Notizie Notizie Italia BTP per ora blindati da agenzie rating S&P e DBRS. Ma per Franklin Templeton sono underweight

BTP per ora blindati da agenzie rating S&P e DBRS. Ma per Franklin Templeton sono underweight

6 Marzo 2018 08:42

Nessuno scossone sullo spread BTP-Bund che, nel giorno in cui sono stati resi noti i risultati delle elezioni politiche italiane dello scorso 4 marzo, è riuscito a contenere le perdite. Certo, i BTP e i titoli delle banche italiane sono stati i più penalizzati nella sessione della vigilia. I sell sulle banche si spiegano con la loro esposizione verso il debito sovrano italiano, visto che gli istituti hanno in pancia debito pubblico per ben 345 miliardi di euro. Nel frattempo, nel turbinio di commenti sull’Italia che stanno arrivando in queste ore, si mette in evidenza l’intervista di Reuters a David Zahn, responsabile della divisione di reddito fisso in Europa di Franklin Templeton, che gestisce più di 2 miliardi di euro di asset e che riferisce di essere “underweight sull’Italia, al momento, anticipando la presenza di una certa volatilità”.

L’intenzione è quella di rimanere, per ora, attendisti:

“Aspetteremo qualche segnale di certezza, prima di considerare un qualsiasi cambiamento”.

Per quanto “underweight” sui bond italiani, Franklin Templeton rimane comunque ottimista sui “fondamentali” economici del paese.  Il problema è tutto politico.

“La cosa che mi preoccupa di più è la coalizione che uscirà da queste elezioni – dice Zahn – E una cosa che mi è chiara è che i cittadini italiani non amano l’establishment. Di conseguenza, prevedo che la spesa pubblica aumenterà. E, viste le dinamiche fiscali  italiane, tale fattore è preoccupante”.

Si ricorda infatti che il rapporto debito pubblico-Pil dell’Italia si aggira attorno al 132%.

Allo stesso tempo, sono state le stesse agenzie di rating Standard & Poor’s e DBRS ad affermare che non ci sono al momento conseguenze immediate sulla valutazione del debito pubblico italiano, mettendo ovviamente in evidenza gli opportuni “se” e “ma”, in vista di un futuro tutto fuorché scritto.

Una pressione al ribasso (sul rating) potrebbe crescere..- sottolinea S&P – nel caso in cui il consolidamento dei conti pubblici vacillasse, specialmente se il nuovo governo abbandonasse l’impegno del precedente esecutivo verso un consolidamento fiscale sostenuto”.

S&P riconosce che “c’è attualmente una mancanza di visibilità riguardo alla composizione del nuovo governo e, di conseguenza, sulla direzione politica, che continuerà ad essere un fattore chiave della solvibilità dell’Italia”.

Dal canto loro, gli analisi dell’agenzia DBRS rilevano che “il quadro fiscale dell’Unione europea dovrebbe mitigare un peggioramento significativo della posizione fiscale italiana” e che “la crescita appare più capace di autosostenersi e non dovrebbe essere condizionata nel breve termine dall’incertezza politica”.

Intanto, nelle prime ore della mattinata, lo spread rimane stabile attorno a 135 punti base, a fronte di rendimenti inferiori al 2%.