Notizie Notizie Italia BTP: outlook SYZ Asset Management. Su legge di bilancio caccia a tagli spese fino a 4 miliardi

BTP: outlook SYZ Asset Management. Su legge di bilancio caccia a tagli spese fino a 4 miliardi

21 Settembre 2018 08:26

“I BTP potrebbero recuperare terreno, ma è arduo immaginare che possano tornare ai livelli di inizio primavera”: così Antonio Ruggeri, gestore del fondo OYSTER European Corporate Bonds di SYZ Asset Management, commenta il recente trend dei titoli di stato italiani, ostaggio delle varie indiscrezioni e dichiarazioni sulla legge di bilancio per il 2019.

“La recente debolezza del BTP – afferma Ruggeri – è collegata alle incertezze sulla politica fiscale e potrebbe venire meno nel momento in cui verrà messa sul tavolo una proposta di bilancio”.

In generale, il gestore esclude che ci sia un piano studiato a tavolino dai mercati per punire il governo M5S-Lega.

Contrariamente alle accuse che vengono lanciate a cadenza regolare contro le speculazioni degli squali della finanza, in particolare contro le scommesse ribassiste che prenderebbero di mira soprattutto i titoli di stato italiani, l’esperto sottolinea che “sarebbe sbagliato presumere che i mercati stiano punendo le scelte politiche dell’elettorato italiano. Non accade mai. Non a caso, i problemi sono iniziati a maggio di quest’anno, a oltre due mesi di distanza dalle elezioni politiche“.

Vale la pena ricordare come i problemi esplosi a maggio abbiano avuto comunque una causa politica,  in quanto fomentati dalla grave crisi istituzionale che si è venuta a creare con il no ferreo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla proposta di Paolo Savona al ministero dell’Economia.

L’impasse – che ha rischiato di troncare sul nascere l’alleanza M5S-Lega – si è sciolta solo quando Savona è stato scelto per il dicastero che gestisce oggi, quello degli Affari europei, e a Via XX settembre è andato Giovanni Tria.

Ruggeri fa notare che, “se osserviamo gli spread rispetto al Bund tedesco con scadenza a 10 anni e a 2 anni (dei due è quest’ultimo il confronto più rilevante), i titoli di Stato italiani si sono comportati piuttosto bene all’indomani delle elezioni politiche, malgrado la vittoria dei partiti populisti: gli spread a 10 anni erano scesi a 115 ad aprile, mentre i rendimenti a 2 anni si attestavano a solo 25 punti base al di sopra dei tassi tedeschi con pari scadenza”.

Quindi, per l’appunto, la tensione successiva è stata alimentata secondo il gestore di SyZ non dalla scelta dell’elettorato italiano. Ma allora da cosa?

“Per comprendere l’attuale diffidenza degli investitori verso le obbligazioni italiane, occorre ricercare i motivi che hanno spinto gli spread verso l’alto a maggio, dopo l’alto livello di compiacimento osservato a marzo e aprile. La risposta è semplice: a maggio il M5S e la Lega hanno iniziato a lavorare a un programma comune che prevedeva un ingente aumento della spesa pubblica senza adeguate coperture, nonché l’intenzione di sfidare l’eurozona in materia di debito pubblico, risvegliando i timori di un’eventuale “Italexit”.

E’ vero anche che “attualmente il mercato sta scontando un ammorbidimento della disciplina fiscale e, almeno finora, un qualche rischio di uscita dell’Italia dalla moneta unica”.

Stabilite le cause del rialzo dello spread, il gestore di SYZ Asset Management ricorda i vari messaggi contrastanti che sono arrivati da più parti in merito a un eventuale sforamento dei vincoli di bilancio.

“Da un lato, il ministro delle Finanze Giovanni Tria ha fornito rassicurazioni sulla disciplina fiscale e respinge qualunque progetto di uscita dall’unione monetaria; dall’altro, autorevoli fonti del mondo politico hanno tirato in ballo un’eventuale violazione dei vincoli di bilancio europei”.

“Finora, tutto questo ha provocato un’alterazione dei premi di rischio e un’impennata della volatilità, situazione destinata con tutta probabilità a protrarsi finché la legge di bilancio verrà sottoposta all’approvazione della Commissione europea”.

Indubbiamente, ha inciso negativamente anche la notizia sulla fine del piano di Quantitative easing della Bce – prevista per la fine dell’anno – , anche se, ricorda il gestore, l’approccio di politica monetaria espansiva che continuerà a essere adottato da Mario Draghi ha impedito che sui mercati si affacciassero forti timori.

Da SYZ Asset Management outlook BTP. Sviluppi politici

Qual è, in queste condizioni, l’outlook di SYZ per il mercato dei titoli di stato? La view è positiva ma improntata sempre alla cautela: in ogni caso, i BTP “potrebbero riprendersi”:

“L’annuncio della legge di bilancio sarà la vera prova del nove per i mercati – scrive Antonio Ruggeri – ci aspettiamo che il governo annunci un modesto incremento della spesa pubblica rispetto alle previsioni, in linea con le promesse della coalizione. In questo contesto, i BTP potrebbero recuperare terreno, ma è arduo immaginare che possano tornare ai livelli di inizio primavera. L’incertezza continuerà a gravare sui titoli di Stato italiani fino alla pubblicazione delle cifre reali; proprio per questo Moody’s ha annunciato che rivedrà il giudizio sull’Italia solo dopo la legge di bilancio”.

Questo, il commento di Ruggeri, mentre i quotidiani oggi si concentrano sulle dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro dell’Economia Tria, che ha assicurato che non ci sarà alcun aumento dell’Iva e che ha confermato di nuovo che le riforme del contratto di governo avverrano in modo graduale e in aderenza ai vincoli di bilancio da rispettare.

Non è passata certo inosservata la frase sul reddito di cittadinanza, in particolare sulla platea dei beneficiari, in un momento in cui le tensioni tra il M5S di Luigi Di Maio e il titolare del dicastero del Tesoro hanno fatto paventare anche l’ipotesi delle dimissioni del ministro.

Di Maio è tornato ieri a fornire rassicurazioni, continuando però a fare pressing su Tria:

“All’interno del Mef si stanno tenendo tavoli tecnici da giorni, con parti politiche e tecniche, l’obiettivo è mettere insieme le risorse per fare quello che abbiamo detto: si può fare molto dai tagli, ma se c’è bisogno di un po’ deficit per migliorare la vita degli italiani ricordiamoci sempre che è questo il primo punto, fermo restando il valore dell’incremento del deficit e quello che può succedere a livello di spread e di mercati. E’ per questo che non aumentiamo il deficit per regalare bonus, ma per un piano credibile”.

“La legge di bilancio – ha continuato il vicepremier pentastellato – deve esser amica degli italiani dopo tanti anni di lacrime e sangue e se per farlo serve un po’ di deficit non dobbiamo avere paura di sforare il 2% a meno che il 2% non sia diventato un tabù, però ce lo dovevamo dire prima”.

Allora? Il punto è che il ministro Tria non ci penserebbe proprio a presentarsi a Bruxelles con un rapporto deficit-Pil superiore al 2%. Il massimo, ha rivelato ieri Il Messaggero, è un tetto massimo dell’1,8%, con una preferenza verso un target più basso, pari all’1,6%.

A tal proposito, il Sole 24 Ore scrive oggi che “nel contratto di governo ‘il taglio agli sprechi’ occupa il primo posto nell’elenco degli interventi per finanziare Flat Tax, reddito di cittadinanza e stop alla legge Fornero. E precede la ‘gestione del debito’ e l”appropriato e limitato ricorso al deficit’ (..) Ma non è solo il contratto a trasformare ancora una volta la ‘spending review’ nel perno indispensabile per far tornare i conti della manovra. (…) La ragione è matematica, prima che politica. Prima di partire, la manovra deve affrontare una sfida intorno a 12 miliardi fra aumenti della spesa per interessi, spese obbligatorie ed impatto sul deficit della minore crescita” . E, considerando anche il blocco dell’aumento dell’Iva, che costa 12,4 miliardi, il Sole sottolinea come, “in questo contesto, senza un taglio di spesa da almeno 3-4 miliardi, la quadratura del cerchio rischi di rivelarsi impossibile”.

Ieri il ministro Tria ha detto che “le misure della manovra e il reperimento delle risorse per attuarle “il governo procederà all’individuazione degli ambiti di intervento in sede di predisposizione della Nota di aggiornamento al Def. In quella sede sarà definito il quadro delle diverse misure del contratto di governo che troveranno attuazione nel disegno di legge di bilancio”.