Notizie Notizie Italia BTP Italia: prima emissione sotto il governo M5S-Lega un autentico flop

BTP Italia: prima emissione sotto il governo M5S-Lega un autentico flop

22 Novembre 2018 14:01

Un autentico flop, che l’opposizione politica sta cavalcando molto bene, in vista delle elezioni europee del prossimo anno. Niente da fare: gli investitori retail, almeno a questo giro, hanno deciso di tenersi ben lontani dai BTP Italia. Le prime avvisaglie del totale disastro erano arrivate già il primo giorno del collocamento, lunedì 19 novembre: solo 481 milioni in un solo giorno, mai così male dal 2012.

Risultato ancora più scioccante, se si considerano i 16,8 miliardi, che vennero raccolti in un giorno nella quinta edizione.

In tutte le altre edizioni, inoltre, il debutto del BTP Italia era  stato accolto inoltre con sottoscrizioni superiori al miliardo di euro in un solo giorno.

Insomma, non c’è dubbio sul fatto che la 14esima edizione del BTP Italia – rivolta nei suoi primi giorni agli investitori retail e nell’ultimo a quelli istituzionali – abbia fatto flop. Un flop, secondo qualcuno, anche per il governo M5S-Lega, in particolare per il vicepremier Matteo Salvini, che tanto aveva tentato di convincere a più riprese gli italiani a puntare sul debito pubblico. Invece no: l’asta è andata praticamente deserta.

Chi sperava che nel secondo giorno le cose sarebbero andate meglio si è dovuto ricredere: non solo non sono andate meglio, ma sono andate anche peggio: appena 241 milioni, nonostante la cedola minima , superiore alle stime, fosse stata considerata un fattore che avrebbe reso il collocamento appetibile.

L’ultimo giorno di collocamento rivolto ai risparmiatori individuali ed affini, quello di ieri – che ha coinciso tra l’altro con la bocciatura della manovra annunciata dalla Commissione europea – ha certificato il flop totale.

Il risultato è che in tre giorni gli ordini arrivati dagli investitori retail sono ammontati a 863 milioni di euro, ben al di sotto degli oltre 4 miliardi di euro raccolti nell’ultima edizione di maggio, precedente all’insediamento del governo M5S-Lega.

Leggi QUI il commento di Hendrik Tuch, head of fixed income Aegon Asset Management.

Oggi, giovedì 22 novembre, il collocamento è stato rivolto invece agli investitori istituzionali.

Anche con il loro apporto, l’esito è stato una delusione: la raccolta della 14esima edizione del BTP Italia indicizzato all’inflazione italiana è andata infatti in archivio con un importo totale superiore ai due miliardi di euro, confermandosi la seconda emissione peggiore di sempre , con una domanda retail che si è confermata la più bassa di sempre.

E quella appena conclusa è stata la prima emissione del BTP Italia sotto l’esecutivo gialloverde. E l’esito, già negli ultimi giorni, ha portato in tanti a sottolineare che gli italiani appoggeranno forse anche questo governo, ma non quando si tratta di mettere mano al portafoglio.

Immediata la reazione dei politici, in primis l’ex premier Matteo Renzi:

“L’asta dei titoli di stato è stata la peggiore dal 2012. Salvini e Di Maio hanno fatto una legge di bilancio stupida, che fa male all’Italia. E danno la colpa a noi”.

Non ci voleva, sicuramente: una delusione cocente, se si fa riferimento a quanto aveva scritto appena qualche giorno fa il Financial Times, facendo notare come Salvini & Co. stessero puntando sul patriottismo, sull’amor di Patria, per conquistare almeno gli investitori retail, a fronte della fuga dalla carta italiana degli stranieri.

Flop BTP Italia e bocciatura manovra. E ora? Outlook Barclays

Guardando ai prossimi mesi, all’indomani della bocciatura della manovra da parte della Commissione europea, la divisione di ricerca di economia di Barclays dirama la nota: “Controlled drama likely to continue”, ovvero “Il dramma controllato dovrebbe andare avanti”.

“I mercati – si legge nella nota – hanno già scontato ampiamente la bocciatura del budget italiano, ma il sentiment potrebbe essere ulteriormente scosso se il Consiglio decidesse di aprire una procedura di infrazione. Tuttavia, stimiamo che ulteriori movimenti dei mercati (presupponendo costanti le altre variabili) dipenderanno dal modo in cui si svilupperà la retorica del governo italiano e dalla posizione che assumerà il Consiglio)”.

Barclays crede che all’Italia verrà dato un tempo di (almeno) sei mesi sistemare i propri conti, molto probabilmente, a partire dalla fine di gennaio del 2019. Al momento, fanno notare gli esperti, non è tuttavia chiaro se la Commissione raccomanderà all’Italia di versare lo 0,2% del Pil dell’anno precedente in un deposito infruttifero (si tratterebbe di una sanzione, il cui valore è stato quantificato in 3,6 miliardi di euro, che potrebbe essere imposta dopo il lancio della procedura di infrazione)”.

“Dal punto di vista europeo, crediamo che le autorità (europee) saranno ben consapevoli del fatto che una mossa aggressiva tendente all’imposizione delle sanzioni contro l’Italia potrebbe alimentare la retorica italiana anti-Ue in vista delle elezioni europee del maggio del 2019″, scrive Barclays.

In una posizione difficile, insomma, come fa notare Barclays, versa non solo l’Italia, ma anche l’intera Unione europea, che teme l’escalation del populismo in Europa, in occasione del prossimo appuntamento elettorale, praticamente imminente.