Notizie Notizie Italia Credit Suisse non vede rischio Italexit, ma declassa l’azionario Italia. Coalizione M5S e PD lo scenario più probabile

Credit Suisse non vede rischio Italexit, ma declassa l’azionario Italia. Coalizione M5S e PD lo scenario più probabile

5 Marzo 2018 17:41

Si prospetta un prolungato periodo di incertezza sull’Italia e gli strategist di Credit Suisse predicano una maggiore prudenza su Piazza Affari. la casa d’affari elvetica all’indomani delle elezioni ha così abbassato il giudizio sull’azionario Italia a underweight dal precedente benchmark, sottolineando anche come Piazza Affari da dicembre a oggi abbia corso più dell’Europa con una sovraperformance del 5%.

 

Niente rischio Italexit. “Continuiamo a prevedere una probabilità molto bassa di uscita dall’UE dall’Italia, ma ci sarà un lungo periodo di incertezza prima del formazione di un governo e forse anche nuove elezioni”, recita Credit Suisse in una nota diffusa oggi dopo l’esito delle elezioni che non vedono una coalizione in grado di esprimere una maggioranza assoluta in parlamento e le forze populiste, in primis M5S e Lega, che hanno riscosso un forte successo ai danni dei partiti tradizionali.

 

Guardando alle prossime sfide politiche, i tre maggiori pericoli delle elezioni elencati da Credit Suisse sono:
Lega e M5S formano una coalizione antieuropea; la probabilità che succeda risulta molto, ma è un rischio di coda che potrebbe piombare su tutta la politica europea.
La Lega risulta in grado di nominare un Primo Ministro molto antieuropeo (questo probabilmente sarebbe contro i desideri di Berlusconi, ma la Lega ha sovraperformato Forza Italia nella votazione);
• Le politiche fiscali di Lega e 5 stelle potrebbero, in definitiva, essere incompatibili con l’adesione all’euro, alla luce del patto di crescita e stabilità.

 

M5S fa meno paura che in passato

Gli economisti della banca d’affari elvetica vedono il risultato più probabile una coalizione di PD e M5S, ma molte opzioni sembrano essere sul tavolo con il Movimento 5 Stelle che recentemente ha notevolmente attenuato la retorica anti-Euro e si è impegnato a raggiungere anche l’obiettivo del 3% di deficit.

 

Tra gli altri rischi c’è quello un prolungato “stallo” nella politica italiana porti a uno stop delle riforme necessarie. “Questa mancanza di riforme è una delle ragioni principali per cui negli ultimi anni siamo stati generalmente cauti sulle azioni italiane e questa elezione non fa che aumentare le preoccupazioni”, aggiunge Credit Suisse che vede lo spread allargarsi, complici anche i minori acquisti della Bce, ma senza determinare alcun rischio sostanziale.