Notizie Notizie Italia Elezioni, nel Day After sell su banche italiane e BTP. Occhio a cds, outlook Pictet su spread

Elezioni, nel Day After sell su banche italiane e BTP. Occhio a cds, outlook Pictet su spread

5 Marzo 2018 17:38

Sono le banche italiane e i BTP a scontare maggiormente i timori per quello che accadrà ora all’Italia. Il successo incassato alle elezioni politiche dalla Lega di Matteo Salvini (che ha superato Forza Italia di Silvio Berlusconi) e dal M5S (diventato primo partito in Italia) ridisegna la mappatura della politica italiana, che rimane comunque ancora molto frammentata.

Nonostante le vittorie indiscutibili di Salvini e Di Maio, la situazione politica in cui versa l’Italia è tutto fuorché certa: nessun partito ha la maggioranza per governare. Dunque, la prospettiva rimane quella anticipata nei giorni precedenti domenica 4 marzo: ingovernabilità e Hung Parliament.

Il fatto che poi, a ottenere la maggioranza dei voti, siano stati proprio i partiti-movimenti espressione più alta del populismo mette sull’attenti trader e investitori.

Finisce il renzismo, ma finisce anche il berlusconismo. L’Italia è nelle mani di leader di partiti che non hanno risparmiato in passato aspre critiche contro l’euro e l’Unione europea, e che hanno apertamente snobbato i diktat di Bruxelles su debito e deficit. E’ per questo che i fari dei mercati tornano a essere puntati sul debito pubblico massiccio dell’Italia, pari a 2,3 trilioni di euro. E sui bond italiani, i BTP.

Il panico, comunque, non c’è. Dopo essere balzato fino a oltre 143 punti base, lo spread BTP-Bund rallenta a 137, rimanendo comunque in rialzo; i tassi sui BTP decennali, che dopo essere volati oltre la soglia del 2%, si riavvicinano alla soglia. Sotto pressione anche i titoli delle banche italiane che, detenendo titoli di stato italiani per un valore di 345 miliardi di euro (spesso si è parlato di abbraccio mortale tra banche e BTP), vengono considerate dai mercati un altro termometro di rilievo per monitorare il rischio del debito sovrano italiano.

Vendite soprattutto su Bper e BPM, che sono state tra l’altro anche sospese per eccesso di ribasso nella sessione odierna. Bper cede fino a -8% circa, Banco BPM -6,6%, a fronte di un listino, il Ftse Mib che, pur risalendo dai minimi intraday – quando era capitolato del 2% – è calato al minimo in sei mesi.

Così a Reuters Lorenzo Codogno, fondatore di LC Macro Advisors:

“L’Italia è ben lontana dall’aver risolto i suoi problemi, e ora ne avrà di nuovi. Preparatevi a lunghe e complesse trattative, che dureranno mesi”.

Torna in mente la scommessa ribassista che Ray Dalio, gestore dell’hedge fund numero uno al mondo Bridgewater Associates, ha fatto contro l’Italia e contro l’Europa. Dalio ha scommesso contro diversi titoli italiani, tra cui anche diverse banche italiane.

Alert dai cds, i credit default swap a cinque anni, che salgono a 106,75, al record dal 15 gennaio.

Nessun sell off troppo pesante sull’euro, che ha toccato i minimi di giornata a $1,2280 all’inizio della sessione, e che ora oscilla nervosamente attorno alla soglia di $1,23.

Il valore rimane ben superiore al minimo in sette settimane testato giovedì scorso, a $1,21545.

Intervistato dalla Cnbc Viraj Patel, strategist del forex presso ING, sottolinea che “solo il voto tedesco (riferimento al referendum dei socialdemocratici in Germania, con cui è stata approvata la Grosse Koalition CDU-Spd) è riuscito a prevenire una flessione più ampia dell’euro-dollaro”.

Se ciò sia vero o meno, saranno i mercati a stabilirlo nei prossimi giorni.

Così commenta intanto il risultato delle elezioni politiche italiane Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management:

“Le elezioni italiane hanno rispettato le previsioni che prevedevano la vittoria del centrodestra, ma hanno sorpreso su due dimensioni: M5S ben sopra il 30% e Lega vicina al 20%. In pratica il voto ‘anti-establishment’ supera il 50%. In questo scenario, non esiste una coalizione di governo naturale (e quella tra M5S e Lega è aritmetica ma politicamente impervia)”.

Guardando dunque a quello che potrà capitare ora, Piersimoni scrive che “almeno in prima battuta, sfuma l’ipotesi di un avere Antonio Tajani o Paolo Gentiloni come premier di governi politici. Inoltre, la forza dirompente del M5S, di gran lunga il primo partito, “impone” la seria considerazione di partecipare al governo in un ruolo primario. Dato che nessuno dei partiti vincitori ha i numeri sufficienti a governare, saranno comunque determinanti le scelte dei partiti perdenti (PD e Forza Italia): dalla loro reazione (compatta o disgregata) dipenderà la fattibilità di una soluzione incentrata sul Centrodestra o sul M5S”.

“I prossimi sviluppi – continua – sono i seguenti: l’elezione dei presidenti di Camera e Senato è prevista per il 27 marzo. In quell’occasione si comprenderà il ventaglio delle soluzioni possibili in assenza di una maggioranza assoluta che possa correre da sola alla guida del Paese. Tre settimane, quindi, durante le quali è lecito attendersi dichiarazioni di ogni tipo da parte di tutti gli attori politici, tranne che dal Quirinale, il quale inizierà le consultazioni per la formazione del nuovo Governo solo ad aprile“.

Sul fronte mercati, “come anticipato la scorsa settimana, immaginando la vittoria del centro-destra come lo scenario più probabile, il dato dirimente per immaginare la reazione dei listini sarebbe stato proprio quello relativo al partito che avrebbe raccolto la maggioranza relativa all’interno della coalizione. Al momento, le reazioni dei mercati sono contenute: Piazza Affari scivola dell’1%, il differenziale BTP-Bund è in allargamento nell’ordine di 7punti base, un atteggiamento più cauto ma ordinato. L’incertezza degli esiti e lassi temporali ignoti difficilmente sono amici dei mercati. Inoltre aumentano al margine le probabilità di instabilità politica (anche se nuove elezioni sono improbabili) e/o di frizioni con l’Europa sulla futura politica di bilancio. Questi fattori possono premere sui premi di rischio richiesti dal mercato sugli asset italiani, in particolare sullo spread BTP-Bund che potrebbe testare 150-160pb prima di rivelarsi occasione d’acquisto. Tuttavia, se l’Europa riprenderà la via dell’integrazione ora che la Germania ha un governo, anche bond ed azioni italiane ne beneficeranno“.