BTP Italia: cedola aumenta allo 0,55%. Ma nel caos spread domanda istituzionali rallenta
Bruxelles torna a richiamare l’Italia, facendo salire lo spread fino al massimo intraday di 158,90 punti base, a fronte di tassi che sfiorano il 2,2%. Nel frattempo, il Tesoro pubblica con una nota i risultati dell’emissione del BTP Italia.
Oggi la tensione sui mercati italiani è apparsa stemperarsi, almeno nelle prime ore del mattino: è arrivato poi il nuovo attenti dell’Ue, per l’ennesima volta per voce del vice presidente della Commissione europea, Vladis Dombrovskis . E sono bastate poche parole, unite all’ansia di conoscere chi sarà il nome del premier del nuovo governo M5S-Lega, a mettere di nuovo gli investitori sull’attenti.
In generale, i forti timori che hanno portato lo spread a volare di oltre +16% alla vigilia hanno fatto sentire i loro effetti soprattutto sulla domanda dei BTP Italia da parte degli investitori istituzionali.
La conclusione dell’emissione è stata resa più vivace da alcuni rumor diffusi in mattinata e relativi alla decisione del Tesoro di aumentare la cedola minima del BTP Italia dallo 0,40%, comunicato venerdì scorso, fino allo 0,55%. I rumor sono stati successivamente confermati.
Le indiscrezioni hanno scatenato un forte boom di ordini dagli investitori istituzionali, tanto che Reuters ha riportato che l’ammontare richiesto, alle 10 circa ora italiana, era già balzato a 1,8 miliardi di euro, rispetto agli appena 600 milioni di ordini di un quarto d’ora prima appena.
Nel collocamento riservato agli istituzionali si è appreso che, alla fine, gli ordini si sono attestati a 3,653 miliardi di euro.
Considerati gli ordini degli investitori retail per un valore di 4,057 miliardi di euro (l’emissione in questo caso si è chiusa ieri, dopo essere partita lunedì 14 maggio), l’emissione dei BTP Italia è avvenuta complessivamente per 7,710 miliardi, a fronte di un tasso cedolare reale definitivo annuo fissato allo 0,55%, come da rumor.
A fronte di una domanda dei piccoli risparmiatori che è rimasta solida, c’è da dire tuttavia che il valore degli ordini degli investitori istituzionali, pari a 3,652 miliardi, è sceso in modo considerevole, di due terzi circa, rispetto al collocamento dello scorso novembre, quando la domanda degli stessi si era attestata a 10,8 miliardi di euro.