Notizie Notizie Mondo Wirecard, un buco nero che imbarazza la Germania. La Consob tedesca: ‘E’ un disastro totale’

Wirecard, un buco nero che imbarazza la Germania. La Consob tedesca: ‘E’ un disastro totale’

22 Giugno 2020 18:10

Wirecard ha chiuso oggi con un nuovo crollo del 44% e capitalizzazione di mercato scesa sotto i 2 miliardi di euro.  Oggi Wirecard ha valutato, sulla base di un ulteriore esame, che esiste una probabilità prevalente che non esistano saldi dei conti fiduciari bancari per un importo di 1,9 miliardi (un quarto del bilancio della società).

Wirecard ha quotato le sue azioni alla borsa di Francoforte attraverso una fusione inversa con InfoGenie nel 2005 ed è arrivata a una capitalizzazione di oltre 24 miliardi di euro e nel 2018 ha preso il posto di Commerzbank nell’indice Dax. L’attività principale di Wirecard è l’elaborazione dei pagamenti elettronici per i commercianti. I clienti di Wirecard includono FedEx, Fitbit e la compagnia aerea olandese KLM.

Consob tedesca sotto accusa, BaFin ammette errori

Un buco nero che minaccia la continuità del colosso fintech dei pagamenti e offusca la reputazione della BaFin, la Consob tedesca. Felix Hufeld, presidente dell’Autorità tedesca di vigilanza finanziaria (BaFin), ha parlato di un “disastro totale” ed “è uno scandalo che qualcosa del genere possa accadere”.  Hufeld, intervenuto oggi alla conferenza bancaria “Frankfurt Finance Summit” a Francoforte, ha ammesso che gli ispettori statali hanno commesso errori nel caso Wirecard e attualmente non sa cosa ne verrà fuori. “Siamo nel mezzo della situazione più spaventosa in cui abbia mai visto una società del Dax“, ha aggiunto Hufeld.

Il regolatore nei mesi scorsi si era concentrato sull’indagine legata ai venditori allo scoperto e sui giornalisti che mettevano in discussione i conti di Wirecard, suscitando critiche sulla sua inazione.

Per Wirecard non si è trattato certamente di un fulmine a ciel sereno. I risultati del ceo Markus Braun era stati messi in discussione a partire da un anno e mezzo fa da un’indagine sulle pratiche contabili di Wirecard da parte del Financial Times. Il prestigioso quotidiano finanziario londinese ha pubblicato a gennaio 2019 un rapporto sul presunto uso di contratti falsi e retrodatati presso il suo ufficio di Singapore per gonfiare le entrate. Un dosser sempre del FT lo scorso ottobre accusava il personale del team finanziario di Wirecard di cospirare per gonfiare fraudolentemente vendite e profitti nelle filiali di Dubai e Dublino e potenzialmente fuorviare il revisore contabile EY.

Davanti a queste accuse l’atteggiamento della Germania è stato a detta di molti eccessivamente indulgente. La BaFin, il regolatore finanziario tedesco, ha presentato una denuncia penale contro due giornalisti FT ai pubblici ministeri di Monaco, a seguito delle accuse a Wirecard di manipolazione del mercato. Lo scorso anno la Consob tedesca ha anche temporaneamente sospeso le vendite allo scoperto sulle azioni Wirecard.

Moody’s ritira il rating

Moody’s ha ritirato i rating su Wirecard sottolineando che “le informazioni a supporto del mantenimento del rating sono insufficienti o inadeguate”.

Wirecard sta intrattenendo colloqui di emergenza con le sue banche per evitare una incombente stretta di liquidità. Insieme alla banca di investimenti Houlihan Lokey, Wirecard sta valutando le opzioni per una strategia di finanziamento sostenibile per l’azienda a sta guardando alla vendita o alla chiusura di alcune parti della sua attività.

Oggi il gruppo tedesco ha anche ritirato i risultati 2019 e anche i conti preliminari del primo trimestre 2020, la stima dell’EBITDA per l’esercizio 2020 e la guidance al 2025 su volume delle transazioni, ricavi ed ebitda. “Non si possono escludere potenziali effetti sui conti finanziari annuali degli anni precedenti”, aggiunge la società nella nota diramata stamattina.