorgono dubbi sull’efficacia dei programmi di stimolo monetario e fiscale, mentre i nuovi programmi di aiuto si dimostrano non all’altezza delle aspettative. In questo scenario, i tassi sovrani ad alto livello rimangono bassi mentre gli spread dei segmenti più rischiosi salgono vertiginosamente, i mercati azionari sono altalenanti e su livelli più bassi.
Cinque fattori potrebbero spingere verso questo scenario negativo:
– la necessità di un lockdown nelle principali economie di fronte a una possibile seconda ondata di pandemia
– l’impennata del debito pubblico e societario, che aumenta le probabilità di una crisi del debito
– il rischio di una de-globalizzazione (la pandemia ha portato alla chiusura delle frontiere) con una escalation del conflitto commerciale Usa-Cina
– i fallimenti, la disoccupazione e i nuovi comportamenti dei consumatori che potrebbero rallentare la ripresa
– l’incapacità di fornire aiuto al settore bancario se i crediti deteriorati dovessero improvvisamente impennarsi.